Tag: pdl

Ma davvero il M5s è eterodiretto? E Casaleggio?

Far cadere un governo, determinare la scelta della legge elettorale, bloccare lo sfregio della Costituzione, chiudere ogni via di ritirata al Cavaliere, far ballare il sistema politico schioccando le dita: quando mai il M5s avrà un’altra occasione così? Non ogni giorno è Natale. Ed allora, perché butta via il biglietto vincente della lotteria? Diversi intervenuti in questo blog hanno avanzato ipotesi che vanno dal tipo di cultura politica del Movimento –che precluderebbe la strada a qualsiasi tipo di accordo- a valutazioni di ordine antropologico (il disprezzo per gli altri) o al dubbio che Grillo sia ricattato da Berlusconi o, magari, eterodiretto da soggetti stranieri per il tramite di Casaleggio ed altro ancora, mentre una parte minoritaria dei commentatori si è dichiarata d’accordo con la scelta di “chiudere” a qualsiasi intesa. Allora cerchiamo di capire le ragioni politiche di questa scelta per ora prevalente nel M5s.

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Il pasticcio di Esposito

Ho ascoltato la registrazione dell’intervista al Magistrato Antonio Esposito sulla sentenza di conferma della condanna a Berlusconi: effettivamente il testo non dice che Berlusconi sapeva, ma fa un esempio generale, affermando che, in sede giudiziaria, il principio logico del “non poteva non sapere” vale solo se sappiamo di qualcuno che, in qualche modo, lo ha informato. In sé, nulla di scandaloso e dire che ha affermato che sappiamo che qualcuno aveva informato Berlusconi è una manipolazione del suo pensiero. Detto questo, lo stesso è una frittata e pure grossa.

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Lettera aperta a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio: non dovete allearvi con il Pd, ma fare solo un accordo limitato e a termine

Ho inviato questa lettera aperta a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, apparsa a pagina 18 de “Il fatto quotidiano” di oggi, 6 agosto 2013, che ringrazio per l’ospitalità.

Caro Grillo, caro Casaleggio,

mi sembra che la situazione stia avendo evoluzioni molto interessanti ed il M5s abbia a portata di mano la possibilità di ottenere tre risultati mica da poco: porre fine all’osceno governo delle larghe intese (in particolare, rimuovendo Alfano dal Ministero dell’Interno),  bloccare la riforma del 138 e togliere di mezzo il Porcellum. E’ il caso di dirlo: un terno secco! Come fare? Allearsi con il Pd? No, non è quello che penso.

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Berlusconi condannato: ed ora che fa? Le possibilità del Cavaliere

Berlusconi ormai ricorda Massimo Ranieri in Guapparia: “Scetateve guagliun’e mala vita…”. Tutto fa pensare che punti ad elezioni a breve, presentandosi come la  “vittima” delle toghe rosse, nella speranza di una clamorosa rivincita. Dopo di che, forte di una maggioranza (in entrambi i rami del Parlamento? Mha…!) potrebbe pensare ad una amnistia o in una qualche legge ad personam che distrugga i verdetti processuali. Ma è un piano credibile?

L’uomo è quasi spacciato ma, bisogna dirlo, non lo è ancora del tutto. In primo luogo è facile prevedere un ricorso alla corte europea: probabilità di successo minime –direi- (anche se non si può mai dire), però potrebbe essere utile a guadagnare qualche mese, se ottenesse una qualche sospensiva della pena. Anche in caso di pronuncia favorevole (che sarebbe uno smacco durissimo per la magistratura italiana), resterebbero però gli altri processi in arrivo e la questione dell’ineleggibilità. Insomma non è una mossa risolutiva, ma può dare un po’ di fiato.

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Berlusconi, l’incompatibilità e le responsabilità dei suoi “oppositori”

Riflettevo in questi giorni sulla questione della ineleggibilità di Berlusconi e sulla proposta di “mediazione” fatta dal Pd (direi fuori tempo massimo: perché non ci hanno pensato in questi 20 anni?). Nel merito, posso ricordare un episodio di cui sono stato testimone. Nei primissimi del 1994, mentre si profilava lo scioglimento anticipato delle camere, ricordo di aver collaborato con l’allora deputato del Pds Nicola Colaianni a studiare l’ipotesi di sostenere l’incandidabilità di Berlusconi proprio in base alla legge del 1957 che regola le concessioni pubbliche. Dopo alcuni giorni, pur ritenendo che ci fossero margini per sostenere con successo la sua ineleggibilità, notammo che la legge non era univoca e si prestava ad un contenzioso, che non sarebbe stato possibile sostenere di fronte ad elezioni ormai incombenti, per cui Colaianni pensò di abbozzare una proposta di legge ad hoc e la sottopose all’allora segretario del partito Occhetto.

