Tag: michele ainis

Dell’Utri può essere arrestato?

Il Palazzo e la Costituzione: su Dell’Utri e su Ainis

DELL’UTRI. L’ “Espresso” riferisce che il senatore Marcello Dell’Utri è in procinto di trasferirsi a vivere nella Repubblica di Santo Domingo –di cui avrebbe preso la cittadinanza- prima dell’arrivo della sentenza d’appello sulla sua vicenda (sin troppo nota perché se ne debba dire in questa sede).  Se si trattasse di un comune cittadino, andrebbe incontro ad un mandato di cattura, essendo concreto (e direi certo) il rischio di fuga all’estero. Essendo parlamentare in carica, gode dell’immunità, per cui non gli si può impedire di andare a Santo Domingo o dove gli pare. Va bene: l’immunità parlamentare è un istituto a presidio della separazione dei poteri e pensato, inizialmente, come tutela delle opposizioni; non staremo qui a sollevare problemi su questo punto. La questione è un’altra: siamo sicuri che si possa prendere la cittadinanza di un altro stato e che questo non comporti automaticamente la decadenza della cittadinanza italiana?

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Riforma elettorale: vi ricordate che c’è anche la Costituzione?

Brutta estate questa: fa troppo caldo, non piove ed i colpi di sole sono micidiali.
Michele Ainis, che è un costituzionalista fine e competente, propone (“L’Espresso” 16 agosto 2012 p. 11) di sbloccare il dibattito sulla riforma elettorale con un decreto legge che riporti in vita il vecchio Mattarellum, sostituito dal Porcellum. Lo stesso Ainis dice che qualche difficoltà tecnica ci sarebbe, perché l’art. 15 l. 400/1988 esclude la materia elettorale dalla decretazione. Però, in fondo, in passato la questione è stata superata con l’accordo dei “giocatori” che consentirono al governo di modificare aspetti della legge elettorale come la disciplina delle campagne elettorali. Certo, ci sarebbe anche un altro piccolo problema: a fare il decreto dovrebbe essere un governo di tecnici mai eletto dal popolo, il che è un po’ forte. Ma anche a questo c’è rimedio: il decreto –sempre con il consenso dei “giocatori”- rimette in vigore il vecchio Mattarellum a suo tempo votato dal Parlamento, così non si assume la responsabilità di fare scelte di merito fra preferenze, collegi uninominali, proporzionale, maggioritario ecc. Geniale! Come abbiamo fatto a non pensarci prima?!

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Lettera ai colleghi contemporaneisti sul “caso Moffa”.

Pubblico oggi la lettera che ho inviato nei giorni scorsi ai colleghi della Sissco (Società Italiana per lo studio della Storia Contemporanea), dove ho espresso alcune considerazioni in merito al “caso Moffa” che nelle scorse settimane ha creato non poco scompiglio.
Alla lettera, per il momento, non è seguita alcuna risposta da parte dei colleghi.
A.G.

Cari Amici,
Una premessa: Claudio Moffa me lo ricordo dalla fine anni settanta, quando iniziò a bazzicare Democrazia Proletaria, in cui militavo. E lo ricordo molto sensibile alle tesi moscovite a proposito della questione etiopico-eritrea.  Sono sempre stato un antisovietico di granito e sono stato fra i fondatori dell’associazione Italia Eritrea per cui potrete immaginare gli scontri che avemmo. Dopo, nei  primi novanta, vidi la sua rivista “La lente di Marx che sembrava l’organo dell’ Associazione per il Libero Pensiero  di Michail Suslov: roba da gastro duodenite solo a leggere i titoli e l’ elenco dei collaboratori. E proprio su quella  rivista Moffa lanciò la sua campagna negazionista, aprendo un dibattito con interventi di autorevolissimi storici di sinistra.

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