Tag: paolo ferrero

Rifondazione: un caso limite. Ovvero: l’autocritica questa sconosciuta

Dopo la “prima puntata” di alcuni giorni fa, in cui mi chiedevo provocatoriamente se la base della sinistra sia formata di deficienti, ecco la seconda puntata, in cui vi sottopongo il “caso studio” di Rifondazione Comunista.

C’è un partito il cui segretario ha condiviso con gli altri la scelta rovinosa di entrare nel governo con le elezioni del 2006, poi è stato il capo delegazione di quel partito nel governo, dove non ha combinato assolutamente nulla. Di conseguenza ha la piena responsabilità, insieme ai massimi dirigenti del partito della disfatta del 2008 per cui il partito ed i suoi alleati perdevano 2 elettori su 3 e restavano esclusi dal Parlamento.

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Prc a congresso: appello per la presentazione di un documento congressuale della base

Sono ormai convinto che non ci sia più nulla da fare e che Rifondazione sia definitivamente morta. Per di più assistiamo a questi penosi traffici di un gruppo dirigente screditassimo ma che dà i punti a Berlusconi quanto ad attaccamento alla poltrona. Ci sono solo due mozioni per il prossimo congresso, quella dell’ineffabile duo Ferrero-Grassi (non è la faccia di tolla quella che manca) e quella di Falcemartello che già è meglio della precedente, ma che non segnala particolari guizzi di fantasia.

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Piobbichi si è offeso!

Il mio pezzo precedente su “Rivoluzione Cicile” ha fatto arrabbiare molto Francesco Piobbichi (alto dirigente del Prc) che mi manda su Fb questo simpatico messaggio:

“Per Aldo Giannulli che mi ha definito un parassita alcune cose che ho fatto in questi anni come attivista del PRC:

-intervento terremoto aquilano gestione campo presso tempera e zone limitrofe (7 mesi circa);
-intervento presso i campi migranti braccianti a nardo’ (due estati circa 6 mesi);
-intervento presso le crisi aziendali – casse resistenza e presidi – Alcoa – Eutelia – precari Scuola – Fiat

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Sinistra radicale: non c’è più niente da fare (almeno per questo giro)

Diversi amici e compagni mi sollecitano un parere su cosa dovrebbe fare la sinistra radicale in vista delle elezioni. Risposta semplice: nulla e passare la mano. Infatti, almeno per questo giro, non c’è nulla da fare, la sinistra radicale si è suicidata: non si possono perdere 4 anni e 10 mesi e pretendere di risolvere tutto con un tentativo degli ultimi due mesi, siamo seri! Iniziamo da Vendola: la scelta di sottoscrivere l’alleanza con il Pd si è risolta nel disastro che era stato facile prevedere. Nichi, che due anni fa di questi tempi, sognava di arrivare primo in elezioni primarie della sinistra (e forse avrebbe potuto anche farcela)  non è arrivato neppure al secondo turno, surclassato da Renzi che ha preso il doppio dei suoi voti. Per cui, l’alternativa a Bersani non era alla sua sinistra ma alla sua destra ed a Nichi non resta che fare la ruota di scorta di un Pd esplicitamente orientato a mantenere la linea fallimentare del rigore montiano.

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Compagno Ferrero, come si fa a dire: “Abbiamo piena fiducia nella magistratura…”?

Quasi due mesi fa, la magistratura torinese spiccò mandato di cattura contro qualche decina di appartenenti al movimento no Tav. Ancora in questi giorni il tribunale della Libertà ha nuovamente respinto le domande di scarcerazione. Se la memoria non ci fa velo, il codice di procedura penale prevede che la detenzione cautelare possa essere adottata solo  quando ci sia pericolo di fuga all’estero, inquinamento delle prove e reiterazione del reato e ci siano concreti elementi per pensarlo. Insomma, non basta pensare che uno voglia fuggire all’estero per sottrarsi ad una condanna o che abbia interesse ad inquinare le prove, ma deve esserci un qualche comportamento positivo in questo senso (preparativi di espatrio, minacce a un testimone, tentativo di far scomparire prove materiali ecc.). Nel nostro caso, l’unico motivo che può essere addotto è quello dell’ipotesi di reiterazione del reato: insomma che i no global arrestati volessero partecipare a nuove manifestazioni violente. Ma per evitare questo sarebbero sufficienti gli arresti domiciliari (sempre ammesso che le accuse siano fondate nei confronti dei singoli e che ci siano elementi per pensare che abbiano realmente intenzione di ripetere  quei reati). Ma, a quanto pare, i magistrati non la vedono assolutamente in questo modo e rinnovano la detenzione.  Di fatto, questo comportamento si può chiamare solo con in un modo: anticipo di pena. E’ come se la sentenza fosse già scritta.

