Tag: politica

Le critiche al M5s.

Credo che nessuno in buona fede possa accusarmi di tacere critiche al M5s, anche perché credo che ci siano diversi modi di essere critici: ci sono le critiche di tipo “protettivo”, che mirano a indurre il soggetto criticato ad emendarsi, ci sono quelle “imparziali” da studioso che valuta un fenomeno per quel che è, senza prender partito e ci sono quelle ispirate da ostilità preconcetta che puntano solo a distruggere l’oggetto commentato.

Continua a leggere

La politica è uno specialismo. Però…

So di toccare un tema delicato che fa scattare molte suscettibilità, ma, tanto vale, dirla subito con franchezza: chi sogna una politica senza intermediazioni, praticabile immediatamente da tutti, è completamente fuori strada, perché la politica è inevitabilmente uno specialismo, come l’economia, la medicina, l’architettura o la matematica.  Mi dispiace ma è così.

Continua a leggere

Contro l’anti-italianismo.

Non credo che ci sia un altro paese al Mondo che, parlando della riforma delle proprie istituzioni, pensi di adottare il modello elettorale “alla francese” o alla “spagnola”, il presidenzialismo “all’americana” o il cancellierato alla “tedesca”, e (perché no?!) il sultanato alla “turca” con il “voto trasferibile danese”. E non credo che esista un popolo così compiaciuto di parlar male di sé stesso.

Continua a leggere

Cosa c’è dietro l’attentato di Roma?

Nelle tre ore immediatamente successive all’attentato di Roma, sul web impazzavano articoli che sospettavano la mano dei servizi segreti: siamo un paese con una tradizione “importante” in questo senso e la suggestione dell’attentato, durante il giuramento del governo peggiore della storia repubblicana, spingevano in questo senso. Anche io, nell’immediatezza, avevo drizzato le orecchie per capire di cosa si trattasse, ma, a costo di deludere i miei lettori, devo dire che i servizi –sia italiani che stranieri- non c’entrano nulla con questa storia, che non è un episodio di strategia della tensione, ma l’ennesima manifestazione del dramma sociale nel quale stiamo sprofondando.

Continua a leggere

Adesso si capisce perché il sistema proporzionale è l’unico accettabile?

L’eterna questione del sistema elettorale tiene banco:

1. il Pd si infuria perché vuole il premio almeno al 10% e non accetta la soglia del 40 o del 42,5% per far scattare il premio

2. Si infuria anche Grillo per le stesse ragioni, invocando la prescrizione europea che interdice ogni modifica anche parziale delle leggi elettorali in prossimità di elezioni (cosa peraltro giustissima perché è inammissibile cambiare le regole del gioco un minuto prima di iniziare la partita)

3. Pdl, Lega ed Udc, invece vogliono un sistema tendenzialmente proporzionale, con un premio ridotto che possibilmente non scatti, come non scattò quello della legge-truffa (che era molto meno truffa del Porcellum e simili, per la verità).

Non ci vuole molto a capire che sia il Pd che Grillo, incoraggiati da sondaggi e recenti risultati alle amministrative, pensano ciascuno di arrivare primo, ma sanno di essere sicuramente sotto il 40%, per cui, per questa occasione, gli va benissimo il Porcellum che trasformerebbe il loro 25-30% in un ballante e sonante 54% di seggi (alla Camera), che gli consentirebbe di governare in solitudine (lasciamo da parte, per ora, il problema del Senato).

Continua a leggere

La bilancia commerciale? Pesa quanto deficit e debito

Questo intervento del prof. Emiliano Brancaccio è uscito sul S24 del 19 agosto. Trattandosi di un pezzo di particolare valore politico, oltre che tecnico, mi sembra opportuno proporvelo anche come contributo alla demistificazione del mito dell’austerity e come richiamo alle dinamiche dell’economia reale.

Il vertice franco-tedesco fa compiere qualche timido passo in avanti nella direzione dell’unificazione politica europea, ma ribadisce al tempo stesso la linea già più volte indicata dalla Bce: le istituzioni Ue sono pronte a proteggere i Paesi sottoposti ad attacchi speculativi, ma in cambio esigono che si impegnino ad abbattere il deficit pubblico fino al pareggio di bilancio. Questa linea viene giustificata in base all’idea che al crescere del disavanzo pubblico diminuisca la fiducia dei mercati sul valore futuro atteso dei titoli e quindi aumenti il tasso d’interesse chiesto dai creditori. Così, se i Paesi sotto attacco speculativo ridurranno il disavanzo statale, la fiducia dei creditori aumenterà, i tassi torneranno a livelli prossimi a quelli dei titoli tedeschi e la protezione della Bce e delle altre istituzioni potrà terminare.

Continua a leggere

  • 1
  • 2