Tag: mediaset

Ma Parisi ha il “quid”? Cronache nel centro destra.

Come era prevedibile, nel centro destra si è scatenata la guerra civile per succedere a Silvio, sempre che ci sia davvero una successione da attuare. Mi spiego meglio. Allo stato dei fatti, la successione è imposta, prima di tutto, dall’ineleggibilità del (ex) Cavaliere a seguito dell’applicazione della legge Severino. Cosa per la quale l’interessato ha fatto ricorso davanti alla corte di Strasburgo, sostenendo che, all’epoca dei fatti per i quali è stato condannato, la legge Severino non c’era e, pertanto, è applicabile retroattivamente. 

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La controffensiva del Cavaliere.

Che il Cavaliere non abbia un lungo futuro politico è cosa su cui è facile convenire: il partito si sta disfacendo, il cielo sui tribunali è tornato carico di nubi minacciose, la Lega lo snobba, il feeling con l’elettorato è definitivamente compromesso. Questo ha spinto diversi a pensare che anche lui se ne stia facendo una ragione e che la vendita di parte del pacchetto Mediaset sia un modo per “far cassa” e magari andare all’estero, prima che i giudici lo trattengano in patria.

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Se proprio vogliamo discutere di cosa fu il craxismo…conclusioni

Se proprio vogliamo discutere di cosa fu il craxismo…conclusioni

Ambiguità ed ombre.

Nella vicenda storica e politica di Craxi luci ed ombre si confondono spesso, creando problemi di interpretazione non facili. E’ il caso dei suoi rapporti con la P2 e del cosiddetto “conto Protezione” (il conto istituito presso l’ Ubs da Gelli e Ortolani a favore del Psi ). Di qui è nata una vulgata per la quale Craxi è stato portato alla segreteria del Psi dalla P2 in attuazione del “Piano di rinascita democratica” e per isolare il Pci. Le cose non stanno esattamente così. Intanto, ricordiamo che dei parlamentari socialisti che risultano nell’elenco P2 4 erano della corrente di De Martino (Manca, Lenoci, Labriola, Monsellato), due erano manciniani (Finocchiaro e Santi) ed uno della sinistra lombardiana (Cicchitto).

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Craxi: le sentenze sono carta straccia?

Le sentenze sono carta straccia?

Compare sul “Corriere della Sera” del 3 gennaio un articolo a firma di Luigi Ferrarella “Carta straccia le sentenze su Craxi?” nel quale, sostanzialmente, si riprende l’ interrogativo di altri (fra cui Francesco Saverio Borrelli): “Come fa uno Stato a condannare penalmente una persona con una mano ed a celebrarla con l’altra?”. Le sentenze non possono essere ridotte a carta straccia pena la delegittimazione della giustizia penale che darebbe via libera ad ogni condotta antisociale.
In linea di massima, il ragionamento non fa una piega, tanto più che la cultura della legalità appare piuttosto in ribasso negli ultimi tempi e una battaglia in sua difesa appare più che urgente.
Ma questa faccenda non può essere liquidata con un giudizio così secco e privo di sfumature.

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