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Devo congratularmi con “Mario Il Grigio” (Monti)

Non stupitevi: devo proprio congratularmi con il senatore Monti. Non per la manovra economica (per carità!), che è un disastro: botte da orbi a ceti popolari e medi, diminuzione delle garanzie sociali, grandinata di tasse su immobili e consumi. E tutto senza nessun risultato, nè vicino nè lontano: lo spread continua ad impazzare, il rischio di fare default  è intatto, perchè non si sa come sostenere interessi al 7% su un debito arrivato al 120% del Pil, ripresa economica sempre meno vicina e credibilità internazionale al punto di prima: zero. Sotto questo aspetto va detto che il bilancio non  potrebbe essere peggiore: avevamo chiamato San Giorgio per abbattere il Drago e il Drago continua a farla da padrone senza neanche filarsi San Giorgio. Dunque non è per questo che ci congratuliamo.

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L’accordicchio sull’Euro

Fra gli addetti ai lavori, il 9 dicembre era una sorta di “giorno del giudizio universale” che ci avrebbe detto se l’Euro sopravviverà o no. I resoconti sull’esito possiamo sintetizzarli così: <<La riunione è terminata e l’accordo c’è, ma non completo; è parziale e non unanime, cioè quasi unanime (manca solo l’Inghilterra) però dobbiamo prevedere che la Grecia è destinata ad uscire. E l’accordo non è immediato, perchè poi lo definiamo a marzo. Più che altro è la premessa di un accordo che c’è, ma forse non c’è. Però può migliorare, se non peggiora. >>
Ci avete capito nulla?
Veniamo ai dati di fatto.

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Due parole sul nuovo governo

Alla fine Monti ce l’ha fatta, come era prevedibile. E, come anche era prevedibile, si è trattato di un governo bicolore catto-tecnocratico. Ma con alcune sensibili differenze rispetto alle previsioni.
Osserviamo la composizione della squadra e “pesiamo” la presenza cattolica: in totale tre ministri (Riccardi, D’Ornaghi e Balduzzi) più uno (Passera) che dobbiamo considerare a parte. Infatti, Corrado Passera non ha alle spalle una militanza cattolica in senso proprio, quanto una carriera lo collega al polo “cattolico” della finanza italiana (prima all’Anton-Veneta, poi gruppo Intesa che assorbe la Cariplo, infine Intesa-San Paolo) a fianco di Giovanni Bazoli che, invece, è più organico al mondo cattolico.
Dunque, la sua nomina a ministro dell Sviluppo economico e delle Infrastrutture, può essere intesa anche come un rafforzamento del polo cattolico a fronte dell’attacco internazionale ai nostri due principali gruppi finanziari (appunto, Intesa ed Unicredit). In questo senso possiamo ritenere Passera un “aggregato” della pattuglia cattolica.

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Crisi: qualche breve precisazione. A ognuno il suo

Rispondo con un brevissimo appunto (scusatemi ma sono affogato dai tempi di consegna del prossimo libro e faccio fatica a star dietro al sito) a diversi interventi (Tommaso Coen, Pierluigi, Zeno, Stefano ecc.) a proposito delle radici di questa tempesta sui titoli italiani, su cui non vorrei che si creassero equivoci.

1- la pistola fumante non c’è: e non può esserci per definizione. Cosa volete? Comunicati stampa, lettere di intenti, verbali di consigli si amministrazione? Avete mai visto uno speculatore che dichiara : “adesso faccio una speculazione per rovinare l’Europa”? E neppure ci danno accesso alle carte dei vari hedge fund. E’ naturale che questo genere di operazioni avvengano nel massimo riserbo –prima e dopo l’operazione- e spesso per confluenza spontanea, senza neanche bisogno di intese esplicite e tanto meno scritte.

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Fine della Seconda Repubblica: come si rimescoleranno le carte?

Scontato l’incarico a Monti, direi inevitabile: se non ci fosse stato a quali valori sarebbe schizzato lo spread nella giornata di lunedì? E poi c’è un argomento semplice semplice di cui non parla nessuno: se questo anno sono scaduti 60.000 miliardi di titoli italiani, nel 2012 ne scadranno per 250.000, il che significa che, all’interesse attuale del 6% circa, dovremo trovare 15.000 miliardi solo per pagare gli interessi. Inoltre, nell’anno prossimo arrivano a scadenza una valanga di altri titoli: una congiuntura senza precedenti per cui tutti saranno a caccia di liquidità come dispersi nel deserto.
Inimmaginabile affrontare nuove elezioni con un vuoto di potere di tre-quattro mesi  nel mezzo di una tempesta così. Dunque, Monti non ha alternativa e ci tocca sorbircelo (anche se siamo perfettamente coscienti che sarà un governo che farà impallidire il ricordo di Quintino Sella). Ed è abbastanza logico che arrivi alla fine della legislatura. Molte cose cambieranno in questi 18 mesi ed andremo ad un rimescolamento generale di carte.

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Governo, siamo al naufragio. Che si fa?

“Caro Silvio, come ti capisco:
sic transit gloria Mundi!”
tuo Muhammar

Il “ridotto alpino” del cavaliere è abortito sul nascere. Lui ci ha provato: una manovra dilatoria per prendere tempo e Napolitano lo aveva lasciato fare, ma la bocciature irrevocabile, dura al di là di ogni previsione è arrivata martedì mattina: quel 575 di spread era un perentorio “Sparisci!” che non ammetteva repliche. Una impennata di 80 punti di spread in un solo giorno è una cosa senza precedenti.
Solo che siamo ridotti in braghe di tela come peggio non poteva andare. Iniziamo dall’inventario dei danni:

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