Tag: mario monti

Il problema del deficit e l’incubo delle elezioni europee.

Uno spettro si aggira minaccioso per le cancellerie europee: il fantasma delle prossime elezioni per il Parlamento di Strasburgo. E’ presto per i pronostici, ma qualcosa si può già prevedere: i socialisti tracolleranno in Italia, Austria, Grecia, Francia, Belgio, Spagna, andranno maluccio in Norvegia, Danimarca, Repubblica ceca, e nel resto, salvo, forse il solo Portogallo dove è possibile qualche piccola avanzata.

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Contro la “sinistra” elitaria.

Fra gli effetti positivi ed imprevisti del referendum sulla Brexit c’è un certo effetto di “cartina di tornasole” che ci rivela quel che pensa effettivamente una certa sinistra, che in Italia possiamo identificare nel  Pd e nei suoi alleati.

Ha iniziato un alleato come Monti (quello che Renzi, in un momento di baruffa, si lasciò andare e definì “illuminato”, ecco… appunto) che ha rimproverato Cameron del delitto di lesa maestà per aver dato la parola al popolo con il referendum, un vero “abuso di democrazia” (parole testuali dell’illuminato uomo politico e statista).

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Quirinale: no ad un Napolitano ter.

Nonostante non ci sia mai da essere sicuri di certe cose, non penso che, magari dopo una ventitreesima votazione caos, si giunga a rieleggere l’eterno re Giorgio. A tutto c’è un limite. Quando parlo di “Napolitano ter” parlo di un Capo dello Stato in continuità con l’uscente. Ma che caratteristiche dovrebbe avere il Presidente ideale? Diamoci dei criteri.

Il Foglio commentava il recente discorso di Napolitano lodandone lo spirito “rottamatore” della Costituzione vigente. E, lodi a parte, aveva ragione: Napolitano ha svolto una critica acuminata della struttura dello Stato disegnata dalla Carta costituzionale, prospettandone con chiarezza la necessità di sostituirla. Non che non si possa criticare l’attuale Carta, o proporre di cambiarla, ma spetta proprio al Capo dello Stato farlo?

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Liceo classico si o no? Una polemica inutile.

Alcune settimane fa Andrea Ichino, un economista allievo di Mario Monti e fratello di Pietro attuale parlamentare di Scelta Civica, ha scritto un articolo per dire che, se l’Italia è dietro tutti gli altri quanto a cultura scientifica e tecnologica, è tutta colpa del liceo classico che assorbe gli studenti migliori per imbottirgli la testa di greco e latino, anziché fargli studiare biologia, fisica e matematica.

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Napolitano e il bacio della morte.

Nel 2010, Napolitano iniziò l’assedio del Cavaliere con l’appoggio di Gianfranco Fini (Presidente della Camera e co-fondatore del Pdl) che indusse ad uscire dal Pdl, ma tenendolo nel suo ruolo istituzionale. Cosa che fu esiziale per Fini che trascurò di organizzare il suo partito. Morale: alle politiche Fini non è rientrato in Parlamento ed è sparito dalla scena. Stesso discorso per Pisanu che faceva parte della combriccola quirinalizia e di cui oggi non sappiamo più nulla.

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Lo scontro sul Senato: cosa c’è dietro?

Con l’intervista del Presidente del Senato Grasso (Corriere della Sera 30 marzo 2014) ed il successivo battibecco fra lui e Renzi è esploso uno scontro di grande portata politica, nel quale si stanno inserendo anche altri soggetti istituzionali. Con l’inarrivabile rozzezza dei renziani, la Serracchiani è arrivata a richiamare il Presidente del Senato (seconda carica istituzionale del paese) alla disciplina di partito: non era mai accaduto prima.

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Da dove viene questo bel regalo a Napolitano?

Cappuccino, brioche e intelligence n°43

Un famoso giornalista americano, che scrive per il più prestigioso quotidiano finanziario inglese (“Il Financial Times”) scrive un libro nel quale, fra l’altro, rivela che il Presidente Giorgio Napolitano, sin dall’estate 2011, aveva avviato consultazioni informali per sostituire il governo Berlusconi ancora in carica. Un’anticipazione del libro viene fatta da “Financial Time” che gli riserva una pagina intera con richiamo in prima. Il periodo dei fatti è tre anni fa, quando Sarkozy e la Merkel si scambiavano sorrisini di commiserazione se, in una conferenza stampa, qualcuno faceva il nome di Berlusconi e quando la stessa Merkel scavalcava il Presidente del Consiglio e telefonava direttamente al Presidente della Repubblica.

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