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Qualche previsione elettorale…

Ormai ci siamo e per fortuna. Questa orrenda campagna elettorale sta per finire, dunque, azzardo qualche previsione sui possibili risultati che, in buona parte, immagino diversi dai sondaggi. Quando a 15 giorni dal voto c’è ancora un 35% di indecisi può succedere di tutto e ogni previsione non può che essere assai aleatoria, per cui mi perdonerete se mi manterrò un po’ sul generico, con fasce di oscillazione relativamente ampie, giusto quel che basta a vedere le tendenze di massima e magari prevedere qualche possibile sorpresa caso per caso.

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Elezioni: come stabilire chi avrà vinto e chi avrà perso: una premessa.

Come ormai di consueto faremo il “gioco delle asticelle”: fissando per ogni partito le soglie al di sopra o al di sotto delle quali si può parlare di vittoria, di sconfitta o di “fascia grigia”. Questa volta cerchiamo di rendere più preciso il gioco con una premessa: fissare alcuni parametri iniziali come il bacino potenziale, poi la fascia di oscillazione sulla base dei sondaggi (ad oggi, ovviamente), l’aspettativa del rispettivo elettorato, poi l’obiettivo elettorale del partito, infine quelli politici del partito.

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Elezioni: la vera posta in gioco non è nel risultato del 4 marzo.

Le elezioni servono sia a determinare chi governerà che a rappresentare in Parlamento gli interessi e le posizioni culturali presenti in una società e che poi dovranno essere mediati. La cultura rozzamente “governista” di questo trentennio scorso ha ridotto tutto alla scelta di chi governerà. Questa volta, però, si tratta di un gioco un po’ diverso nel quale la determinazione del governo diventa l’obiettivo secondario, mentre in primo piano c’è l’assetto costituzionale del paese.

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Che strane elezioni: sembra un torneo di tressette a perdere.

Scusatemi, ma c’è una cosa che non ho capito stiamo andando ad elezioni politiche o a un torneo di tressette a perdere?

Il M5s ha fatto questa cosa inconsulta di sbattere fuori e senza motivazioni oltre mille candidati alle parlamentarie (ma le voci che corrono parlano di quasi tremila esclusi), gente che, a questo punto farà una campagna elettorale accanita contro il M5s.

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Dove si decideranno le elezioni? Nord, centro, sud e astensione.

Chiedo scusa per la prolungata assenza, ma sto chiudendo il mio prossimo libro. Si tratta di un lavoro particolarmente impegnativo: è una storia della strategia della tensione che conclude trenta anni di lavoro (i miei primi libri sul tema risalgono al 1989-90) di cui una dozzina (dal 1996 al 2007) negli archivi. Capirete che un po’ ci tengo e sono molto concentrato su questo oggetto di ricerca che troverete in libreria (spero) in Primavera. Vengo al tema di oggi: dove e cosa deciderà lo scontro del 4 marzo.

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Il risultato di Ostia: linee di tendenza verso le politiche?

Risultato per certi versi incerto ma che indica linee di tendenza per le prossime politiche:

M5s: ad Ostia ce l’ha fatta, ed anche bene in percentuale (circa il 60%) ma con due grossi nei: il fatto che, sin dal primo turno, abbiano votato in quattro gatti, e che, al primo turno, c’è stata una flessione di ben 14 punti sul risultato delle comunali, per cui, in cifra assoluta il M5s subisce un forte travaso a favore dell’astensione in primo luogo. Va preso atto, tuttavia, come il M5s, sia riuscito a contenere il deflusso di consensi, nonostante i disastri della giunta Raggi. Comunque, questa vittoria in parte compensa il risultato siciliano che, pur decoroso in voti assoluti, ha segnato la sconfitta nel tentativo di conquistare la regione.

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