Tag: renzi

L’autunno che viene.

Chiedo scusa per la lunga assenza, ma sto ultimando il mio prossimo libro che troverete in libreria a novembre e spero vi piacerà (ma ne parleremo). Riprendiamo con qualche considerazione su quel che ci aspetta ne prossimi due o tre mesi. La prima scadenza è molto vicina: domani (salvo rinvii), quando si deciderà sui 49 milioni che la Lega deve allo Stato.

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Ma il Pd può fare ancora una cosa buona: sciogliersi.

La disfatta di domenica scorsa ha messo il punto fermo alla storia del Pd: non c’è più niente da fare. Zingaretti propone un asse fra il centro ed i sindaci, Emiliano vuole un congresso subito, Orlando ci aggiunge un “costituente” convinto che quell’aggettivo risolva, Calenda propone di andare oltre il Pd, c’è chi parla di “fonte repubblicano” e chi rispolvera il partito della Nazione … tutte parole vuote che non hanno senso.

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Lo studente svolga la seguente equazione.

“Berlusconi sta a Renzi come Renzi sta a Di Maio e calcoli il valore finale di Di Maio sul piano storico”.

Fatto convenzionalmente 100 il valore di Berlusconi, va considerata la continuità ed omogeneità fra i de elementi. Infatti, Renzi, soprattutto in materia costituzionale, ha seguito una linea presidenzialista di stretta osservanza berlusconiana nel solco della continuità di pensiero che procede celebre Gelli; Renzi ha poi realizzato molte riforme pensate da Berlusconi e rimaste incompiuto (come l’ abolizione dell’art. 18) ed ha realizzato in parte il partito “leggero” di cui al Piano di Rinascita Democratica, la creazione di un inner circle chiamato “giglio magico” nel caso di Renzi, eccetera, Soprattutto.

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La strategia di Renzi.

La linea scelta dal Pd di dichiararsi all’Opposizione quando ancora non ci sia nessun governo (come dire “Ci opponiamo a prescindere”) può sembrare priva di senso, ma un senso lo ha, magari molto rischioso ma non per questo irrazionale. Ovviamente il regista è l’intramontabile segretario che ha fatto finta di dimettersi, Matteo Renzi.

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Il Pd può risalire la china? Si che può, ecco come.

Il Pd può riprendersi e tornare in serie A? Certo che può, ci mancherebbe altro, e potrebbe anche riconquistare il governo. Solo che dovrebbe fare alcune operazioni necessarie: rottamare il 97% del suo gruppo dirigente, parlamentari e quadro intermedio, abbandonare la sua attuale “cultura” politica, cambiare linea, trovare una diversa committenza sociale, cambiare simbolo, nome ed anche sede. Ma per il resto potrebbe continuare: ad esempio non ci sarebbe necessità di cambiare i mobili delle sedi ed anche segretarie e centraliniste potrebbero restare al loro posto. Ma dubito che faranno quel che suggerisco.

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