Sul finire dei suoi lavori l’Assemblea Costituente affrontò il tema della legge elettorale proporzionale che, in seno alla seconda commissione, il grande giurista Costantino Mortati (Dc) propose di costituzionalizzare. La proposta di inserire la legge nella carta non venne accolta, ma l’orientamento pressoché unanime fu quello di adottare la proporzionale per l’elezione della Camera nel 1948.
Molto volentieri vi propongo questo articolo di Lucio Mamone, amico e giovane promettente studioso. Buona lettura! A.G.
Il DDL Cirinnà è stato finalmente approvato ed è ora possibile sviluppare una prima valutazione complessiva della vicenda, constatando che non si è persa occasione di spingere la Repubblica un passo più avanti verso il suo declino politico, culturale ed istituzionale. La vicenda ha pertanto acquisito una una rilevanza che va al di là dei suoi aspetti più contingenti e merita particolare considerazione, nonché un inquadramento che parte da lontano.
A me non piace dar ragione o torto per partito preso, ma pesare caso per caso torto e ragioni. Prendiamo il caso del M5s in questa settimana in prima pagina per tre cose: voto sul supercanguro, candidature per le amministrative e questione della multa agli eletti “infedeli”.
Sottraendoci alla retorica della “Costituzione più bella del mondo” o a quella opposta della “Costituzione di stampo sovietico”, possiamo dire che la Costituzione approvata nel 1948 ha mostrato di avere una architettura che ha retto bene alla prova e per oltre mezzo secolo, anche se non sono mancati aspetti discutibili, come il bicameralismo perfetto, l’inutile Cnel, l’articolo 7 sul Concordato, alcune formulazioni non chiarissime in materia di diritti sociali (ad es. il salario “familiare” di cui all’art. 36), ma, nel complesso, si è trattato di aspetti che non hanno inficiato sostanzialmente il funzionamento del modello.
Nel breve volgere di due settimane –o poco più- si sono verificati una serie di eventi che meritano un commento di costume. Abbiamo iniziato con il M5s escluso da tutte le presidenze e vice presidenze di commissione alla Camera, poi è venuto il rinvio a giudizio di Nichi Vendola per la questione Ilva di Taranto, poi è venuto il voto del Senato su Azzollini che ha scatenato un uragano dentro e fuori del Pd. Il tutto dà una rivoltante sensazione di degrado irrefrenabile.
Come prevedevo, il mio pezzo sul caso Azzolini ha provocato diversi dissensi fra i lettori, cosa comprensibilissima, dato il giustificatissimo odio per i politici che, però, può abbagliare. Ovviamente io credo che se un parlamentare ha fatto reati è giusto che paghi, su questo non si discute, ma secondo quanto stabiliscono le leggi. E’ bene che ci ricordiamo una cosa: non si può chiedere, insieme, legalitarismo e giustizia sommaria. Se protesti contro Mafia Capitale, chiedi la punizione dei corrotti ecc. in nome del rispetto della legalità, ecc. poi non puoi essere “disinvolto” nell’applicazione delle norme di procedura: se vuoi il rispetto delle leggi devi essere il primo a rispettare la legge. Insomma: sbatteteli pure tutti in galera e buttate via la chiave, ma dopo un processo regolare. Ci siamo? Ed allora qualche precisazione può essere utile.
Da Buenos Aires, Dario Clemente. La notizia è passata praticamente inosservata ovunque, Italia compresa. Ad inizio mese la banca centrale brasiliana ha cercato di bloccare i trasferimenti finanziari destinati alla capitalizzazione della “banca dei Brics”, il fondo comune di sviluppo da cento miliardi di dollari approvato al VI meeting nel luglio scorso .
Il prepotente ritorno del tema della corruzione ha provocato l’approvazione al senato, della legge anticorruzione a suo tempo caldeggiata dal M5s e da settori della sinistra. Benissimo, ma non vorrei che questo fosse ritenuto la soluzione del problema.
Martedì 10 marzo us, sono stato ascoltato, in qualità di esperto, dalle Commissioni Difesa e Giustizia della Camera, in seduta comune, sul DdL-antiterrorismo appena emesso dal governo. Qui di seguito riassunto quanto ho detto in proposito.