Tag: patto del nazareno

Berlusconi: le opzioni del Cavaliere.

I sondaggi elettorali, ormai concordemente, assegnano valori ad una cifra a Forza Italia, che sarebbe, pertanto, il quarto o quinto partito italiano. Letta (quello intelligente, Gianni) ha avvisato l’ex Cavaliere: se le amministrative confermeranno queste quotazioni, è la fine di Forza Italia, ai tempi del PdL, nel 2009, il partito berlusconiano aveva superao il 40%, poi, in un turbine di scissioni, scandali, sconfitte, nuove scissioni, ha perso quasi 4 elettori su 5. Ora è solo l’ombra di sé stesso. D’altra parte, Fi viveva di riflesso del carisma del suo capo, finito il quale, il partito si rivela per quel che è sempre stato: una congrega di affaristi, politicanti, faccendieri, amici degli amici e via di questo passo che, quando l’ombra del capo non garantiva più le facili vittorie di un tempo, hanno cercato altre nicchie in cui accasarsi: chi con il Pd, via Monti, chi con un qualche partitino personale pronto a confluire di qui o di là, chi con la Lega o Fratelli d’Italia.

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Ma che fine ha fatto il quindicesimo giudice della Corte costituzionale?

Come si sa, in settembre sono scaduti due giudici della Corte Costituzionale di designazione parlamentare ed, a novembre, due di nomina presidenziale. I secondi sono stati prontamente rinnovati da Napolitano, invece per i due di competenza del Parlamento, dopo oltre venti votazioni andate a vuoto, è stata eletta Silvana Sciarra, grazie ai voti determinanti del M5s, mentre è stata bocciata la candidata di Fi, la Bariatti, cui quei voti erano mancati.

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L’alleanza Renzi-Berlusconi va molto oltre le riforme istituzionali: il patto ha valenza strategica.

Quando Renzi decise di “sdoganare” il Cavaliere, invitandolo al Nazareno per parlare di riforme istituzionali, si giustificò davanti alla Direzione del suo partito, sostenendo di doverlo fare per ragioni strettamente inerenti alle riforme istituzionali, che, senza una intesa con Forza Italia, non sarebbe stato possibile fare (“E con chi dovevo parlare, con Dudù?”). Dunque, nessun altro punto di contato che le riforme istituzionali, e il governo Letta, che aveva una sua maggioranza parlamentare grazie al Ncd, non aveva nulla da temere (#enricostaisereno… ricordate?).

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Il “metodo Einaudi”, il “Diktat” del Nazareno e la turbo-democrazia di Renzi

Volentieri torno ad ospitare un pezzo di Umberto Baldocchi, di Economia Democratica.

La storia non si fa con i “se”- affermazione nota e arcinota.  Ma la storia non è neppur un aereo guidato da un pilota automatico, come a tanti piacerebbe. La storia è fatta da scelte umane entro una gamma di possibilità, che è essenziale saper vedere. In realtà la storia non si costruisce  senza i “se”.  Ora che il dibattito ( si fa per dire, ma  un dibattito politico vero e proprio non  c’è mai stato ) sulle riforme costituzionali, dopo esser stato risucchiato dal vortice della demagogia più spicciativa e più rozza ( tipo “ce lo chiede l’Europa”, ci “metto la faccia”, “siamo l’ultima spiaggia per la democrazia” ecc.), sembra farsi sempre più una pura prova di forza e di numeri – evidentemente questo il nuovo “allegro” volto della democrazia che si presenta oggi con filibustering, tagliole, ghigliottine e  canguri -, un problema si pone agli italiani più che ai partiti:  ma è davvero possibile costruire un sincero e duraturo compromesso costituzionale ed è sensato cercarlo? La chiave del problema mi sembra una sola: credo che si debba uscire dall’incubo del “patto del Nazareno” .

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Berlusconi assolto: vince la linea Coppi-Nazareno, ma in una guerra che, per il Cavaliere, resta persa.

L’”intervento divino” c’è stato e l’uomo di Arcore è stato miracolato. Ma la corsa ad ostacoli continua e gli ostacoli sono ancora molti. Questa è con ogni evidenza una sentenza giuridico-politica, da mettere per metà sul conto di Coppi e per metà su quello del Nazareno. Leggeremo le motivazioni, ma sin d’ora si capisce che ad uscirne battuta è la “linea Ghedini” di difendersi “dal” processo, e vince la linea Coppi di difendersi “nel” processo. A questo proposito, credo che una ipotesi Coppi per la Corte Costituzionale, oggi acquista molti punti, mentre tramonta del tutto quella di Ghedini che, peraltro, si era detto indisponibile.

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