Con molto piacere torna a farci visita sul sito Lamberto Aliberti che ci propone un’analisi molto dettagliata sul tema dello spread. Un ottimo articolo, su cui tornerò domani con un mio pezzo. Buona lettura! A.G.
Siamo ai primi d’agosto di quest’anno, filtrano indiscrezioni sui passi del governo: la manovra prevede flat tax e reddito di cittadinanza. Pochi giorni dopo vi si aggiunge lo smontaggio della legge Fornero sulle pensioni. Risposta della borsa: lo spread, il divario % del tasso d’interesse dei BTP a 10 anni rispetto agli omologhi tedeschi, salta intorno a 250 punti, quando da anni navigava sui 130.
Un tema troppo trascurato. Dagli orizzonti temporali torniamo alla base. L’argomento: come si combinano nelle aree leader, tra i primattori, i 5 fattori del PIL? Quali pesano di più, quali di meno? Soprattutto ci chiediamo se ci sia un modello di distribuzione e quanto sia generalizzato.
Questo capitolo chiude una triade di studi sul PIL mondiale e su come si distribuisce in 5 aree leader: con I primattori del PIL si forniva il quadro 1960-2015, col successivo si passava alle tendenze nell’orizzonte 2016-2010. Purtroppo l’anno trascorso è per la statistica ancora futuro e lo sarà quasi certamente per i prossimi 6 mesi. Ora ci spostiamo al 2016-2035. Vent’anni, proprio così. Ci fischiano già le orecchie. Sperando che non siano tutte pernacchie, cerchiamo di giustificarci.
Ma dov’è questa crisi?
Abbiamo esplorato oltre mezzo secolo con “I primattori del PIL” e niente di sconvolgente è sembrato emergere, certo crisi, più che altro crisette, ma il mare magnum dell’economia mondiale sembra prendere più l’aspetto della melassa, che del tornado.