Tag: pdl

Quale è lo spazio politico del M5s?

Il M5s sta attraversando una fase difficile, come sempre lo sono le trasformazioni: da bruco non si diventa farfalla, senza passare per lo stadio problematico della crisalide. I movimenti di protesta nascono nel “punto zero” (o di “confusione”) di un sistema politico, ma, se non vogliono implodere, devono poi definirsi occupando una posizione precisa nello spazio politico, soprattutto se intendono trasformarlo.

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Quirinale: alla vigilia.

Non avevamo previso male, a dicembre, quando sostenemmo che lo scontro sul Quirinale si sarebbe incentrato sulla questione del Nazareno: da una parte l’alleanza strategica fra Renzi e Berlusconi (con l’umile codazzo centrista), dall’altro gli oppositori del Nazareno esterni ed interni a Pd e Fi.

Non si tratta solo dell’elezione del Presidente, ma anche degli sviluppi della politica italiana per i prossimi anni e, forse, per il prossimo decennio. In primo luogo l’elezione di un Presidente del Nazareno significa che la legislatura andrà avanti sino al 2018, salvo eccezionali incidenti di percorso.

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Napolitano e il bacio della morte.

Nel 2010, Napolitano iniziò l’assedio del Cavaliere con l’appoggio di Gianfranco Fini (Presidente della Camera e co-fondatore del Pdl) che indusse ad uscire dal Pdl, ma tenendolo nel suo ruolo istituzionale. Cosa che fu esiziale per Fini che trascurò di organizzare il suo partito. Morale: alle politiche Fini non è rientrato in Parlamento ed è sparito dalla scena. Stesso discorso per Pisanu che faceva parte della combriccola quirinalizia e di cui oggi non sappiamo più nulla.

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Crozza, Grillo e Farage: considerazioni sparse sul M5s

Prometto che per un po’ non tornerò sull’argomento M5s e, soprattutto, che riprenderò a parlare di politica internazionale e di crisi, aspetti che ho troppo trascurato negli ultimi tempi. Però c’è una notizia che mi obbliga a parlarne ancora e con qualche considerazione più generale. Ho letto che il sito di Maurizio Crozza è stato invaso di commenti molto pesanti per una sua imitazione di Beppe Grillo ed, alla sua pacatissima reazione, le cose sono peggiorate con l’accusa di venduto, ignorante, ottuso, persino leccaculo (di chi? Di Renzi che sbertuccia ogni volta che può?). Cari amici del M5s, mi sapete al vostro fianco, ma mi tocca dirlo: siete andati di testa? Intanto, qui riaffermo la mia ammirazione e simpatia per Crozza, ma vengo a qualche considerazione di merito.

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Renzi ha avuto la fiducia, ma durerà?

Renzi ce l’ha fatta a mettere insieme una risicata fiducia al Senato, nonostante abbia praticamente preso a schiaffi i senatori (la Annunziata parla di “provocazione dadaista”). La maggioranza, però, è la stessa che aveva Letta, niente di più. Della Camera non diciamo: risultato ovvio. I giornali sono tutti molto freddi per la vaghezza del discorso e il suo stile “informale”. Diversi sottolineano l’eccessiva propensione alle battute e la strafottenza del gesto: i plateali sbadigli, il discorso tenendo ostentatamente la mano in tasca ecc. (peraltro come fece Carlo Scognamiglio nel suo discorso di insediamento come Presidente del Senato nel 1994). Comunque, in effetti il tono era quello di chi dice: “Sbrigatevi a votarmi e non fatemi perdere tempo,
bestie!”.

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Primi sondaggi sulle europee: ragionandoci su, per quel che serve…

Sappiamo che i sondaggi (in particolare in Italia) presentano sempre aspetti discutibili per gli aspetti metodologici e dubbi sulla correttezza di chi li effettua, ma, soprattutto quando come ora, si è in presenza di un 40% di astenuti nelle precedenti elezioni e di un 32% di indecisi dichiarati. Detto questo, prendendo i sondaggi con le molle ragionarci su non è inutile. Un po’ perché influenzano il comportamento degli elettori, un po’ perché i politici ragionano in base ai sondaggi e questo può spiegare i loro comportamenti, un po’ perché alcune tendenze si colgono senza troppo sforzo, soprattutto se si tengono presenti alcune regolarità di comportamento nei sondaggi.

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L’intramontabile Cavaliere, Renzi ed il ri-porcellum

In attesa di fare un confronto puntuale fra la bozza di legge elettorale di Renzi e la recente sentenza della Corte Costituzionale, credo di dover fare delle valutazioni politiche sull’incontro fra il neo segretario Pd e l’intramontabile Cavaliere, la cui portata va ben oltre il merito della legge elettorale.

In primo luogo, mi sembra che questo accordo abbia gambe molto corte e scarsa possibilità di riuscita. Esso è articolato in tre punti: legge elettorale, riforma del Senato e riforma del titolo V della Costituzione.

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Proporzionale o maggioritario?

Riporto anche qui i contenuti della prima “pillola” sui sistemi elettorali, pubblicata in settimana sul blog di Beppe Grillo. Appuntamento nei prossimi giorni per le successive puntate.

Introduzione

“Buongiorno, a partire da oggi inizieremo un percorso di discussione di una proposta di riforma del sistema elettorale del M5S. La cosa avverrà in più incontri, dopo ogni incontro ci sarà una discussione, tanto sul blog di Beppe Grillo quanto se lo riterrete sul mio blog personale, dove io continuerò a scrivere articoli integrativi, e su La Cosa. Ci sarà quindi una consultazione on line con il voto su ogni punto e alla fine cercheremo di comporre una proposta organica.

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Le proposte di riforma elettorale di Renzi

Ma che paese è questo dove, a seguito di una pronuncia della Corte Costituzionale di quella portata, si inizia a discutere delle proposte di riforma prima di leggere le motivazioni della Corte? Qui non si è capito che non possiamo permetterci un’altra legge elettorale che, dopo un po’, viene di nuovo dichiarata illegittima, a meno che non vogliamo portare le istituzioni repubblicane al crollo. Anche perché, questa volta non occorrerebbero sei anni per arrivare alla Corte Costituzionale, ma basterebbero pochi mesi: la volta scorsa il ritardo è stato causato dai tribunali ordinari che hanno bocciato l’eccezione di costituzionalità ritenendo che un quisque de populo non possa sollevare eccezione di costituzionalità sulle leggi elettorali.

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