Una campagna elettorale diversa
Molti, in questa campagna elettorale, lanciano la proposta di un’ imposta straordinaria patrimoniale, ma si guardano bene dal precisare cosa intendono per patrimoniale. Come se l’espressione avesse un significato univoco ed ovvio, non bisognoso di precisazioni. E invece, chiediamoci: la patrimoniale serve o no? Ed a cosa? Ma, soprattutto, che intendiamo per patrimoniale e patrimonio?
Una campagna elettorale diversa.
L’Imu pare che non l’abbia voluta nessuno: Monti dice che era necessaria ma ora la abbasserebbe, Berlusconi non sapeva cosa fosse fino a quando il suo commercialista non gli ha fatto vedere il conto di quello che c’era da pagare per le sue ville sparse nel mondo; Bersani, poi, quando sente Imu ha reazioni allergopatiche. Va bene: vuol dire che ce la hanno portata i marziani, però, visto che siamo tutti d’accordo sulla sua indesiderabilità, non dovrebbe essere difficile trovare un’intesa e liberarcene. O no?! Però la cosa potrebbe creare qualche problema di cassa, visto che ormai è nel conto delle entrate e bisognerà pur sostituire in qualche modo quello che verrà meno. A guardarla bene, l’Imu non è altro che una mini-patrimoniale (e neanche tanto mini, se vogliamo) quindi può anche essere usata come elemento di riequilibrio del carico fiscale fra chi ha e chi non ha. E, dunque, è evidente che va immediatamente abolita -e senza discutere- sulla prima casa.
Come sempre nei periodi di crisi, si è riaffacciato il tema della tassa sul patrimonio; Rifondazione Comunista, ad esempio, ha lanciato un appello (un vero catalogo di luoghi comuni da bar dello Sport) nel quale si legge:
<<Noi proponiamo una politica economica rovesciata, a partire da:
Tassa sui grandi patrimoni al di sopra del milione di euro.
Lotta all’evasione fiscale, facendo pagare per intero le tasse a chi ha usato lo scudo fiscale
…. Dimezzare gli stipendi delle caste e mettere un tetto agli stipendi dei manager>>
A parte la questione degli stipendi ai manager su cui torneremo, occupiamoci della patrimoniale proposta come simbolo di giustizia sociale che chiede di più a chi ha di più.
Ma è proprio vero che le cose stiano così?
Intendiamoci, il principio, in generale, è sacrosanto e tanto più in un’epoca come la nostra nella qualche c’è chi ha accumulato ricchezze spaventose che vanno colpite senza esitazione; il problema riguarda la fattibilità della cosa.