Tag: m5s

Mattarella e la linea d’ombra.

Nel pezzo precedente mi sono occupato del profilo istituzionale e penale della vicenda del governo Conte, oggi mi occupo del profilo politico che (la cosa non è affatto chiara per diversi frequentatori di questo blog) non sono affatto la stessa cosa e la messa in stato d’accusa del Presidente non è una azione politica (come sarebbe una mozione di sfiducia, peraltro non prevista dalla Costituzione) ma l’avvio di una procedura penale che, in quanto tale, deve rispettare i principi del garantismo penale.

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Di Maio: parole in libertà

Di Maio ha chiesto un decreto legge per consentire il voto a giugno. Non entro nel merito della fattibilità di un simile decreto che creerebbe problemi tecnici per il voto degli italiani all’estero, mi limito ad osservare l’assoluta inutilità del decreto invocato: la Costituzione prevede che il voto non possa avvenire prima del 45esimo giorno dallo scioglimento delle Camere, per cui, fatto il 24 giugno data ultima di quel mese, occorrerebbe sciogliere le Camere entro il 9 maggio, cioè oggi.

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Voto l’8 luglio?

I due capi “vincitori” Di Maio e Salvini hanno proposto nuove elezioni l’8 luglio: si può fare? Come si sa, la Costituzione prescrive che le elezioni abbiano luogo in un intervallo fra i 45 ed i 75 giorni dopo il decreto di scioglimento delle camere, quindi i tempi ci sarebbero. Ma la legge sul voto degli italiani all’estero prescrive un lasso di 60 giorni. Vero è che la prima norma è di rango costituzionale e la seconda no, ma è pur sempre una legge dello Stato. Pertanto, si può votare l’8 luglio a condizione che il Presidente sciolga le camere entro dopodomani. Basta tardare un solo giorno e si va al 15 luglio.

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Perché la flat tax è una truffa ed un errore geopolitico.

Come è noto, la bandiera di battaglia del centrodestra è stata la flat tax, che consiste nel fissare un’unica aliquota fiscale (nel nostro caso al 15%) sui redditi. Questo, affermano i suoi sostenitori, dovrebbe far crollare la pressione fiscale, attirare nuovi grandi contribuenti da altri paesi e vengono citate le esperienze di altri paesi che hanno adottato con successo questa formula fiscale. In effetti la Bolivia, insieme ad alcuni stati minori latino americani, il Madagascar, l’Arabia Saudita e quasi tutto il blocco dell’est europeo hanno adottato questo sistema ed, in alcuni casi (in particolare Estonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) la cosa ha dato risultati positivi attirando capitali erratici, ma siamo sicuri che sarebbe la cosa giusta da fare in Italia?

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Governo: cosa rischia Salvini.

La sentenza di Palermo non è affatto la fine della seconda repubblica (che è già morta il 4 dicembre 2016 mentre non è ancora nata la terza), e non è nemmeno la “lapide” su Berlusconi che era già in decadenza irreversibile da tempo, come le votazioni del 4 marzo hanno certificato. Ma può sbloccare la crisi di governo spianando la strada ad un governo Lega-M5s? Ragioniamo ci su.

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Il M5s ed il sottoscritto: scusate, scendo a questa fermata.

Il M5s ha tre meriti storici che nessuno può negare: aver abbattuto il falso bipolarismo Fi-Pd, aver posto in termini politici e non solo giornalistici il tema della casta ed aver impedito che la protesta che stava montando sfociasse in movimenti di estrema destra come Alba Dorata o il Front National. Per queste ragioni non sono affatto pentito di aver costeggiato ed appoggiato il M5s –pur senza mai entrare a farne parte- dal 2013 ad oggi.

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