Tag: matteo renzi

Il 70° della Liberazione e la “memoria pulita”

Con molto piacere ospito questo articolo di Elio Catania di Lapsus, che apre un dibattito su cui bisognerà discutere e tornare. Buona lettura! A.G.

Di Elio Catania, Lapsus. In queste settimane si sono svolte in tutto il paese e a tutti i livelli (istituzionali, società civile, organizzazioni politiche) iniziative e celebrazioni in occasione dei 70 anni della Liberazione, con apice ovviamente nella giornata di sabato 25 aprile.

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Renzi sta rottamando il Pd.

Il capogruppo alla Camera, Speranza, si è dimesso, la scissione incombe; Bologna i tesserati al Pd sono scesi di colpo del 25%; a Roma dilaga il fenomeno delle tessere false e, stando al rapporto di Fabrizio Barca, il partito è pieno di affaristi, trafficoni e delinquenti vari; a Napoli il trionfo regionale di De Luca sta aprendo falle molto consistenti con l’abbandono di chi non è disposto a votarlo; come peraltro in Liguria, dove le denunce di Cofferati (non raccolte da nessuno) stanno provocando uno smottamento; in Sicilia è la candidatura di un esponente di Fi, in una lista comune, a provocare dimissioni di consistenti gruppi di iscritti; in Puglia c’è protesta per la candidatura di Mele a sindaco di Carovigno. E poi gli scandali che ormai investono regolarmente uomini del Pd in compagnia di esponenti di Fi. Può bastare?

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Tra Leopolda e seduzione: appunti su un profilo di Matteo Renzi

Molto volentieri pubblico questo interessante ed anche divertente articolo di Adriano Voltolin, Presidente della Società di Psicoanalisi critica. Buona lettura!

Di Adriano Voltolin. Una lettura psicoanalitica di un fenomeno oppure di un personaggio non ha la pretesa di dare una lettura vera di quanto preso in esame, ma solo l’ambizione di poter contribuire, assieme ad altri vertici osservativi, ad una interpretazione più completa di quanto viene preso in osservazione. Nello studio di un analista una persona porta se stessa in molti modi, tra i quali, l’opinione che esprime di se stessa, ha una notevole importanza sintomatica: vale di più ciò che non sa di sé e che emerge, per dirla con un famoso analista francese, come qualcosa che zoppica, che fa ostacolo e che marca un tratto della sua personalità.

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Libia: per una volta Renzi la stia facendo giusta?

Non sono un pacifista per principio, detesto il Califfato e i suoi fanatici tagliagole, tengo ben distinte le ragioni della politica da quelle dell’etica, come mi ha insegnato zio Nicolò, sono per il realismo politico e mi sforzo sempre di considerare con  occhio non prevenuto le ragioni di chi dice cose opposte alle mie, ma, devo confessare che, per quanto rigiri la questione da tutte le parti, non riesco a trovare un solo motivo serio per un intervento italiano in Libia, in questo momento.

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“Forma Matteo: abbattilo!” “Forza Silvio: sfascialo!”.

Stiamo per assistere ad uno storico combattimento, da far impallidire quelli fra Clay e Liston o fra Tyson e Douglas: l’incontro Silvio-Matteo, per il titolo mondiale. Si profila un incontro senza esclusione di colpi: decreti, scandali giornalistici, compravendita di parlamentari, condom bucati, manovre di borsa, pubblicazioni di foto hot, inchieste giudiziarie, imboscate, tradimenti e (perché no?!) attentati, sequestri di parenti…

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Il segreto di Renzi.

Oggi Renzi è indubbiamente il vincitore dello scontro appena concluso. Non è detto che questo gli porti fortuna: non credo che Mattarella sarà un Presidente-scendiletto ed, anche se non sarà particolarmente interventista, non sarà un Presidente-complice come il suo predecessore. Inoltre, non è detto che il Nazareno risorga o che, risorto, torni ad essere quello di prima, e questo potrebbe creare molti grattacapi, tanto sulla via delle riforme, quanto su quella del governo.

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Quirinale: alla vigilia.

Non avevamo previso male, a dicembre, quando sostenemmo che lo scontro sul Quirinale si sarebbe incentrato sulla questione del Nazareno: da una parte l’alleanza strategica fra Renzi e Berlusconi (con l’umile codazzo centrista), dall’altro gli oppositori del Nazareno esterni ed interni a Pd e Fi.

Non si tratta solo dell’elezione del Presidente, ma anche degli sviluppi della politica italiana per i prossimi anni e, forse, per il prossimo decennio. In primo luogo l’elezione di un Presidente del Nazareno significa che la legislatura andrà avanti sino al 2018, salvo eccezionali incidenti di percorso.

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Su alcuni caratteri d’urgenza di una legge sui partiti

Molto volentieri ospito questo intervento dell’amico, giurista ed ex parlamentare Nicola Colaianni. Buona lettura! A.G.

I partiti sono in crisi. Quelli che abbiamo conosciuto nei primi cinquant’anni di repubblica, così forti e pervasivi da aver dato luogo alla partitocrazia, non esistono più. Non val neanche la pena criticarli: per riprendere una battuta, mi sembra, di Gaetano Silvestri, commetteremmo un vilipendio di cadavere.

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Ancora sugli assenteisti nella Pa: capiamoci.

Devo stare invecchiando, perché il mio pezzo precedente sugli assenteisti non ha provocato le reazioni che mi attendevo. Ma forse è lo strascico del clima di Natale che rende tutti più buoni… non so.

Comunque, prima di tutto, togliamo di mezzo qualche equivoco:

1. non c’è nemmeno bisogno di dire che le responsabilità maggiori della cattiva conduzione dell’amministrazione italiana, compreso l’assenteismo, sono dei dirigenti: se sapessero fare il loro mestiere e fossero scelti per questo e non per meriti di clientela, i problemi non sarebbero risolti ma sarebbero attenuati.

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Gli assenteisti e il pubblico impiego: quando il sindacato sbaglia tutto.

A Roma, il 31 dicembre, 4 vigili urbani su 5 si sono dati per ammalati o hanno scelto proprio quel giorno per donare il sangue e godere del relativo permesso per le ore seguenti. La cosa è subito servita al governo per tuonare contro gli irresponsabili e annunciare: “cambieremo il pubblico impiego, licenzieremo i fannulloni”.

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