Tag: poteri forti

Renzi e i “poteri forti”.

A quanto pare, persino il diretto interessato si è accorto che i poteri forti vorrebbero sloggiarlo da Palazzo Chigi. Certo: ci sono voluti i ceffoni a scena aperta degli americani, le esternazioni confindustriali, il sistematico martellamento domenicale di Scalfari, le copertine dell’Espresso, le sfuriate di Della Valle, le ruvidezze merkeliane, la sparata senza precedenti di De Bortoli e persino gli aut aut della Conferenza episcopale, però, alla fine, l’Uomo ha capito di stare sulle scatole ad un bel po’ di gente che conta. Beninteso: non che stia facendo nulla di eversivo; il guaio è che non sta facendo nulla in assoluto. Si è perso dietro questa grottesca riforma istituzionale che non sa come concludere, non ha saputo condurre decentemente la partita delle nomine, si è trascinato per un mese la questione del Csm e non ha ancora risolto il problema dei due giudici costituzionali, sulle privatizzazioni e sulla spending review non dà segni concreti e fa cose incoerenti.

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Il Cavaliere ed i Poteri Forti

Quando ho scritto che i nemici più temibili del Cavaliere non sono le mitiche “Toghe Rosse”, quanto i suoi colleghi finanzieri, ci sono stati commenti increduli: “perché mai i “poteri forti” dovrebbero avercela con il Cavaliere, che è uno dei loro e che gli ha garantito ottimi affari quando è stato Capo del Governo?” Intendiamoci: nessuno dice che Berlusconi abbia fatto scelte politiche ostili al capitale finanziario (figurarsi!) ed è, al pari degli altri, un “pescecane” (come i socialisti chiamavano lorsignori un secolo fa: il tempo passa ma i pescecani restano). Tutto vero. Però si dà il caso che per gli uomini d’affari (di buon affare e di malaffare) un collega, prima ancora che essere un “fratello di classe”, è un concorrente.

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Napolitano e le intercettazioni: che sta succedendo?

Con la pubblicazione su “Panorama” di alcune indiscrezioni sulle telefonate fra Napolitano e Mancino, la polemica sulle intercettazioni è diventata incandescente e si torna a parlare di trame, di piani di destabilizzazione, di complotti ecc.  Per inciso: è strano come tante persone prontissime a gridare alla complottomania al grido di “dagli al dietrologo!” poi gridano al complotto ed al piano destabilizzante appena qualcosa le riguarda personalmente… La gente è strana! Ed allora, c’è un complotto o no? Come spesso ho avuto modo di dire, complotto è una parola che ormai non significa più niente e serve solo a confondere le idee. Parliamo in termini più appropriati: c’è o no una manovra politica o forse finanziaria dietro questa faccenda? Per rispondere alla domanda non possiamo fare a meno di notare diversi segnali di un crescente nervosismo negli ambienti altolocati di questo paese anche su sollecitazione esterna.

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