L’umanità ha sempre cercato di darsi linguaggi transnazionali per la comunicazione producendo lingue franche, ibride, veicolari che hanno dato vita, di volta in volta, a fenomeni socio linguistici molto diversi fra loro.
Nell’Europa medievale e rinascimentale il latino era la lingua, oltre che della Chiesa, dei dotti, mentre nei porti del Mediterraneo fra il XV ed il XVIII secolo era diffuso un linguaggio che mescolava italiano, francese, spagnolo, ebraico ed arabo, la colonizzazione impose le “lingue imperiali”, ma produsse anche ibridi come le “lingue creole”, poi i flussi migrativi del XIX secolo crearono lingue “miste” fra quelle dei paesi d’origine e quelle dei paesi di immigrazione, talvolta le lingue miste dei migranti si contaminarono con le lingue furbesche della malavita o degli attori o dei venditori ambulanti zingari, o anche con la “lingua del ghetto”.
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