Tag: magistratura democratica

Dalla Prima alla Seconda Repubblica in Italia.

1- L’antefatto.

Il crollo della I repubblica avvenne fra il 1992 ed il 1993, ma la frana iniziò almeno cinque anni prima, nel 1987. Lo scioglimento anticipato delle Camere fece sì che, cinque anni dopo, si sarebbe creato l’“ingorgo istituzionale” per la coincidenza delle elezioni del Parlamento e del Presidente della Repubblica. E tutti iniziarono a manovrare in vista di quella scadenza, perché il nuovo Presidente sarebbe stato scelto dal Parlamento eletto nel 1992.

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Genesi del giustizialismo di sinistra.

Per tutti gli anni cinquanta e sessanta (per non dire prima) a sinistra era coltivata una fiera diffidenza nei confronti della magistratura: Togliatti, una volta, si lasciò andare a dire che un giudice era più pericoloso di un generale e, quando la stampa di destra attaccava un dirigente comunista, accusandolo di una qualche nefandezza, il Pci suggeriva sempre di ignorare sprezzantemente la cosa, senza dare querela, nella convinzione che il magistrato di turno avrebbe usato il caso solo per screditare ancor più il suo dirigente.

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Per un dibattito sulla riforma della Giustizia

Nicola Colaianni è un mio vecchissimo amico (ci conosciamo da poco meno di mezzo secolo), è stato valentissimo magistrato sino alla fine degli anni novanta, ed ha militato in Md quando questa fu l’ala progressista della magistratura italiana. E’ stato parlamentare del Pds autore della relazione conclusiva dell’XI legislatura in Commissione Stragi. E’ docente di diritto ecclesiastico.

Mi manda questa lettera aperta che vi propongo. Praticamente siamo d’accordo su tutto ed è molto importante che questo venga detto da una persona con questa biografia, e considero questo pezzo come l’apertura del dibattito sulla riforma della giustizia in questo blog. Siamo largamente d’accordo, direi su quasi tutto, salvo il punto dell’Anm. So che il diritto di associazione è garantito tanto dalla Costituzione quanto dalle norme internazionali e mi rendo conto che una proibizione così drastuca sarebbe uno “sbrego” costituzionale (per quanto, come ricorda lo stesso Colaianni nel suo pezzo, i magistrati, in ragione del loro delicato ruolo, suniscono delle limitazioni come quella di iscriversi a partiti) e la cosa mi pesa, ma la degenerazione è tale che serve un provvedimento, anche solo temporaneo, che segni una reazione secca. D’altra parte, se vogliamo sciogliere le correnti non possiamo mantenere l’associazione nella quale si sono formate.

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Lo scontro nella Procura di Milano: quale è il significato politico?

Massimo Giannini, uno dei giornalisti più intelligenti di “Repubblica”, oltre che vice direttore del medesimo giornale, ha scritto, domenica 18 maggio, un articolo molto acuto per spiegare cosa stia accadendo nella Procura di Milano e la posta politica in ballo. E’ un testo dichiaratamente di parte, schierandosi senza finzioni con Magistratura democratica, con Edmondo Bruti Liberati e con l’ufficio che dirige –appunto, la Procura milanese- e, pur non condividendone le tesi, non posso non riconoscere che si tratta di un pezzo di notevole bravura giornalistica e di grande onestà intellettuale nel dichiarare le sue propensioni (cosa che non sempre si può dire di quel che si legge su “Repubblica”).

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Questa volta devo applaudire i magistrati

Come si sa, la Cassazione ha fissato l’udienza per il processo Mediaset –che vede Berlusconi condannato a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici- al 30 luglio, per prevenire il rischio prescrizione parziale, che scatterebbe a settembre, provocando il rinvio alla Corte d’Appello per il ricalcolo della pena che, a sua volta, porterebbe alla prescrizione degli altri reati e, così, il Cavaliere la farebbe franca. Il centro destra sta dando in escandescenze perché ci vede la mano di chissà quali complotti (e meno male che il Presidente della Corte, che ha assegnato il processo alla sezione feriale, era buon frequentatore di Previti, ed in Csm è stato appoggiato da Magistratura Indipendente e dai laici del Pdl!  Figuriamoci se fosse stato di Magistratura Democratica!). Ma con questa reazione scomposta, la destra, implicitamente, ammette che la strategia difensiva affidava tutte le sue carte alla prescrizione, non nutrendo troppe speranze su un esito favorevole del giudizio di merito. Perché tutta, proprio tutta, la Magistratura è unita in un solo complotto contro di lui?

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il giornale, l’inchiesta barese su Berlusconi e il PM Scelsi…

IL GIORNALE, L’INCHIESTA BARESE SU BERLUSCONI E IL PM SCELSI…


Come è noto, quando ad essere sotto inchiesta è un politico di rango, la difesa dell’inquisito non è più addurre argomenti che dimostrino la non colpevolezza dell’imputato, ma fare il processo al Pm, tacciandolo di ogni nefandezza, per cui l’avvocato magari diventa l’ “accusa dell’accusa”. E’ la nuova procedura penale secondo il rito della casta.
Vedo che “Il Giornale” (19 giugno 2009) difende Berlusconi dall’inchiesta barese attaccando il Pm Giuseppe Scelsi, titolare dell’inchiesta, come esecutore di un piano ordito da D’Alema.

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