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Sentenza Ruby (seconda parte)

1. Non entro nel merito della sentenza, anche perché non ho il fascicolo processuale. So quello che ne hanno scritto i giornali, ma questo non basta. Il fatto è che, quando si tratta di processi politici che spaccano l’opinione pubblica, delle prove e degli indizi non importa un accidenti a nessuno. Gli avversari del processato sbraitano che di prove ce ne sono ad ufo e che l’uomo va impiccato per i piedi, mentre i suoi sostenitori si stracceranno le vesti dicendo che è “il funerale della giustizia”, perché si condanna uno innocente come Cristo senza  il briciolo di una prova. Ma se provate a chiedere agli uni e agli altri su cosa si basano le loro affermazione, state tranquilli che il 90% non ha la più pallida idea di cosa si sia detto in tribunale e che un altro 9% ha idee assolutamente confuse ed approssimative. Appunto perché nessuno si va a leggere le carte (peraltro poco accessibili) ed, al massimo, si è fatto una idea leggendo il giornale preferito.

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Chiusa la partita delle amministrative, ora che si fa?

Poco da dire sui risultati del secondo turno delle amministrative: elettori in fuga, Pdl bastonato, M5s in caduta libera e Pd premiato perché, se il totale deve fare 100, qualcuno deve pur prendere le percentuali perse dagli altri. Il Pd sorride sicuro dopo aver preso tutti i 16 comuni capoluogo, ma se guardasse ai risultati in cifra assoluta riderebbe meno. Ripeto: nessuno faccia l’errore di pensare a queste astensioni come ad una perdita di interesse per le elezioni, per cui possiamo tranquillamente fare come se quegli elettori si fossero dissolti nel nulla. Quegli elettori ci sono e prima o poi li vedremo sbucare da qualche parte.

Molto meno allegro è il Pdl. Il risultato rimette seriamente in discussione la certezza di vittoria in caso di elezioni anticipate. I sondaggi perdono di credibilità, anche se dobbiamo tenere presente una cosa: il Pdl sul territorio esiste poco e nulla e sta perdendo quel poco di ceto politico-amministrativo che aveva, però le cose cambiano quando scende in pista il Cavaliere in prima persona. Quindi attenti a non rifare per la seconda volta l’errore di pensare liquidato il Pdl perché i suoi elettori alle amministrative stanno a casa: come si è visto a febbraio, una porzione di essi poi torna a votare Pdl se a chiederglielo è personalmente il Cavaliere. Questa volta, però, potrebbe esserci un problema in più: l’elettorato di destra sta mostrando di non gradire affatto le larghe intese con i nemici di sempre e, per di più, in un governo che, sostanzialmente, sta confermando la linea della massima pressione fiscale.

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Grillo e la crisi del Parlamento

Beppe Grillo ha fatto una delle sue sparate definendo il Parlamento un “Tomba” o una “scatola di tonno vuota”. Manco a dirlo si è scatenata la solita buriana di commenti “politicamente corretti” che accusano Grillo di essere un emulo del Mussolini del 3 gennaio 1925, qualcuno addirittura ipotizza che ordini di bruciare il Parlamento come fece Hitler con il Reichstag e via di seguito con il consueto coro di sepolcri imbiancati. Anche qualche dissidente grillino ha preso le distanze (ma temo che in questo caso si sia trattato di una dinamica divaricante che conosco bene, per cui, se dici bianco devo dire nero perché ormai è una partita a scacchi a mosse obbligate) e, questa volta, poteva risparmiarselo. Come al solito, Grillo dice le cose in modo da scoprire il fianco alle accuse più spropositate, ma, nel merito, siamo sicuri che abbia proprio torto?

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Come al solito è difficile parlare del M5s

Grillo e la sua creatura politica suscitano simpatie ed antipatie feroci ed è sempre difficile mantenere un atteggiamento pacato. Tuttavia non rinuncio a tentare un confronto razionale fuori dal tifo calcistico.

1- Elezioni: La recente sconfitta elettorale è stata variamente commentata dallo stesso Grillo: prima “è colpa degli italiani”, dopo: “Ma veramente abbiamo vinto: passiamo da 400 ad 800 consiglieri”. Se la logica non è un’opinione, dunque, gli italiani hanno la colpa di aver fatto vincere il M5s. Oppure ho capito male? La prima reazione è una sciocchezza, la seconda un pietoso tentativo di consolarsi.

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Il caso Copasir: il veto dei servizi segreti sullo “scomodo” Claudio Fava

Vi segnalo questo articolo che ho scritto per Fanpage.it

Perché la commissione di vigilanza è stata affidata a Giacomo Stucchi (Lega) e non a Claudio Fava (Sel)? Per continuare nella tradizione di non disturbare i vertici dei servizi segreti. Fava sarebbe stato un personaggio molto scomodo.

Davvero strana questa faccenda delle commissioni di vigilanza: è costume consolidato che esse vengano affidate ad esponenti dell’opposizione, in omaggio ad un sano principio per cui la maggioranza governa e le opposizioni controllano. Pertanto, nell’immediatezza del risultato elettorale, sembrava che Copasir e Vigilanza Rai sarebbero andate a Pdl e M5s, ma qualcuno parlava anche di Scelta civica per fare le scarpe al M5s, togliendoselo dai piedi.

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