Tag: liberismo

L’ultima follia del neoliberismo: il ritorno alla schiavitù.

Negli scorsi giorni, sulle colonne di questo sito, riflettevamo sulla grande trasformazione impressa al mondo del lavoro dall’avvento della rivoluzione neoliberista che nel suo progressivo sdoganamento, innalzando la finanziarizzazione dell’economia, la mobilità su scala globale dei fattori produttivi e il dumping sociale come pietre miliari del suo percorso, ha ridotto progressivamente il ruolo dell’elemento lavoro nelle sue connotazioni economiche e, soprattutto, civiche.

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Perché la sinistra non può votare per la Le Pen.

Una domanda che capita spesso di ricevere in questi giorni è: “Ma perché Melenchon , che è contro l’Euro, non vota per la Le Pen che è è pure contro l’Euro e la Ue? In fondo quello della Le Pen è un fascismo all’acqua di rose e non c’è il rischio di un regime totalitario. Senza calcolare che il fascismo più vero è dello della dittatura liberista”. Vorrei motivare il perché la posizione più corretta in questa situazione è l’astensione, sia perché i due candidati sono ugualmente avversari (e non c’è motivo di ritenere preferibile la Le Pen, sia perché Macron ce la farà senza sforzo e dunque non c’è motivo di votare per evitare la vittoria della Le Pen.

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Perché dico che sta crollando la Seconda Repubblica?

Una serie di sintomi grandi e piccoli indicano come, ormai, il processo di sfaldamento della Seconda Repubblica sia in atto: il disfacimento del Pd, l’atonia del governo Gentiloni, il ritorno degli scandali che “puntano in alto” e che ormai coinvolgono non solo la politica ma anche il giornalismo (e si pensi al penosissimo caso del “Sole 24 ore” le cui azioni ormai valgono carta straccia), ancora una volta i magistrati vengono a far da becchini al sistema e i sondaggi segnalato la caduta rovinosa della fiducia dei cittadini in tutte le istituzioni. La macchina dello stato è in panne con ogni evidenza, e la politica è un motore fuso.

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Ricostruire un punto di vista alternativo.

Molto volentieti segnalo il testo dell’intervento di Bruno Casati, storico ed autorevole esponente del Circolo Concetto Marchesi di Milano, che sembra confermare l’apertura di un dibattito serrato tra le fila di Rifondazione. Il pezzo è stato ospitato dal blog di Claudio Grassi. Buona lettura! AG

Pare davvero che, sospinto dal vento che oggi soffia dalla Grecia, si sta avviando anche in Italia quel processo che avevamo auspicato, e sul quale avevamo ragionato, l’anno scorso a Reggio Emilia: quello della costruzione di una sinistra di popolo

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Si apre il dibattito sull’Euro in Rifondazione comunista?

Di seguito vi propongo il testo dell’interevnto (nella riunione di luglio scorso della Direzione di Rifondazione Comunista) di Dino Greco, già seretario della Camera del lavoro di Brescia ed ultimo direttore di Liberazione. Nonostante mi sembra che faccia molti “sconti” a Tsipras, il discorso mi sembra un interessante avvio di dibattito sulla questione dell’Euro all’interno di Rifondazione, è auspicabile che esso abbia seguito. AG

Intervento di Dino Greco alla Direzione del Prc del 25 luglio 2015 sulla questione greca
La cosa più semplice, diretta e, purtroppo, definitiva l’ha detta Lucio Carracciolo (direttore di Limes), quando ha scritto che dopo l’accordo della capitolazione “la Grecia cessa di esistere come Stato indipendente”.

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La Crisi e la socialdemocrazia.

Quel che resta della sinistra europea (salvo nicchie occasionali di aree radicali, peraltro, non sempre molto aggiornate) ormai si divide fra un’ala neo liberista appena mascherata che va sotto il nome di “Internazionale Socialista” o socialdemocrazia ed una sinistra che si dice radicale (Sel, Rifondazione, Syriza, Linke e, per certi verso Podemos) ma che, in realtà, è una pallida sinistra socialdemocratica.  Per capirlo è utile fare un passo indietro di quasi un secolo e mezzo.

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Il nodo del fisco

Per quanto possa sembrare scandaloso al lettore europeo, la legislazione americana prevede una tassazione “regressiva” sul reddito, per cui i lavoratori dipendenti pagano le tasse per una aliquota del 35% mentre i redditi superiori al milione di dollari annuo pagano il 15% (1). Questo in ossequio al mantra neo liberista, per cui sono i ricchi a consumare ed investire, quindi devono pagare meno tasse degli altri, perchè così investono e stiamo meglio tutti.

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Lo shock da globalizzazione.

Il fenomeno della globalizzazione ha preso le mosse negli ultimissimi  anni ottanta, dopo una gestazione ventennale, ed ormai è al quarto di secolo, un periodo sufficiente ad individuare alcune delle sue principali tendenze e caratteristiche. Non c’è mass media, partito politico, impresa o singolo intellettuale che non affermi che tutto è cambiato con la globalizzazione, che siamo entrati in una fase storica diversa in cui occorre predisporsi ad un continuo mutamento.

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Sovranità popolare.

L’articolo 1 della Costituzione, comma II, recita: “La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Anche molte altre costituzioni iniziano, più o meno, con la stessa dichiarazione di appartenenza della sovranità al popolo. Ed è proprio questa una delle norme più tradite  dell’ordinamento giuridico: fra i popolo e la sovranità si frappongono molti ostacoli vecchi e nuovi, che vanificano in gran parte il valore.

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