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Berlusconi condannato: ed ora che fa? Le possibilità del Cavaliere

Berlusconi ormai ricorda Massimo Ranieri in Guapparia: “Scetateve guagliun’e mala vita…”. Tutto fa pensare che punti ad elezioni a breve, presentandosi come la  “vittima” delle toghe rosse, nella speranza di una clamorosa rivincita. Dopo di che, forte di una maggioranza (in entrambi i rami del Parlamento? Mha…!) potrebbe pensare ad una amnistia o in una qualche legge ad personam che distrugga i verdetti processuali. Ma è un piano credibile?

L’uomo è quasi spacciato ma, bisogna dirlo, non lo è ancora del tutto. In primo luogo è facile prevedere un ricorso alla corte europea: probabilità di successo minime –direi- (anche se non si può mai dire), però potrebbe essere utile a guadagnare qualche mese, se ottenesse una qualche sospensiva della pena. Anche in caso di pronuncia favorevole (che sarebbe uno smacco durissimo per la magistratura italiana), resterebbero però gli altri processi in arrivo e la questione dell’ineleggibilità. Insomma non è una mossa risolutiva, ma può dare un po’ di fiato.

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Questa volta devo applaudire i magistrati

Come si sa, la Cassazione ha fissato l’udienza per il processo Mediaset –che vede Berlusconi condannato a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici- al 30 luglio, per prevenire il rischio prescrizione parziale, che scatterebbe a settembre, provocando il rinvio alla Corte d’Appello per il ricalcolo della pena che, a sua volta, porterebbe alla prescrizione degli altri reati e, così, il Cavaliere la farebbe franca. Il centro destra sta dando in escandescenze perché ci vede la mano di chissà quali complotti (e meno male che il Presidente della Corte, che ha assegnato il processo alla sezione feriale, era buon frequentatore di Previti, ed in Csm è stato appoggiato da Magistratura Indipendente e dai laici del Pdl!  Figuriamoci se fosse stato di Magistratura Democratica!). Ma con questa reazione scomposta, la destra, implicitamente, ammette che la strategia difensiva affidava tutte le sue carte alla prescrizione, non nutrendo troppe speranze su un esito favorevole del giudizio di merito. Perché tutta, proprio tutta, la Magistratura è unita in un solo complotto contro di lui?

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Perché Berlusconi non fa cadere subito il governo Letta? Il gioco del cerino

Torneremo a breve sul tema dello Ius soli, per ora poniamoci un problema più urgente: Berlusconi ha interesse a far durare il governo Letta e questa legislatura? E’ evidente che no. In primo luogo perché ha bisogno di un intervento legislativo che lo salvi dall’interdizione dai pubblici uffici, prima che la Cassazione possa decidere di confermare la sentenza d’appello. E mi sembra piuttosto difficile che il Pd possa aderire a questa richiesta, a meno che non  abbia proprio deciso di sciogliersi. Con nuove elezioni potrebbe avere quella maggioranza che gli permetterebbe di ottenere  quel che gli serve. E, calcolando i tempi tecnici, fra tempi per elezioni, insediamento del nuovo Parlamento, formazione del nuovo governo, preparazione ed iter della nuova legge (magari una amnistia o una anticipazione dei tempi di prescrizione…) ci vuole un annetto pieno e questo significa votare ad ottobre-novembre 2013, perché a partire dalla tarda primavera 2014 si entra in “area di rischio” dove ogni giorno è utile per mettere il Cavaliere fuori combattimento.

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Berlusconi ed i processi: come ne usciamo?

Berlusconi ed i processi: come ne usciamo?

In tutta la storia della Repubblica non c’è mai stata una crisi istituzionale come quella che abbiamo sotto gli occhi e che cresce di giorno in giorno: il Presidente del Consiglio, sorretto dalla maggioranza parlamentare, è in aperto conflitto con il potere giudiziario, con il Presidente della Camera e con tutti gli organi di garanzia –dal Presidente della Repubblica alla Corte Costituzionale-.  Peraltro, non credo che in nessun paese ci sia un Capo del Governo sotto processo per corruzione e sostanzialmente indiziato di collusione con la Mafia.
Bisogna trovare una via di uscita, inteso che Berlusconi non ha alcuna intenzione di dimettersi neanche se c’è la rivoluzione e che non è probabile una sfiducia parlamentare.
La legge sulla “prescrizione veloce” ha un futuro incerto anche dal punto di vista costituzionale, e, in ogni caso, non servirebbe in caso di nuova istruttoria per le stragi del 1992-93.

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