Sul premio Nobel all’Unione Europea
Tre anni fa venne assegnato ad Obama un premio Nobel per la pace, non per quel che aveva fatto, ma per quel che avrebbe fatto: un Nobel alle intenzioni. Oggi il prestigioso premio è assegnato alla Ue, per il suo ruolo di pace: un Nobel alla Memoria. Non ci vuol molto a capire che si tratta di un pietoso puntello ad una istituzione che traballa assai e che, se pure sopravvivesse, non si capisce che ruolo potrebbe avere e, di conseguenza che futuro. Se oggi facessimo un referendum in tutti i paesi membri sulla prosecuzione della Ue i Si al suo scioglimento sarebbero una valanga (e badate che sarei fortemente tentato di votare No o al massimo di astenermi: dunque, non lo dico con compiacimento). La Reale Accademia Svedese ha sempre fatto operazioni politiche con il suo premio, questo è fuori discussione: in qualche caso condivisibili (ad esempio il Nobel per la pace a Desmond Tutu) altre un po’ meno (vi ricordate il Nobel per la Pace a “mezzadria” fra Kiessinger e Le Duc Tho?).