Molto volentieri ospito questo pezzo del mio amico Nico Perrone. Buona lettura! A.G.
Quando l’autore di un libro ha avuto un ruolo politico, le sue pagine più interessanti di quello che scrive sono quelle di testimonianza. Il che vuol dire non solo ricordi dei fatti e del contesto, ma soprattutto qualcosa sulle intenzioni che l’autore ha avuto nel suo ruolo.
Nico Perrone, dopo il mio articolo dedicato al suo libro “La profezia di Sciascia: una conversazione e quattro lettere”, risponde ai commenti di alcuni lettori.
Caro Aldo,
grazie di quello che hai scritto sul mio libro, “La profezia di Sciascia: una conversazione e quattro lettere” (ed. Archinto). E grazie a tutti quelli che sono intervenuti con i loro commenti e osservazioni e i suggerimenti. Cerco qui di rispondere ad ognuno di quelli che sono intervenuti.
Alcuni giorni fa ho presentato iil libro dell’amico Nico Perrone nell’articolo “Perché Sciascia è caduto nel dimenticatoio?”. Nico a distanza di alcuni giorni, aggiunge alcuni elementi. Buona lettura!
Di Nico Perrone. Leonardo Sciascia (1921-1989) è amato in Francia, dove sono sempre presenti in libreria parecchi libri suoi. A Parigi egli aveva perfino pensato di stabilirsi con la famiglia, ma prima di riuscirci venne travolto da altri impegni: la militanza politica col Partito radicale (l’annuncio di Marco Pannella fu del 4 aprile 1977), che lo elesse deputato ed eurodeputato. Lui scelse di sedere alla Camera, dove fece battaglie vigorose e animò il dibattito specialmente in corrispondenza del sequestro e dell’uccisione di Aldo Moro.
A novembre scorso è caduto il 25° anniversario della morte di Leonardo Sciascia: pochissimi e freddi i ricordi, così come era stato 5 anni fa per il ventennale. Nelle librerie si fa fatica a trovare i suoi libri. Raro che il suo nome ricompaia in trasmissioni televisive o che siano dati i film tratti dalle sue opere.
Questo è stato uno dei dibattiti più seguiti su questo blog con una sessantina di interventi (4 sulla dichiarazione di Perrone, 38 sulla risposta di Ferrero e 19 sulla mia lettera). Inoltre sono giunti diversi messaggi sulla pagina fb e 41 compagni hanno preferito scrivermi privatamente via mail. Naturalmente nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di militanti di Rifondazione, e quello che si coglie è un grande senso di smarrimento che va al di là del caso eugubino. Alcuni hanno scritto in chiave colpevolista (ma nessuno adducendo elementi concreti di giudizio se non una condanna anticipata) altri sostenendo l’innocenza dei compagni (oltre Rolando Dubini, persona rispettabilissima e stimabilissima che conosco personalmente, che è l’avvocato difensore, e quindi scontatamente prende le parti del suo assistito in ogni sede, anche un altro Melandri riferisce il parere della moglie che, avendo lavorato a Gubbio, garantisce per Goracci come persona onesta e altri ancora, per lo più eugubini).
All’interno del dibattito accesosi dopo la lettera aperta al segretario Ferrero, che potete seguire nei commenti agli articoli, vi segnalo la risposta di Nico Perrone, membro della Direzione nazionale della Fds.
“Dissento dal segretario Ferrero: un partito comunista ha i suoi strumenti interni. Deve adoperarli, e non delegare la magistratura. Se non li adopera immediatamente, induce a sospetti”.
Giovedì 1 dicembre ’11
ore 18, Hotel Sheraton
via Cardinale Ciasca 27, Bari
presentazione del libro
di Aldo Giannuli
Marco Tropea Editore
interverranno, insieme all’autore
Nico Perrone, storico, giornalista
una bella occasione di confronto e dibattito sul mio libro con gli amici e i lettori baresi…non mancate!
Con estremo piacere pubblichiamo questo contributo dell’amico Nico Perrone.
Un ministro che impone tasse pesantissime e ingiuste, deve essere personalmente in regola col fisco. Giulio Tremonti, ministro dell’Economia e delle Finanze del governo Berlusconi, ha invece varato una manovra finanziaria per colpire in modo ingiusto e pesantissimo i ceti medi, e attraverso le ricaduta fiscale, anche i meno abbienti.
Ma proprio Tremonti ha recentemente dimostrato di avere violato in modo arrogante e continuato le leggi fiscali che fa invece severamente applicare nei confronti dei normali cittadini. Il ministro pagava infatti in nero, finché non è stato scoperto, l’affitto di un’ampia e lussuosa abitazione della quale si serviva a Roma. Non appena scoperto, ha cambiato casa alla svelta. Ma senza vergognarsi, continuando anzi ad applicare sempre maggiori vessazioni per i comuni cittadini.