Tag: jihad

Terrorismo: quale prevenzione?

La maggiore pecca della lotta antiterroristica dei paesi occidentali è sicuramente l’assenza o l’insufficienza del contrasto politico e psicologico, tuttavia, i rimedi di natura politica o psicologica richiedono tempo e, nel frattempo, abbiamo il problema di bloccare l’offensiva terrorista ed impedire altri massacri e questo si fa sul piano di polizia e di intelligence. Il guaio peggiore è che, anche su questo piano, si sta facendo l’esatto contrario di quello che andrebbe fatto.

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Che succede in Arabia Saudita?

Dopo la morte di re Abd Allah, il 23 gennaio scorso, l’Arabia Saudita sembra entrata in una fase di fibrillazione. Le ultime notizie sono di pochi giorni fa: il re Salman ha dichiarato eredi al trono in successione il ministro dell’Interno Mohamed bin Najaef (figlio di un fratello suo predecessore) e il proprio figlio Mohammed bin Salman (”saltando” il suo più anziano fratello Muqrin), contestualmente, ha insediandolo anche come ministro della Difesa ed ha esautorato Saud Al Feisal dal ministero degli esteri, che reggeva dal 1975 e che era uno storico alleato degli Usa, sostituito con Adel al Juber, un tecnico, non appartenente alla casa regnante e già ambasciatore a Washington.

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Lo jihadista della porta accanto

Parliamo degli “jihadisti di casa”. Il sociologo franco iraniano Farhad Khosrokhavar ha comparato le biografie dei alcuni jihadisti naturalizzati francesi, protagonisti di attentati dal 1995 in poi: Khaled Kelkal (1995), Mohamed Merah (2012), Mehdi Nemmouche (2014), fratelle Kouachi e ne ha ricavato questi tratti comuni:

a- tutti immigrati di seconda generazione, nati in Europa

b- tutti con precedenti di piccola criminalità

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Il voto in Israele: perché Obama sgrida Netanyahu.

La vittoria di Netanyahu ha due aspetti: da un lato essa è stata ottenuta al grido: “ Se mi votate non ci sarà nessuno stato Palestinese”, il che manda gambe per aria trenta anni di negoziati, dall’altro il voto ha segnato una avanzata, purtroppo insufficiente, delle sinistre e della Lista Unita Araba, il che significa che, anche se troppo lentamente, in Israele si va facendo strada la consapevolezza di liberarsi della leadership di Netanyahu. Purtroppo, l’esito rischia di arrivare troppo tardi e questo voto può diventare il suicidio di Israele.

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L’attentato di Tunisi e l’intervento in Libia.

Con l’attentato di Tunisi è ormai chiaro che siamo tornati alla situazione del 2004-2006, quando gli attentati terroristici si susseguivano a livello mondiale (Madrid, Londra, Bali, Sharm el sheikh ecc.), con la differenza che ora, oltre con Al Quaeda, ce la dobbiamo vedere con l’Isis e con la concorrenza fra i due che spinge a moltiplicare il loro attivismo.

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Strage di Parigi: breve guida al Mondo Islamico

L’attentato parigino ha portato allo scoperto molti nervi sensibili della nostra società: la paura del diverso nel quale si vede una minaccia alla propria identità, l’opportunismo dei leader populisti che prosperano su questa paura, lo smarrimento degli intellettuali, l’incapacità della classe politica, la pochezza di idee degli apparati dell’antiterrorismo, la sciatteria dei mass media, troppo sotto il livello che sarebbe necessario, l’infantilismo di una certa sinistra che ragiona come Salvini e Ferrara, ma cambiando il segno iniziale da meno a più, l’incapacità di affrontare la discussione evitando toni da tifoseria da stadio, il livello di informazione infimo dell’opinione pubblica sul tema dell’Islam.

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Strage di Parigi: noi e gli islamici.

La strage parigina è stato uno straordinario reagente che ha portato in chiaro quello che l’inchiostro simpatico del taciuto (o del parzialmente detto) aveva scritto nel subconscio di molti: l’immagine indistinta dell’ “islamico”, che appiattisce tutto nella paura, o, all’opposto, il senso di colpa verso gli immigrati che spinge ugualmente ad un acritica incapacità di distinguere.

Parlo, ovviamente, del “sentire” mediano, non di chi fa aperta professione di fede in un senso o nell’altro e, tantomeno, di quelli che vivono e lucrano sull’ “industria della paura come la Lega.

Solo una capra come Salvini può dire un’enormità del tipo che “ci sono milioni di islamici pronti ad ucciderci sul pianerottolo di casa”!

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