Tag: mattarella

Partiamo con il Toto Presidente.

Fra due anni esatti il Parlamento eleggerà il nuovo Presidente della Repubblica, e due anni per una scadenza del genere sono pochi, quindi le grandi manovre sono iniziate. Per la verità con un'incognita da risolvere: voteremo con questo Parlamento o prima ci saranno le elezioni politiche? E come andranno? Partiamo dall’ipotesi che si voti con questo Parlamento.

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L’autunno che viene.

Chiedo scusa per la lunga assenza, ma sto ultimando il mio prossimo libro che troverete in libreria a novembre e spero vi piacerà (ma ne parleremo). Riprendiamo con qualche considerazione su quel che ci aspetta ne prossimi due o tre mesi. La prima scadenza è molto vicina: domani (salvo rinvii), quando si deciderà sui 49 milioni che la Lega deve allo Stato.

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Per chiudere sulla questione di Mattarella

Confesso di essere un po’ spaventato per le cose che ho letto anche in questo blog sulla questione di Mattarella e della sua messa in stato d’accusa, e non certo per il livore di alcuni interventi ed anche per le insolenze e gli insulti di parte grillina che non mi impressionano affatto, ma per i danni che la cultura giustizialista ha prodotto sul piano della cultura politica diffusa. Ho cercato –con scarsa fortuna in verità- di separare l’aspetto penale da quello politico, sottolineando il mio prieno dissenso politico dalle scelte del Presidente, torno sulla vicenda solo sul versante giuridico.

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Mattarella e la linea d’ombra.

Nel pezzo precedente mi sono occupato del profilo istituzionale e penale della vicenda del governo Conte, oggi mi occupo del profilo politico che (la cosa non è affatto chiara per diversi frequentatori di questo blog) non sono affatto la stessa cosa e la messa in stato d’accusa del Presidente non è una azione politica (come sarebbe una mozione di sfiducia, peraltro non prevista dalla Costituzione) ma l’avvio di una procedura penale che, in quanto tale, deve rispettare i principi del garantismo penale.

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Governo: cosa farà Mattarella?

Un paio di settimane fa mi capitò di osservare, nel corso di un paio di occasioni Tv, che l’ipotesi di un governo del Presidente (o simili) non aveva probabilità alcuna di successo, a meno che non si producesse un evento imprevedibile e drammatico che rendesse impraticabili elezioni anticipare a breve termine. E feci l’esempio dell’esplodere di una grave crisi bancaria, di un attentato jhiadista in Italia o di un terremoto, eventi per i quali sarebbe apparso folle andare a votare e tenere il paese senza governo ancora per molti mesi durante una simile emergenza. Ora l’evento imprevedibile e drammatico si è verificato: la crisi siriana con il brusco peggioramento della situazione internazionale. I missili volano e noi non abbiamo un governo nella pienezza dei suoi poteri.

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L’elezione di Mattarella nei ricordi di Renzi e… nei miei ricordi personali.

Ho letto in rete un’altra anticipazione del libro di Renzi, per la quale, a far fallire il patto del Nazareno, sarebbe stato un accordo sottobanco fra D’Alema e Berlusconi. Il Cavaliere, incontrando Renzi gli avrebbe confidato di aver ricevuto una telefonata di D’Alema che gli assicurava i voti della minoranza Pd, qualora egli avesse puntato su Giuliano Amato quale suo candidato al Quirinale, cosa su cui il Cavaliere si sarebbe detto d’accordo e Renzi, da quel momento, avrebbe capito di non potersi più fidare dell’uomo con cui aveva stretto il patto del Nazareno. Per la verità Renzi il nome di Amato non lo fa, però le allusioni questo fanno pensare. Renzi aggiunge di non aver avuto nulla contro l’autorevole nome proposto, ma di non poter permettere che l’intero Parlamento fosse scavalcato dall’accordo telefonico fra due notabili e noi tutti sappiamo quale sia la sensibilità di Renzi sul tema ed il suo rispetto per la sovranità del Parlamento.

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Elezioni si o no?

Sino ad una settimana fa, il dado sembrava tratto: elezioni a giugno (se non addirittura il 30 aprile) e la campagna elettorale era già iniziata con tanto di proclami. Persino Mattarella, salvo una flebile reiterazione della richiesta dell’impossibile armonizzazione dei sistemi elettorali di Camera e Senato, sembrava arreso all’inevitabilità dello scioglimento anticipato. 

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