Di Pietro, Pennisi, Bertolaso, Verdini: una nuova stagione dei veleni?
Non si può dire che la politica italiana si faccia mancare il suo scandalo settimanale: prima abbiamo cominciato con le rivelazioni su Di Pietro, ad una incollatura è partito il caso dell’assessore milanese Pennisi, poi sono arrivati gli arresti alla Protezione civile che hanno aperto il caso Bertolaso, poi l’inchiesta si è rapidamente allargata ed ha coinvolto Verdini, l’amministratore del Pdl. Sono dei complotti? Sono coincidenze casuali? Al solito le cose sono sempre un po’ mescolate. Ci mancano molte informazioni, ma ragioniamo su alcune evidenze, iniziando da Di Pietro:
1- il libro di Mario di Domenico, con le sue rivelazioni al cianuro, può essere frutto del rancore di un amico che, a torto o a ragione, può essersi sentito tradito. Ma le foto chi gliele ha date? Non ci risulta che i paparazzi girino liberamente per le caserme dei carabinieri per cui, dato che la foto è scattata nella mensa di una caserma della Benemerita, di fronte a commensali in bella posa, l’unica deduzione logica è che a scattarle sia stato una carabiniere. Ed è altrettanto logico che la foto ricordo sia finita nei cassetti degli ufficiali ritratti con l’illustre ospite. Ed è forte il sospetto che sia uscita da qualcuno di quei tiretti.
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