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Due note su legge elettorale e su Pd e giovani…

Per quanto la politica interna meriti poca attenzione con il suo scenario miserabile, di tanto in tanto occorre occuparsene. Mi riferisco in breve alla questione del sistema elettorale nel cui merito non entro, tanto è palese la sua incostituzionalità, la sua iniquità politica, la rozzezza con cui è stata preparata: D’Attorre ha ragione a segnalare l’enorme imperfezione di due norme in contrasto fra loro nell’art 5.

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A quanto pare Renzi se la sta vedendo brutta…

Con la direzione Pd i giochi congressuali si sono riaperti, con Orlando che rifiuta la tregua ed attacca apertamente e con Franceschini che passa decisamente all’opposizione. Al contrario (stando a quel che dice la stampa), sembra che Emiliano propenda per un accordo con il segretario, in cambio di essere lui a fare le liste per la Puglia. Tuttavia, non crediamo che sia questo il maggiore ostacolo sulla via di Renzi: i suoi oppositori forse non hanno i numeri anche con il passaggio di Francescini e poi, potrebbe esserci il contro passaggio di emiliano. Soprattutto non hanno la determinazione, il coraggio, la tempestività necessari a portare sino in fondo l’operazione. Ma, anche se magari non combineranno nulla, possono efficacemente destabilizzare il partito, incoraggiare ulteriori uscite (e già ne stanno piovendo dappertutto) e pregiudicare la campagna elettorale.

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Cari compagni di art.1-Mdp e di Si auguri di buon lavoro. Però…

Con la recente manifestazione di Art 1 Mdp si è aperto un processo che potrebbe riguardare anche Si e questo sarebbe augurabile, perché non vorrei che alle politiche ci ritrovassimo con due liste, ciascuna con il 2,9% e nessun parlamentare. Poi al Senato, dove la soglia di sbarramento è l’8% credo non ci sia proprio niente altro da fare. Di un soggetto di sinistra in Parlamento c’è bisogno e, quindi, non fate scemenze. Detto questo, devo dire che diverse cose non mi convincono e mi pare non si stia partendo con il piedi giusto.

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Ma i 5 stelle hanno votato a destra nei ballottaggi?

L’Istituto Cattaneo ha scoperto l’acqua calda! Se gli elettori 5 stelle avessero votato per i candidati di centro sinistra questi avrebbero vinto, siccome hanno perso, dunque i 5 stelle hanno “aiutato” il centrodestra votandone i candidati o “rifugiandosi” nell’astensione. Ergo: il M5s è un movimento di destra. Impagabile quel “rifugiandosi” che, per la verità favorisce chiunque arrivi primo al primo turno (quindi al Pd a l’Aquila, anche se poi un 8% dei suoi elettori si sono astenuti al secondo turno e non mi pare che sia colpa dei 5 stelle). Questo presuppone però che il Pd sia un partito di sinistra, mentre si dà il caso che per una fetta rilevante dell’elettorato, sia percepito come “Peggior destra”. Forse chi pensa questo sbaglia, ma avrà anche diritto di sbagliare con la sua testa, mi pare, poi, se andiamo a vedere nel merito, ci sono molte ragioni per sostenete questa tesi.

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Le novità sulla legge elettorale.

Le novità sulla legge elettorale si succedono sullo schermo del pc a ritmo frenetico e non sempre il commento riesce a tenere il passo. Ad esempio devo un errata corrige: la norma sulle coalizioni di collegio e circoscrizione (di cui all’art. 18 bis comma 7) è saltata e non c’è più. Ora vengono altre novità:
a.    i collegi uninominali sono ridotti a 225
b.    riduzione delle circoscrizioni da 27 a 22
c.    cancellazione delle pluri candidature nei listini bloccati.
Piccole concessioni al M5s che risolvono qualche problema ma ne aprono altri.

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La fine della socialdemocrazia europea.

Una settimana fa la Spd di Schulz (sino a non molto tempo prima data in forte risalita) ha incassato la terza batosta di fila in una elezione locale (e nel land più popoloso, tradizionale roccaforte socialdemocratica); ormai nessuno più crede che Schulz possa sfidare credibilmente la Merkel ed alcuni iniziano a prospettare scenari con una Spd sotto il 20%. Più o meno contemporaneamente, i socialisti spagnoli (ridotti ai minimi termini elettoralmente) sono alle soglie di una scissione rovinosa. Il tutto dopo la dèbacle senza precedenti dei socialisti francesi. E’ la fine della socialdemocrazia europea?

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Un possibile trappolone contro il M5s.


Non ho particolari prove di quel che sto per dire, ma, diciamo che è il mio olfatto che mi fa sentire qualcosa che non va che è nell’aria. Partiamo da una semplice constatazione: tutti (dico tutti) i sondaggi dicono che il M5s non prenderà il 40% (è ancora troppo indietro) ma sarà il partito di maggioranza relativa (il Pd sta scendendo sotto il 25% ed il listone di destra sembra allontanarsi, per cui Lega e Forza Italia si attesteranno sul 15% ciascuno). Per cui, se la legge elettorale resta quella che è, senza coalizioni, il M5s “vince” le elezioni come partito di maggioranza relativa, ma non ha i voti da solo per fare il governo. Partiamo da questo che è lo scenario più probabile e che lascia presagire un governo di larghe intese Pd-Fi e camerieri al seguito.

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La proposta di riforma elettorale del M5s: quantomeno discutibile. Ecco perchè.

In forma non ufficiale, il M5s ha avanzato una proposta di mediazione sulla riforma elettorale, per bocca del vice Presidente della Camera Luigi di Maio, poi parzialmente rettificata da Danilo Toninelli. Sostanzialmente si tratterebbe di un rifacimento dell’”Italicum” renziano rispetto al quale si operano queste variazioni:

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Renzi ha vinto questo match. Ed ora?

So che buona parte dei lettori di questo blog storce il naso quando scrivo di Pd e di Forza Italia o simili: per la maggior parte sono argomenti di cui non mette conto parlare, perché ormai irrimediabilmente avviati sulla via del tramonto, anzi: sono “partiti morti” e questo in particolare dopo il 4 dicembre che ha “steso” Renzi ed il Pd. Ma le cose non stanno proprio così.

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