Tag: matteo renzi

Ma chi e perché resiste all’apertura degli archivi?

Al di là del carattere più o meno elettorale della sortita renziana, conviene fare qualche considerazione più generale sull’apertura degli archivi dei servizi, delle forze di polizia e di “tutte le amministrazioni dello Stato” (Ministero degli Esteri? Del Commercio con l’Estero? Banca d’ Italia? Banche pubbliche ed enti a Ppss del tempo? Dove ci fermiamo?) e sugli interessi che si scontrano intorno a questo nodo. Quando si parla di archivi di polizia e servizi, subito la mente va alle stragi ed al terrorismo. Ma, a costo di dare una grave delusione a chi mi legge e spera nella “grande rivelazione”, questa è, probabilmente, la parte meno rilevante e quella che spiega meno le tenaci resistenze che si oppongono all’apertura degli archivi.

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Napolitano: the end

Si parla ormai correntemente delle prossime dimissioni di Napolitano, c’è chi le prevede per giugno (dopo le europee) chi per dicembre (dopo il semestre italiano alla Ue), ma nessuno scommette sul fatto che resista un anno. A preparare il terreno ha pensato il suo vecchio e sodale di corrente Emanuele Macaluso, che ha ripetutamente dichiarato che Napolitano non avrebbe completato il mandato, facendo pensare ad una decisione non lontana.

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Cosa c’entra il Quatar con la crisi del governo Letta?

Spesso gli analisti sono portati a stabilire rapporti causa-effetto mettendo in relazione eventi che, invece, si sono succeduti casualmente. E’ sempre un rischio presente e conviene sempre sciogliere un po’ di dubbio nelle proprie ipotesi. Soprattutto quando non si abbiano prove certe a sostegno ma solo indizi.  Questo non vuol dire che si debba rinunciare ad avanzare supposizioni da sottoporre a verifica, man mano che gli eventi procedono.

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Una risposta a proposito del M5s

Esaurite le scadenze che mi hanno tenuto maggiormente occupato, lasciando che si accumulassero “sulla scrivania” del sito molte questioni, mantengo la promessa di intervenire sui temi di cui mi si era fatta richiesta. Intanto, ringrazio sia Angelo che Lorenzo per avere introdotto la discussione, rispettivamente, su Venezuela e Ucraina come meglio non si sarebbe potuto; dirò anche la mia su queste due questioni, prima però mi tocca occuparmi del M5s, e delle sue “purghe” interne, dato che qualcuno mi ha accusato di doppiopesismo. Nessun doppio peso: vengo al merito della questione.

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Renzi ha avuto la fiducia, ma durerà?

Renzi ce l’ha fatta a mettere insieme una risicata fiducia al Senato, nonostante abbia praticamente preso a schiaffi i senatori (la Annunziata parla di “provocazione dadaista”). La maggioranza, però, è la stessa che aveva Letta, niente di più. Della Camera non diciamo: risultato ovvio. I giornali sono tutti molto freddi per la vaghezza del discorso e il suo stile “informale”. Diversi sottolineano l’eccessiva propensione alle battute e la strafottenza del gesto: i plateali sbadigli, il discorso tenendo ostentatamente la mano in tasca ecc. (peraltro come fece Carlo Scognamiglio nel suo discorso di insediamento come Presidente del Senato nel 1994). Comunque, in effetti il tono era quello di chi dice: “Sbrigatevi a votarmi e non fatemi perdere tempo,
bestie!”.

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Il confronto Grillo Renzi

Ho seguito il confronto fra Renzi e Grillo. Nel merito sono d’accordissimo con il giudizio espresso da Grillo su Renzi, come persona che rappresenta i poteri forti a cominciare da quelli finanziari. Nessun dubbio in proposito e ricordarlo non è male. Così come è bene tener presenta anche la scarsa credibilità del personaggio che smentisce quello che ha detto 1 ora prima. Quello che mi ha lasciato perplesso è stato il modo con cui Grillo si è giocato l’incontro.

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Metodo Renzi e squadrismo Cgil: ma che sta succedendo alla sinistra?

Scriveremo dell’”Operazione Renzi”, fra qualche giorno, quando, con la formazione del governo i giochi saranno un po’ più chiari. Per ora non è inutile qualche riflessione sul come questa strana crisi si sta sviluppando. In primo luogo l’opacità che avvolge ormai regolarmente la politica di questo paese: come mai Napolitano ha ritirato il suo patronage a Letta? C’entra qualcosa il siluro Friedman? E, a proposito, come mai Forza Italia si è astenuta sulla messa in stato d’accusa?

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Il Senato di Renzi: a che serve?

Renzi è un grandissimo comico. Per esempio sono formidabili le sue imitazioni di Crozza che imita Renzi. Il guaio è che, non sapendo di essere un grande comico, le sue migliori battute vanno perse. Ad esempio ieri ha parlato di intesa sulla riforma del Senato fra “i maggiori partiti dell’Arco Costituzionale”. Arco costituzionale a chi? A Berlusconi che dice che questa è una Costituzione bolscevica? A Gasparri che viene dal Msi? A Monti che non esiste più? O a se stesso che la Costituzione non l’ha letta nemmeno una volta?

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L’intramontabile Cavaliere, Renzi ed il ri-porcellum

In attesa di fare un confronto puntuale fra la bozza di legge elettorale di Renzi e la recente sentenza della Corte Costituzionale, credo di dover fare delle valutazioni politiche sull’incontro fra il neo segretario Pd e l’intramontabile Cavaliere, la cui portata va ben oltre il merito della legge elettorale.

In primo luogo, mi sembra che questo accordo abbia gambe molto corte e scarsa possibilità di riuscita. Esso è articolato in tre punti: legge elettorale, riforma del Senato e riforma del titolo V della Costituzione.

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Le proposte di riforma elettorale di Renzi

Ma che paese è questo dove, a seguito di una pronuncia della Corte Costituzionale di quella portata, si inizia a discutere delle proposte di riforma prima di leggere le motivazioni della Corte? Qui non si è capito che non possiamo permetterci un’altra legge elettorale che, dopo un po’, viene di nuovo dichiarata illegittima, a meno che non vogliamo portare le istituzioni repubblicane al crollo. Anche perché, questa volta non occorrerebbero sei anni per arrivare alla Corte Costituzionale, ma basterebbero pochi mesi: la volta scorsa il ritardo è stato causato dai tribunali ordinari che hanno bocciato l’eccezione di costituzionalità ritenendo che un quisque de populo non possa sollevare eccezione di costituzionalità sulle leggi elettorali.

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