Tag: piazza fontana

Il mio nuovo libro: “La strategia della tensione”

Giovedì prossimo comparirà in libreria il mio ultimo libro “La strategia della tensione” ed. Ponte alle Grazie. Questo volume conclude la mia ricerca trentennale sul tema in decine di archivi – anche per conto di diverse Procure della Repubblica, della Commissione di inchiesta parlamentare sulle stragi oltre quelle abituali per uno storico- nelle quali ho consultato decine di migliaia di documenti, fra i quali ho scelto i circa settecento che sorreggono questo lavoro.

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Ci sono i documenti per fare una storia della strategia della tensione?

Il mio prossimo libro sarà una storia della strategia della tensione in cui riassumo i trenta anni di lavoro dedicati al tema. Come potete capire, ci tengo in modo particolare e, come potete ugualmente capire, ho dovuto tagliare moltissima roba dalle oltre 7.000 pagine già scritte fra relazioni di perizia, relazioni tecniche alle commissioni parlamentari, saggi, libri, interviste e lettere ad amici.

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Consigli di lettura #6: “I nemici della Repubblica”, una recensione critica

Data l’ampiezza della segnalazione, questa scheda  libraria prende in considerazione una sola opera. Dalla prossima settimana tornerò a segnalare  più libri. Buona lettura!

1.    V. SATTA “I nemici della  Repubblica. Storia degli anni di piombo” (Rizzoli, 2016)

Vladimiro Satta, autore di questo imponente volume di  867 pagine l’ho conosciuto come documentarista della commissione Stragi, fra il 1994 ed il 2001, dunque, ha potuto giovarsi della conoscenza di una massa ingentissima di documenti giudiziari. L’aspirazione, evidente sin dalla mole del libro, è quella di scrivere l’ “opera definitiva” sulla violenza politica negli anni settanta, un grande libro di storia che ponga termine alla serie dei “misteri d’Italia”.

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Pasolini: un assassinio non risolto.

Il 2 novembre 1975, moriva assassinato Pier Paolo Pasolini. Venne arrestato un giovane di vita, tale Pino Pelosi, che dichiarò di aver massacrato il poeta nel corso di un litigio, seguito al suo rifiuto di determinate prestazioni sessuali richiestegli, poi, in preda al panico, il giovane avrebbe rubato la macchina di Pasolini per fuggire, ma, senza accorgersene, era passato sul corpo del regista, uccidendolo.

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Come funziona il segreto di Stato? Declassificare gli archivi, i fascicoli o i documenti? E gli archivi della Nato?

Come funziona il segreto di Stato?
La prima parte: Come funziona il segreto di Stato e quali sono i problemi da risolvere per la pubblicità dei documenti

Seconda parte.

3. Declassificare gli archivi, i fascicoli o i singoli documenti?

Un primo ordine di problemi è come procedere relativamente all’unità archivistica da prendere in considerazione.

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A proposito di Delle Chiaie

Mi sento chiamato in causa sulla questione Delle Chiaie, per cui sono indotto ad una messa a punto. Come è noto, il leader di Avanguardia Nazionale ed il suo gruppo vennero indicati come responsabili della strage di piazza Fontana dal libro “La strage di Stato”. Prima di quell’evento, il gruppo era stato nell’occhio del ciclone per le sue numerose imprese squadristiche, soprattutto a Roma, dove godeva di un occhio di riguardo da parte della Questura. Ricordiamo l’irruzione all’università di Roma durante una lezione di Ferruccio Parri e la partecipazione agli scontri durante i quali morì lo studente socialista Paolo Rossi. Esso fu anche coinvolto nella morte, mai chiarita, di Antonino Aleotti, un ex militante del Pci entrato in An e trovato morto in un’auto zeppa di armi, parcheggiata non lontano dalla Questura.

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Piazza Fontana: archiviata la doppia bomba

Leggo sul Corriere della Sera (28 aprile 2012) della decisione della Procura di Milano (dott. Armando Spataro e dott.ssa Grazia Pradella) di archiviare la denuncia presentata dai familiari delle vittime che chiedevano la riapertura delle indagini sulla strage di Piazza Fontana, sulla base degli elementi forniti da Paolo Cucchiarelli, cui si erano aggiunti altri elementi (sembra nuovi testi) trovati dal ten. Col. Massimo Giraudo.

1-IL LIBRO DI CUCCHIARELLI: MISTER X E LA DOPPIA BOMBA.

