Processo Ruby e scontro in Procura: mi sa che Berlusconi la fa franca.
Il giorno 20 giugno inizierà il processo d’appello per il caso Ruby, ma tutto potrebbe saltare in aria. Come si ricorderà, in primo grado il ri-Cavaliere (spiego: si è scoperto che è ancora Cavaliere non essendoci alcuna procedura di decadenza in atto) fu condannato a sette anni di reclusione. I margini per la difesa non sembravano molti e la speranza di una sentenza d’appello che rovesciasse quella di primo grado erano ridotte al lumicino.
Poi è esplosa la grana del caso Bruti Liberati – Robledo che è finita davanti al Csm ed è emerso un profilo di competenza del Pm, la Boccasini, ad occuparsi del caso. Il Csm, ovviamente, non si è occupato direttamente di questo profilo (che è materia per la Cassazione), ma del ricorso di Robledo che lamentava di essere stato escluso arbitrariamente dal caso. Bruti Liberati si è difeso sostenendo di aver escluso il suo vice perché questi aveva nei confronti di Berlusconi un giudizio pendente, presso il Tribunale di Brescia (competente per territorio per i giudizi che coinvolgano i magistrati milanesi).