Tag: movimento 5 stelle

Chiusa la partita delle amministrative, ora che si fa?

Poco da dire sui risultati del secondo turno delle amministrative: elettori in fuga, Pdl bastonato, M5s in caduta libera e Pd premiato perché, se il totale deve fare 100, qualcuno deve pur prendere le percentuali perse dagli altri. Il Pd sorride sicuro dopo aver preso tutti i 16 comuni capoluogo, ma se guardasse ai risultati in cifra assoluta riderebbe meno. Ripeto: nessuno faccia l’errore di pensare a queste astensioni come ad una perdita di interesse per le elezioni, per cui possiamo tranquillamente fare come se quegli elettori si fossero dissolti nel nulla. Quegli elettori ci sono e prima o poi li vedremo sbucare da qualche parte.

Molto meno allegro è il Pdl. Il risultato rimette seriamente in discussione la certezza di vittoria in caso di elezioni anticipate. I sondaggi perdono di credibilità, anche se dobbiamo tenere presente una cosa: il Pdl sul territorio esiste poco e nulla e sta perdendo quel poco di ceto politico-amministrativo che aveva, però le cose cambiano quando scende in pista il Cavaliere in prima persona. Quindi attenti a non rifare per la seconda volta l’errore di pensare liquidato il Pdl perché i suoi elettori alle amministrative stanno a casa: come si è visto a febbraio, una porzione di essi poi torna a votare Pdl se a chiederglielo è personalmente il Cavaliere. Questa volta, però, potrebbe esserci un problema in più: l’elettorato di destra sta mostrando di non gradire affatto le larghe intese con i nemici di sempre e, per di più, in un governo che, sostanzialmente, sta confermando la linea della massima pressione fiscale.

Continua a leggere

Come al solito è difficile parlare del M5s

Grillo e la sua creatura politica suscitano simpatie ed antipatie feroci ed è sempre difficile mantenere un atteggiamento pacato. Tuttavia non rinuncio a tentare un confronto razionale fuori dal tifo calcistico.

1- Elezioni: La recente sconfitta elettorale è stata variamente commentata dallo stesso Grillo: prima “è colpa degli italiani”, dopo: “Ma veramente abbiamo vinto: passiamo da 400 ad 800 consiglieri”. Se la logica non è un’opinione, dunque, gli italiani hanno la colpa di aver fatto vincere il M5s. Oppure ho capito male? La prima reazione è una sciocchezza, la seconda un pietoso tentativo di consolarsi.

Continua a leggere

Un voto amministrativo molto politico

Una avvertenza generale: siamo di fronte ad una nuova fiammata di astensioni che, rischia di non essere capita da un po’ tutti gli schieramenti politici, ciascuno dei quali –a parte il Pdl- la attribuisce all’altro: il Pd segnala il calo di voti assoluti di Pdl e M5s e si frega le mani, ma dimentica le centinaia di migliaia di voti che ha perso lui, Grillo, da parte sua, parla di “crollo dei partiti” vedendo i voti persi dagli altri, ma non si pone il problema dei (tantissimi) voti persi dal M5s. Il Pdl ammette la sua flessione, ma la spiega come un fatto di banale pigrizia di un elettorato poco motivato (“c’era il derby” si è consolato Alemanno). E tutti mi pare che non stanno capendo la portata del fenomeno, liquidato con poche parole di circostanza, come se questi italiani non esistessero più o siano definitivamente condannati all’irrilevanza. Non è così: il crescente astensionismo è il fenomeno più rilevante (più dell’affermazione o della sconfitta di ogni singolo partito) da analizzare e capire.

Continua a leggere

Lo Ius loci: lettera aperta a Beppe Grillo

Caro Beppe Grillo,

le sue posizioni sulla questione dello ius loci, in base al quale riconoscere la cittadinanza ai figli degli immigrati, stanno suscitando reazioni molto vivaci a sinistra e non manca chi la accusa di fascismo o, quantomeno, di convergenza con Larussa, Storace la Lega. Vorrei tentare una strada diversa, per discutere nel merito della cosa, abbassando i toni. Partiamo da un dato di fatto: gli immigrati ci sono, sono quasi 4 milioni e mezzo più i circa 600.000 clandestini che sono un problema a parte. Per ora parliamo di quelli regolarizzati in qualche modo: di essi fanno parte circa 250.000 (i dati variano) minori nati in Italia, dunque immigrati di seconda generazione. E’ facile prevedere che, entro una quindicina di anni, il problema riguarderà poco meno di un milione di persone (circa 800.000 secondo stime prudenziali). Che ne facciamo?