Sul libro di Paolo Cucchiarelli ho scritto sin dal momento in cui è uscito e non mi ripeterò in dettaglio: nonostante il poderoso recupero di elementi dimenticati, l’ipotesi centrale che rimetteva in gioco Valpreda, da un punto di vista logico non si mantiene in piedi. Per di più ci sono errori documentali stratosferici crudelmente segnalati da Adriano Sofri (come la bionda modella norvegese scambiata per il sosia di Valpreda!) e l’ipotesi che ci fossero 2 bombe in tutti gli attentati di quel giorno, 2 taxi, due sosia (due di tutto!), mi è sempre sembrata una cosa impossibile da prendere sul serio.  Soprattutto, mi lasciava a dir poco perplesso la presenza fra le fonti qualificanti di un misterioso “Mister X”, un fascista  che sa tutto che spiega tutto ma che non vuol essere nominato. I giornalisti ricorrono spesso a fonti anonime nel proprio lavoro, assumendosi la responsabilità di quel che riportano, ma questo è accettabile in un articolo di quotidiano o di settimanale, non in un libro con pretese storiografiche. La cosa, però, poteva avere un interesse processuale: sapere chi fosse Mister X ed ascoltarlo avrebbe potuto consentire una verifica totale o anche solo parziale delle sue affermazioni oppure, al contrario, smentirle e risolvere un potenziale depistaggio.

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Sentenza di Brescia e giustizia in Italia: ne vogliamo parlare?

Ce lo aspettavamo: assoluzione per tutti. Leggeremo le motivazioni, ma già temiamo di sapere quel che leggeremo (anche se, in primo grado, il collegio giudicante ci riservò la sorpresa di un testo peggiore delle aspettative, già molto basse). Ma restiamo ugualmente in attesa non pregiudiziale.
Quando arriveranno le motivazioni, potremo capire perché, quello che a noi appariva come un convincente quadro indiziario grave, univoco e convergente (sufficiente a condannare a norma del cpp), non è apparso tale al collegio giudicante ed, eventualmente, formuleremo le nostre obiezioni oppure riconoscere le ragioni di chi ha assolto. Prima ancora che garantisti siamo laici ed, in quanto tali, riconosciamo che un giudizio corretto lo si può formulare solo dopo aver ascoltato senza pregiudizi le ragioni altrui, per cui, pur conoscendo bene il fascicolo processuale ed essendo convinti, per ora, di certe cose, attendiamo il ragionamento della corte per verificare le nostre convinzioni. Ma, quale che sia l’esito di questo specifico caso, resta un problema: come mai, sistematicamente, i processi per strage si concludono con sentenze assolutorie e non si riesce mai a trovare i colpevoli?

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Romanzo di una strage, il libro di Cucchiarelli, le critiche di Sofri e gli anarchici indignati

Il film di Giordana su Piazza Fontana è stato duramente criticato da Corrado Stajano e malamente stroncato da  Goffredo Fofi (che parla di “cine panettone” e di lavoro non decente). C’è da segnalare, poi, una indignata presa di posizione degli anarchici romani, reduci del 22 marzo, che sostengono di non riconoscere sé stessi e le persona a loro vicine nel ritratto fattone da Giordana che ritengono caricaturale.
Non sono un critico cinematografico e non mi permetto di competere con un “mostro sacro” come Fofi, riconosco a Stajano autorità ed intelligenza per cui riesce ad essere illuminante, anche quando è eccessivamente severo e riconosco ai compagni anarchici le ragioni della loro irritazione, però mi sembrano giudizi troppo inclementi verso un fil che io giudico, invece, positivamente. Ho l’impressione che Giordana paghi lo scotto dell’accostamento al libro di Cucchiarelli che, a suo tempo, abbiamo recensito e del quale dicemmo, pure con cortesia, essere un libro brutto e più ricco di illazioni indimostrate che di effettive scoperte investigative.
Non torniamo, quindi, sul libro di Cucchiarelli di cui si occupa Adriano Sofri in un libretto web che consigliamo vivamente di leggere, a tutti quanti siano interessati. Un aureo scritto che leva la pelle a Cucchiarelli dimostrando quanto superficiale sia stato il suo studio delle carte.
Torniamo al Film che, nell’inquadratura finale, si dice “tratto liberamente dal libro di Paolo Cucchiarelli….”. Ma avrebbe dovuto dirsi “molto liberamente tratto” perché del libro nella pellicola resta poco e nulla.

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