Tag: m5s

Ma i 5 stelle hanno votato a destra nei ballottaggi?

L’Istituto Cattaneo ha scoperto l’acqua calda! Se gli elettori 5 stelle avessero votato per i candidati di centro sinistra questi avrebbero vinto, siccome hanno perso, dunque i 5 stelle hanno “aiutato” il centrodestra votandone i candidati o “rifugiandosi” nell’astensione. Ergo: il M5s è un movimento di destra. Impagabile quel “rifugiandosi” che, per la verità favorisce chiunque arrivi primo al primo turno (quindi al Pd a l’Aquila, anche se poi un 8% dei suoi elettori si sono astenuti al secondo turno e non mi pare che sia colpa dei 5 stelle). Questo presuppone però che il Pd sia un partito di sinistra, mentre si dà il caso che per una fetta rilevante dell’elettorato, sia percepito come “Peggior destra”. Forse chi pensa questo sbaglia, ma avrà anche diritto di sbagliare con la sua testa, mi pare, poi, se andiamo a vedere nel merito, ci sono molte ragioni per sostenete questa tesi.

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Cari amici 5 stelle: calma e gesso!

Il M5s ha molte qualità positive come la spontaneità o la ricerca del nuovo, ma sicuramente la stabilità emotiva non è fra queste. Quando hanno un successo, anche parziale, come la conquista di Roma e Torino, si fanno prendere dall’euforia e si convincono che la conquista del governo è dietro l’angolo e già indossano la grisaglia ministeriale. Quanto poi c’è qualche intoppo e le aspettative vanno deluse (come nelle europee del 2014), cadono in depressione o iniziano a sbroccare.

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Ancora aggiornamenti sulla legge elettorale.

Gli sulla legge elettorale si succedono molto velocemente e c’è il rischio che questo pezzo sia vecchio già al momento di uscire. Ma, in realtà, sono cambiamenti per ora molto limitati che non intaccano la natura dell’operazione che il Pd sta conducendo con l’accordo di Fi ed acquiescenza di M5s e Lega che li lasciano fare. Questa volta è saltata la norma che proclamava come primo eletto il numero uno del listino bloccato, per cui prima saranno eletti tutti i vincitori dell’uninominale , e questo è un evidente toppa su un punto che sarebbe stato facile impallinare dal punto di vista costituzionale.

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Le novità sulla legge elettorale.

Le novità sulla legge elettorale si succedono sullo schermo del pc a ritmo frenetico e non sempre il commento riesce a tenere il passo. Ad esempio devo un errata corrige: la norma sulle coalizioni di collegio e circoscrizione (di cui all’art. 18 bis comma 7) è saltata e non c’è più. Ora vengono altre novità:
a.    i collegi uninominali sono ridotti a 225
b.    riduzione delle circoscrizioni da 27 a 22
c.    cancellazione delle pluri candidature nei listini bloccati.
Piccole concessioni al M5s che risolvono qualche problema ma ne aprono altri.

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Chi sarà il Macron italiano?

Girano voci, riprese da giornali come il Foglio, su chi potrebbe essere il Macron italiano in un prossimo futuro ed i nomi più gettonati sono tre: lo scontatissimo Mario Draghi, Minniti e Urbano Cairo. Dire Macron significa dire una cosa: un nuovo partito “liquido” (anzi gassoso) che si presenti come “né di destra né di sinistra”, ma “della Nazione”, raccolto intorno ad un personaggio con simpatie trasversali e che si presenti in rottura delle tradizioni politiche precedenti.

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Andiamo a votare! Sicuro?


Sappiamo tutti perfettamente che la grande maggioranza degli italiani non ne può più di questo Parlamento pieno di inquisiti e di voltagabbana, eletto con una legge incostituzionale e mantenuto in vita da un Presidente non proprio esemplare, autore di leggi di riforma costituzionale sonoramente bocciate dall’elettorato. Ed è giusto che sia così: che un parlamento del genere stia ancora in piedi è un’offesa alla democrazia, al buon senso ed al comune senso del pudore, dunque che si tolga dai piedi prima che può. Però… c’è un però.

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Qualche consiglio agli amici del M5s.

A breve il M5s dovrà affrontare la selezione dei candidati per il Parlamento e della squadra di governo e la cosa pone problemi che in passato non c’erano, a cominciare dal fatto che mai il M5s si era mai trovato nelle condizioni di indicare una formazione ministeriale. Ma, soprattutto, il M5s è diventato “grosso”, attira appetiti malsani e non ha ancora gli anticorpi necessari.

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Un possibile trappolone contro il M5s.


Non ho particolari prove di quel che sto per dire, ma, diciamo che è il mio olfatto che mi fa sentire qualcosa che non va che è nell’aria. Partiamo da una semplice constatazione: tutti (dico tutti) i sondaggi dicono che il M5s non prenderà il 40% (è ancora troppo indietro) ma sarà il partito di maggioranza relativa (il Pd sta scendendo sotto il 25% ed il listone di destra sembra allontanarsi, per cui Lega e Forza Italia si attesteranno sul 15% ciascuno). Per cui, se la legge elettorale resta quella che è, senza coalizioni, il M5s “vince” le elezioni come partito di maggioranza relativa, ma non ha i voti da solo per fare il governo. Partiamo da questo che è lo scenario più probabile e che lascia presagire un governo di larghe intese Pd-Fi e camerieri al seguito.

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