Continua a leggere

Friuli, M5s e Pd

Molti avevano pensato che lo sbocco delle elezioni presidenziali avrebbe fatto come prima vittima la Serracchiani e si aspettavano un tracollo del Pd con un simmetrico successo del M5s. Poi, la Serracchiani ha vinto, il Pd ha avuto una perdita percentualmente contenuta e il M5s è crollato. Morale: il Pd si è rinfrancato, godendo dello scampato pericolo, ed i M5s ha negato di aver subito una sconfitta. Ma lasciamo perdere le percentuali e vediamo i dati assoluti, così ci capiamo qualcosa in più, anche perché, con una flessione di 20 punti sulla partecipazione al voto, rispetto a due mesi fa, il raffronto percentuale falsa molto il giudizio.

Continua a leggere

Quirinale: chi ha vinto, chi ha perso

Finalmente un segnale di novità, una ventata di aria fresca: Giorgio Napolitano! Con 740 voti il peggior Presidente della storia repubblicana è stato rieletto (unico, per ora) al Quirinale. Va bene, cerchiamo di vedere chi ha vinto. Ovviamente ha vinto Napolitano, ma non tanto per il fatto di essere rieletto, cosa che, onestamente, non pare avesse cercato, quanto per la piena affermazione della sua linea politica: governissimo di durata (con ogni probabilità presieduto da Amato), sterilizzazione del Pd ed isolamento del M5s e Sel. E’ quello che aveva tentato di fare con l’operazione “saggi”, poi finita nel ridicolo con Crozza, ma che ora tornano a galla. Magari vedremo anche la nomina di Berlusconi a senatore a vita…

Continua a leggere

Per il nuovo Presidente della Repubblica: torno a proporre Raffaele Guariniello

Subito dopo le elezioni politiche (il 4 marzo), scrissi un pezzo sulle imminenti elezioni del Presidente della Repubblica, nel quale sostenevo la necessità di cercare un nome fuori dagli schieramenti, che desse solide garanzie di imparzialità, di fedeltà alla Costituzione e di competenza giuridica e concludevo ravvisando queste caratteristiche in Raffaele Guariniello, procuratore aggiunto a Torino ed autore di inchieste importanti e coraggiose, da quella sullo spionaggio alla Fiat a quelle più recenti sui casi Thyssen ed Eternit. Credo di essere stato il primo a fare quel nome. Molti intervenuti nella discussione di questo blog mostrarono di condividere quella indicazione, spesso aggiungendone altre di pari alto profilo (Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Valerio Onida, per citarne solo alcuni), ma –a mio avviso- meno adatte o per ragioni di età, o per aver ricoperto incarichi politici e di partito che contravvenivano al criterio della persona estranea agli schieramenti.

Continua a leggere

Le fragilità del M5s

Non c’è dubbio che il M5s abbia avuto un successo senza precedenti: anche Forza Italia, alla sua prima presentazione, con il favore delle televisioni berlusconiane e nel pieno della disfatta della prima repubblica, si fermò leggermente sotto (24%) l’attuale risultato del M5s (25%), che aveva incomparabilmente meno mezzi a disposizione. E’ uso italico salire sul carro del vincitore per cantarne l’elogio. Personalmente sono sempre stato di avviso diverso: essere molto aperto verso i movimenti nascenti, respingendone ogni criminalizzazione, ma diventare ben più critico nel momento in cui si affermano. Non faccio eccezione per il M5s, verso il quale ho mostrato interesse ed apertura fra la fine del 2011 e tutto il 2012 (come si potrà facilmente verificare scorrendo indietro le pagine) ma verso il quale sono assai più critico oggi, dopo il suo successo. Ho l’impressione che tanto i dirigenti quanto gli attivisti del movimento siano stati presi da una sorta di “ubriacatura da alta quota”, che sollecita infondate sensazioni di onnipotenza e non fa vedere i molti punti deboli del movimento. Lo dico sine ira et studio, come puro osservatore che riconosce al movimento molte potenzialità positive ma osserva anche le fragilità che lo insidiano.

Continua a leggere

Napolitano, Grillo, i saggi e la Costituzione: questa crisi è grave ma non è seria

Grillo ha proposto di iniziare a far lavorare il Parlamento, “congelando” in qualche modo la crisi di governo e l’esempio citato è quello del Belgio che è da due anni “senza governo” e tira avanti lo stesso. Quasi tutti i costituzionalisti, a parte Cheli, hanno bocciato la proposta ritenendola costituzionalmente impraticabile. Nello stesso tempo, il Presidente della Repubblica ha fatto una proposta in qualche modo convergente: intanto lasciamo il governo Monti che è “pienamente operativo” (si badi all’aggettivo) e facciamo un comitato di saggi che spiani la strada ad un governo di larghe intese, mettendoci  dentro alcuni economisti e costituzionalisti di chiara fama, insieme ad un esponente di ciascun partito (meno il M5s), in modo che trovino una intesa sul programma. Poi, aggiunge, ”io non mi dimetto sino alla fine del mandato” cioè il 15 maggio, il che, in soldoni, significa che prima di settembre non si vota. Dunque questa situazione di “sospensione” potrebbe durare anche altri 5-6 mesi, durante i quali, il governo c’è: Monti.

Continua a leggere