Tag: medio oriente

L’Iraq, dagli attentati alle nuove sfide regionali

Come sempre molto volentieri, ospito questo interessante contributo di Lorenzo Adorni. Buona lettura!

La Crisi Politica Interna

Nel dicembre scorso, a diversi anni di distanza dalla seconda invasione americana, l’Iraq è stato scosso da una lunga serie di attentati. Baghdad, a poche ore di distanza dal quasi definitivo ritiro delle truppe americane, è stata dilaniata da una serie di quindici attentati coordinati estremamente gravi e cruenti.
L’ instabilità politica dello stato iracheno, già notevolmente accresciuta, rischia di aggravarsi di fronte alla nuova fase di cambiamento, estremamente complessa, che sembra ora prospettarsi.
Il ritiro statunitense ha dato il definitivo via libera ad una serie di attori, che in maniera assolutamente conflittuale fra loro, mirano ad ottenere il controllo politico del paese.

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Tira proprio una brutta aria…!

Cappuccino, brioche e intelligence n°33

Spigolando sui giornali delle ultime due settimane:

1- L’università militare tedesca ha approntato un piano per il caso in cui la Germania dovesse decidere un repentino passaggio dall’Euro ad altra moneta (il Marco? il Neuro?). Si sa che gli stati maggiori militari -e le loro accademie- spesso elaborano piani teorici con l’augurio di non doverli mai mettere in pratica e che, nella grandissima maggioranza dei casi (per fortuna) restano sulla carta. Dunque, anche questo potrebbe essere (e ce lo auguriamo) uno di quei piani. Però la notizia merita di essere commentata per due ottime ragioni: primo, perchè la semplice notizia dell’apprestamento di un piano del genere ha in sè un notevole  potere di dissuasione nei confronti dei riottosi alleati europei, destinato a pensare nelle trattative in corso. Ed il semplice fatto che essa sia stata fatta filtrare fa pensare esattamente questo.

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Una bufera in arrivo: Israele-Iran.

Cappuccino, brioche e intelligence n°31

L’Aiea conferma che l’Iran sarebbe sul punto di concludere la sua ricerca per l’uso militare dell’energia nucleare, cioè a breve disporrà di ordigni nucleari. Nonostante le dichiarazioni ufficiali di segno contrario, Israele sembra sia in procinto di realizzare una azione militare sul modello del raid su Osirak del 1980. In due parole stiamo dicendo che sta per arrivare un conflitto di proporzioni non calcolabili.

Iniziamo da alcune considerazioni sulla fondatezza della notizia sul possesso dell’arma nucleare da parte dell’Iran. Il rapporto Aiea conferma quanto già americani ed israeliani (cioè fonti di parte) avevano detto ma, per quel che se ne sa, più che prove ci sarebbero indizi, anche se non pochi o leggeri. Dunque, non siamo affatto sicuri che le cose stiano nel modo in cui vengono presentate, anche se il sentore va esattamente in questo senso.

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Conflitto mediorientale: qualche puntualizzazione.

Come prevedevo, il pezzo sul caso della Mavi Marmara ha scatenato molti interventi decisamente accesi. E’ inevitabile che sia così, perchè intorno al conflitto mediorientale si è creato un grumo spaventoso di problemi che va molto al di là della questione di merito: il ruolo degli Usa, il giudizio sul tipo di democrazia vigente, i rapporti fra occidente e gli altri (e sullo sfondo, l’ordine capitalistico del mondo), ecc.
Tutte cose che sollecitano cervello e viscere e non inducono a riflessioni pacate. E, però, questo sforzo di razionalizzazione dobbiamo farlo se vogliamo capirci qualcosa. E, dunque, è bene isolare la questione in se dalle molte altre che pure vi sono correlate.

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Cappuccino, brioche e intelligence n°15: l’attacco israeliano alla flottiglia pacifista: ma perchè?

Come si sa, lunedì 31 maggio, la marina israeliana ha attaccato un convoglio di aiuti umanitari a Gaza, provocando 10 morti e numerosi feriti.
L’attacco, in acque internazionali, ad una nave battente bandiera neutrale è semplicemente un atto di pirateria, punto e basta.
E le giustificazioni date (i pacifisti erano armati, erano amici dei terroristi, li avevamo avvertiti ecc.) non sposterebbero i termini del problema di un millimetro anche se fossero vere e, in buona parte, sono semplicemente risibili.
Detto questo, poniamoci il problema del perchè Israele ha fatto una simile enormità, che si sta trasformando nel più clamoroso boomerang della sua storia. Va da sè: non si è trattato dell’iniziativa dei militari ma che l’accaduto è frutto di decisioni politiche premeditate.  Ed allora perchè?

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