Tag: putin

Il declino di Putin.

La vittoria di Putin nel referendum istituzionale era più che scontata: anche se si trattava di un referendum consultivo, una sconfitta sarebbe equivalsa alla sua caduta in pochi giorni e Putin non ha temperamento olimpionico, per il quale l’importante non è vincere ma partecipare. Per cui, va da sé che, seppure i russi avessero votato diversamente, ci avrebbe pensato l’apparato a “correggere” il risultato rendendolo più “potabile”.

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Perché occuparci della rivoluzione d’ottobre.

Da circa 60 anni si è affermato un curioso modo di fare storia per anniversari: si parla di un determinato argomento nell’anno un cui cade il ventennale, trentennale, cinquantenario o secolo da un certo avvenimento (meno osservate sono le altre decine: quarantesimo, sessantesimo, settantesimo, ottantesimo e novantesimo) ed allora gli editori sfornano in quantità titoli su fenomeno o il personaggio celebrato, gli autori di predispongono da due o tre anni prima alla scadenza, giornali e tv propongono speciali eccetera. Dopo di che, di quell’argomento non si parla più sino al successivo anniversario.

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L’intervento degli Stati Uniti in Siria e il confronto con la Russia per il nuovo ordine internazionale.

Cari lettori, rinnovo le scuse per la mia prolungata assenza dal sito, ma sono costretto ad un periodo di riposo prolungato. Ringrazio i tanti che mi hanno scritto in questi giorni, state sicuri che mi rimetterò in fretta, ma intanto grazie anche a Lorenzo Adorni, di cui oggi vi invito alla lettura. A presto! A.G.

“Ha attraversato diverse linee per me”. Dopo le forti critiche alla politica delle “linee rosse” di Obama, il commento di Trump al presunto bombardamento chimico Khan Shaykhun, ad opera dell’esercito siriano, suona da subito come un cambio di strategia. 

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La strage di Pietroburgo e il contrasto politico al terrorismo.

La strage di San Pietroburgo non aggiunge nulla di nuovo a quel che sapevamo del modus operandi del terrorismo Jihadista: tutto come da copione dei casi di Madrid, Londra eccetera. Il che rende ancora più strana la strage londinese che ha “sprecato” (consentitemi l’espressione) uno scenario come Westminster per un attentato a così basso potenziale terroristico, mentre da altra parte il terrorismo jihadista esprime una aggressività ben maggiore. Tutto può essere, ma l’attentato londinese sembra più opera di un personaggio isolato (o, al massimo, collegato a pochi complici) e non in contatto con l’Isis o simili, mentre qui, nel caso russo, siamo perfettamente nell’ambito della strage jihadista. Comunque sia, questa strage segna il ritorno del terrorismo radicale islamico in grande stile, dopo circa un anno di relativo calo del fenomeno.

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Presidenziali e scandalo Clinton: cosa c’è dietro l’inchiesta delle mail?

Che l’Fbi decida di riaprire una inchiesta su un candidato alla Casa Bianca a dieci giorni dal voto, non è cosa che abbia precedenti ed è ancor più strana ove si consideri che la cosa colpisce la candidata dell’establishment contro il “populista” Trump. Che succede?L’Fbi, per caso, si è convertita al verbo di Trump?

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Putin, Obama, Assad, Erdogan.

L’incontro fra Putin ed Obama, durante il negoziato parigino, ha chiarito i termini della questione siriana indicando come possa maturare una svolta. Obama chiede la testa di Assad a Putin il quale lascia intendere a sua volta di essere disponibile a condizione di avere la testa di Erdogan. La cosa, che potrebbe sembrare facile, in realtà è più complessa di quel che sembra, perché le chiavi del caso siriano sono, in parte, in Ucraina, in parte in Turchia, Arabia Saudita e Iran.

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Ucraina: la vera sostanza del conflitto.

La crisi ucraina rischia di precipitare da un momento all’altro, ma nessun parlamento nazionale della Ue ha fatto un’ampia discussione assembleare sul tema, i mass media europei non dedicano alla questione alcuno spazio straordinario (come  l’eccezionalità del momento vorrebbe) e l’opinione pubblica europea considera la crisi ucraina come “altro da sé”, una guerra che riguarda altri e che non c’è pericolo che coinvolga anche l’Europa. C’è bisogno di reagire a questo assurdo torpore e di richiamare l’opinione pubblica europea alla consapevolezza della gravità del momento. Anche per questo ho firmato l’appello No Guerra No Nato.

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