Tag: modernità

Storia delle mafie in Italia: un’ipotesi interpretativa

Molto volentieri segnalo un articolo di Ciro Dovizio, mio collaboratore presso l’Università degli Studi di Milano ed esperto conoscitore e studioso dei fenomeni criminali. L’articolo è stato pubblicato tradotto anche dalla rivista accademica spagnola “Tiempo devorado”, che vi senalo. Buona lettura! A.G.

Riflessioni sulla storia delle mafie in Italia: un’ipotesi interpretativa

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Che Storia serve oggi?

Di Martino Iniziato, Associazione Lapsus.

Nelle settimane scorse si è tenuto su questo blog un interessante scambio di opinioni tra Aldo Giannuli e Danilo De Biasio in merito alla “Storia per anniversari”. Avendo collaborato con Danilo De Biasio per la realizzazione del progetto “Autista Moravo”, ed essendo uno dei collaboratori del Prof. Giannuli, mi sono sentito chiamato in causa dalla discussione a cui vorrei dare un contributo, anche alla luce dell’esperienza e delle riflessioni maturate in questi anni con l’Associazione Lapsus di cui faccio parte. Questo intervento nasce dunque con l’intento di aggiungere degli elementi a quanto sin qui emerso, alla luce di riflessioni di lungo corso, ma anche di quanto sta accadendo nel mondo in questi giorni.

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Appunti per una comparazione fra le tre ondate del processo di modernizzazione

Mercoledì 6 novembre, all’interno del corso di Storia del Mondo Contemporaneo che sto tenendo come ogni anno presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli studi di Milano, terrò una lezione insieme ad Alberto Martinelli, uno dei più importanti studiosi italiani di Modernità e Modernizzazione, nonchè per anni preside della Facoltà in cui insegno. Per introdurre la lezione, ho preparato per i miei studenti questi appunti, che condivido con i miei lettori nella speranza che siano di vostro interesse.

A questo link sono disponibili anche i materiali di una lezione simile tenuta durante il corso dello scorso anno.

Premessa.

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Scola, Scherer, Ouellet, Erdo? Sai che scelta! Ma, questo passa il Conclave.

Stando alle indiscrezioni della stampa, starebbero prendendo corpo due candidature “pesanti” al Sacro Soglio: quella del cardinale brasiliano Pedro Scherer, sostenuto dal partito “curiale” di Bertone e Sodano (ieri nemici, oggi alleati) e quella contrapposta di Angelo Scola appoggiato da un partito “anticuriale” che assomma buona parte dei nord americani, all’arcivescovo di Vienna Schonborn che assicurerebbe un po’ di voti di tedeschi ed est europei, e diversi italiani. Ma si fanno altri nomi come l’americano O Malley, l’ungherese Erdo. Il franco-Canadese Ouellet. Cosa rende simili tutti questi candidati? Sono tutti di orientamento conservatore.

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Appunti per una discussione su Modernità, Modernizzazione, Globalizzazione

Vi propongo la pubblicazione degli appunti che ho scritto per gli studenti del mio corso su Modernità, Modernizzazione e globalizzazione. L’articolo è lungo e forse un po’ insolito per un blog del genere, ma spero possa essere di vostro interesse comunque.

Aldo Giannuli

Usiamo il termine globalizzazione con riferimento al periodo di trasformazioni sociali, politiche e soprattutto economiche, iniziato fra la fine degli anni ottanta ed i primi anni novanta. Non ci sembra corretto, infatti, antedatare la globalizzazione agli anni settanta (come sembra sostenere SOROS  1999 p.146) o al periodo precedente alla prima guerra mondiale (ROGARI 2007) o alla conquista inglese dell’India (come sostiene ELLWOOD 2003 forse influenzato dall’affermazione di Marx che, troppo ottimisticamente, ritenne che essa segnasse l’”unificazione mondiale del mercato”) o addirittura al cinquecento dopo la scoperta dell’America (OSTERHAMMEL – PETERSON 2005) facendo così coincidere tutta l’epoca moderna con la globalizzazione.

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Ma che sta succedendo nel mondo arabo?

Smettiamola di girare intorno alla questione e veniamo al nocciolo del problema: quale è la natura degli avvenimenti in corso nel mondo arabo? L’intervento di Annamaria Rivera (contestato da alcuni, ma, conoscendo bene Annamaria ho l’impressione che questo possa essere dipeso da qualche fraintendimento) andava esattamente in questo senso.
Non c’è dubbio che la sinistra italiana sia nettamente spaccata sul tema e non solo per quel che riguarda i raid anglo-franco-americani, ma anche sul giudizio sulle rivolte in corso in quanto tali. C’è chi vi sospetta (in tutto o in parte) un ruolo dei servizi occidentali che manipolerebbero tutto, chi ne accetta la genuina natura popolare, ma ne riduce la portata a semplici “rivolte per il pane” come ve ne furono già in Algeria negli anni ottanta o in contesti simili, chi, invece, pensa si tratti dell’inizio di un processo rivoluzionario.

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