Tag: lega

La controffensiva del Cavaliere.

Che il Cavaliere non abbia un lungo futuro politico è cosa su cui è facile convenire: il partito si sta disfacendo, il cielo sui tribunali è tornato carico di nubi minacciose, la Lega lo snobba, il feeling con l’elettorato è definitivamente compromesso. Questo ha spinto diversi a pensare che anche lui se ne stia facendo una ragione e che la vendita di parte del pacchetto Mediaset sia un modo per “far cassa” e magari andare all’estero, prima che i giudici lo trattengano in patria.

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Sulla sostenibilità del debito.

Il mio intervento sulla questione della solvibilità e sostenibilità del debito ha sollevato obiezioni che non intendo ignorare ed alle quali preferisco rispondere collettivamente. Mettiamo in chiaro una cosa che mi pare sia stata fraintesa: la mia citazione del libro di Rogoff e Rehinart non implica una mia accettazione né della loro impostazione né delle ricette che propongono.

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Strage di Parigi: noi e gli islamici.

La strage parigina è stato uno straordinario reagente che ha portato in chiaro quello che l’inchiostro simpatico del taciuto (o del parzialmente detto) aveva scritto nel subconscio di molti: l’immagine indistinta dell’ “islamico”, che appiattisce tutto nella paura, o, all’opposto, il senso di colpa verso gli immigrati che spinge ugualmente ad un acritica incapacità di distinguere.

Parlo, ovviamente, del “sentire” mediano, non di chi fa aperta professione di fede in un senso o nell’altro e, tantomeno, di quelli che vivono e lucrano sull’ “industria della paura come la Lega.

Solo una capra come Salvini può dire un’enormità del tipo che “ci sono milioni di islamici pronti ad ucciderci sul pianerottolo di casa”!

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Fine del progetto Southstream: il conto lo paga Renzi?

Ancora il 15 novembre, la Mogherini (fa un certo effetto pensare che sia la “lady Pesc” della Ue) dichiarava di ritenere strategico il progetto di Southstream per la sicurezza energetica del continente, Ed altrettanto aveva detto Renzi qualche giorno prima. Dopo neppure due settimane, il progetto è saltato: prima è stata l’Eni a chiamarsi fuori, dopo la stessa Gazprom. Requiem per un gasdotto. Cosa ha determinato questo collasso?

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Virus Ebola: sono gli immigrati gli untori?

Da circa un mese si è diffuso l’allarme per il manifestarsi si casi di ebola anche in paesi occidentali. Sinora si tratta di focolai molto circoscritti ma non è detto che i casi in incubazione siano altrettanto pochi, né che i dati diffusi non siano reticenti. In ogni caso, per ora la situazione sembra sotto controllo. Come è noto, per l’infezione da ebola non esiste ancora né vaccino né terapia, anche se si parla di una cura americana che avrebbe già registrato il primo caso ad esito felice. Come sempre accade per le malattie a carattere epidemico, si è subito scatenata la “caccia all’untore” che, tanto per cambiare, è stato trovato dai leghisti (ma non solo da loro) negli immigrati, responsabili di ogni infezione. Vale la pena di fare qualche considerazione in merito.

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Ma quante possibilità di risorgere ha Berlusconi?

L’assoluzione in appello per il caso Ruby ha galvanizzato il Cavaliere e la sua ciurma che progettano apertamente l’ennesima resurrezione dell’uomo di Arcore, le cui tappe dovrebbero essere:

-ricompattamento di Fi e riforma del Senato ed elettorale a braccetto con Renzi

-riavvicinamento ad Alfano ed alla Lega

-abolizione della legge Severino oppure grazia, magari in cambio di un voto favorevole al governo

-campagna antifisco per recuperare i consensi perduti

-nuova egemonia del Cavaliere sul polo di centro destra che tornerebbe ad essere competitivo con il Pd nelle prossime elezioni.

Vediamo cosa può esserci di vero e quanto stia nel libro dei sogni.

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La riforma costituzionale di Renzi ed il regime in arrivo.

Giornali e Tv parlano, con una certa enfasi, di “approvazione della riforma del Senato e del Titolo V”, in realtà si tratta solo del primissimo passo: l’approvazione in Commissione, dopo di che il ddl deve andare in aula (dove le cose non sono scontatissime), per passare alla Camera, quindi, dopo tre mesi, deve tornare al Senato, per poi tornare alla Camera nuovamente. Sempre che fra un passaggio e l’altro non ci scappi qualche emendamento che fa ricominciare il giro. E non è affatto escluso che non si debba tenere un referendum confermativo, visto che appare poco probabile una maggioranza dei due terzi in entrami i rami del parlamento alla votazione finale. Insomma la strada è ancora lunga. Però è fatto il primo passo, quello più importante, che definisce l’accordo Pd-Fi-Lega con il codino del Ncd (che non si capisce perché voti una cosa del genere da cui ha tutto da perdere e nulla da guadagnare). Lasciando da parte la questione del Titolo V, su cui torneremo con una riflessione specifica, la riforma prevede questi punti.

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Il voto ai “populisti”: c’è molta confusione in proposito.

C’è stato un successo delle liste definite, di volta in volta “populiste”, “di destra”, “euroscettiche”, “anti Euro”, di protesta”, “nazionaliste” o semplicemente “fasciste”, al punto che si parla correntemente di “ondata nera”. Ovviamente, alcune di queste caratteristiche sono cumulabili, per cui un determinato gruppo può essere nazionalista, anti euro, di protesta e fascista, mentre un altro sarà nazionalista, anti euro, di protesta ma non fascista ed un terzo sarà anti euro ma non necessariamente nazionalista e per nulla “populista” di protesta. Si tratta di movimenti molto diversi fra loro, accomunati da una rivolta contro l’attuale assetto europeo, ma per motivi diversi ed a volte opposti fra loro. La tendenza, per ora, è alla frammentazione della domanda politica e di conseguenza dello spettro della rappresentanza. Qui proveremo ad esaminare questa area su una serie di discriminanti.

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