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Caso Goracci: conclusioni e prospettive

Questo è stato uno dei dibattiti più seguiti su questo blog con una sessantina di interventi (4 sulla dichiarazione di Perrone, 38 sulla risposta di Ferrero e 19 sulla mia lettera). Inoltre sono giunti diversi messaggi sulla pagina fb e 41 compagni hanno preferito scrivermi privatamente via mail. Naturalmente nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di militanti di Rifondazione, e quello che si coglie è un grande senso di smarrimento che va al di là del caso eugubino.  Alcuni hanno scritto in chiave colpevolista (ma nessuno adducendo elementi concreti di giudizio se non una condanna anticipata) altri sostenendo l’innocenza dei compagni (oltre Rolando Dubini, persona rispettabilissima e stimabilissima che conosco personalmente, che è l’avvocato difensore, e quindi scontatamente prende le parti del suo assistito in ogni sede, anche un altro Melandri riferisce il parere della moglie che, avendo lavorato a Gubbio, garantisce per Goracci come persona onesta e altri ancora, per lo più eugubini).

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Lettera a Ferrero: il dibattito

All’interno del dibattito accesosi dopo la lettera aperta al segretario Ferrero, che potete seguire nei commenti agli articoli, vi segnalo la risposta di Nico Perrone, membro della Direzione nazionale della Fds.

“Dissento dal segretario Ferrero: un partito comunista ha i suoi strumenti interni. Deve adoperarli, e non delegare la magistratura. Se non li adopera immediatamente, induce a sospetti”.

Caso Goracci. La risposta di Paolo Ferrero

Il segretario Paolo Ferrero ha molto prontamente risposto alla mia lettera aperta di ieri.

Caro compagno Giannuli,
non sono d’accordo con quanto sostieni nella tua lettera aperta.

1) La tesi di fondo del tuo ragionamento è: se Goracci è innocente va difeso, se è colpevole le misure assunte sono insufficienti. Il punto è proprio questo: noi non sappiamo se è innocente o colpevole, noi sappiamo che è indagato per alcuni reati e incarcerato per aver operato al fine di far scomparire le prove dei reati per cui è indagato.
In questo contesto noi non possiamo far altro che chiedere che la giustizia faccia il suo corso attraverso un iter processuale ed un pubblico dibattimento come definito dallo stato italiano. Per questo fiducia nella magistratura. Io non ho altri strumenti che mi permettano di far luce sulla vicenda. Se tu pensi esistano altri strumenti, fammeli conoscere, potremo utilmente inserirli nello statuto. Per questo, a norma di statuto la misura adottata è quella della sospensione dal partito.

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Caso Goracci. Lettera aperta al Segretario del Prc Paolo Ferrero

Avevo intenzione di concludere sul caso Wang Lijun, ma è successo qualcosa che mi dà molto fastidio, come militante di Rifondazione Comunista e che credo abbia la precedenza, Wang può aspettare qualche giorno (tanto, messo come è, non scappa…)

15 febbraio 2012
Caro compagno Ferrero,

so bene che, come Segretario del Partito, hai troppi impegni per rispondere alle osservazioni di un semplice compagno di base, ma non dispero sul fatto che per una volta possa farlo e, se poi non dovessi rispondere, pazienza: anche quella è una risposta da cui trarre conseguenze…
Ho letto il tuo comunicato sul caso Goracci sul sito del partito e non lo condivido neanche un po’: che significa “abbiamo piena fiducia nella magistratura”? Io da comunista, da studioso di storia e da consulente giudiziario di lungo corso, ne ho assai poca. Ma questo è secondario. Il punto è che non ce la si può cavare con  queste frasi di circostanza che scaricano la coscienza ed evitano di fare i conti con l’aspetto politico della questione. C’è una ipocrisia gesuitica in tutto questo che stupisce in un Valdese.
Veniamo al punto: i casi sono due: o Goracci ed i suoi sono innocenti calunniati, o sono colpevoli di cose altamente disonoranti.

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Il dibattito a sinistra. Cara Sonia, caro Maurizio, caro David

Le reazioni al mio pezzo sulla serata con Bertinotti, Migliore e Ferrero ha provocato reazioni più numerose di quello che mi attendevo. Buon segno: vuol, dire che, pur nella forte differenza di accenti, il destino della sinistra radicale è un nervo ancora sensibile al quale molti reagiscono.
Alcuni di questi interventi mi sollecitano ad approfondire il discorso su alcuni passaggi molto delicati. Procederò per punti iniziando dall’ultimo intervenuto, David:

1- Non credo di aver fatto particolari sconti a Fausto Bertinotti, che ha certo molte responsabilità nello stato di cose presente, prima fra tutte quella di aver allevato un ceto politici di carrieristi incolti e poco capaci. Mi sono limitato a dire che fra lui ed i suoi epigoni c’è un abisso e lo confermo: Bertinotti ha fatto un discorso astratto ed elusivo di molti aspetti decisivi, ma, comunque, nei limiti della decenza politica e culturale, cosa che proprio non si può dire degli altri due. Peraltro l’assonanza con Vendola è molto limitata. Sul rapporto fra movimenti ed istituzioni –o, se preferite, sul rapporto far le diverse forme della politica- dovremo tornarci più diffusamente. Qui mi limito a dire che Bertinotti pone il problema (ed è fra i pochi a farlo) anche se poi abbozza soluzioni astratte e un po’ fumose.

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