Tag: israele

Fine del progetto Southstream: il conto lo paga Renzi?

Ancora il 15 novembre, la Mogherini (fa un certo effetto pensare che sia la “lady Pesc” della Ue) dichiarava di ritenere strategico il progetto di Southstream per la sicurezza energetica del continente, Ed altrettanto aveva detto Renzi qualche giorno prima. Dopo neppure due settimane, il progetto è saltato: prima è stata l’Eni a chiamarsi fuori, dopo la stessa Gazprom. Requiem per un gasdotto. Cosa ha determinato questo collasso?

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India: quali rapporti tra governo Modi e Israele?

Da New Delhi, Daniele Pagani
@paganida

Alla luce della rinnovata volontà di attivismo internazionale del governo Modi, è interessante notare come l’India abbia  mantenuto un profilo politico molto basso nei confronti della recente offensiva israeliana a Gaza. Il Ministro degli Esteri Sushma Swaraj ha optato da subito per la diplomazia della neutralità, dichiarando che: “la situazione non cambia; l’India continua ad appoggiare la causa palestinese mantenendo ottime relazioni con Israele. La violenza è sempre da condannare; il governo auspica una soluzione pacifica del conflitto e consiglia alle parti in causa di accettare la proposta di dialogo egiziana”.

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Il “genocidio palestinese”: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Il mio pezzo precedente, sulla questione del preteso genocidio palestinese, ha suscitato una serie di reazioni negative (alcune, in verità, da bar dello sport) tanto nei commenti sul blog, quanto in fb o in mail. Alcuni usano le parole a caso, per cui genocidio, massacro, pulizia etnica ecc, sono tutti la stessa cosa. Si tratta di piccoli confusionari irresponsabili, che non si rendono conto dei danni che fanno, perché che “le parole sono pietre”, soprattutto in situazioni terribili come quella attuale in Medio Oriente.

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Israele sta facendo un genocidio?

Fra quanti sostengono la causa palestinese è molto in voga l’idea che Israele stia compiendo  il genocidio del popolo palestinese: per piacere non diciamo fesserie. Un genocidio è cosa diversa da una strage, molto diversa prima di tutto sul piano dei numeri: un massacro conta centinaia, a volte migliaia di vittime, un genocidio milioni. Mi pare che faccia qualche differenza e che, su questo piano, i numeri abbiano una loro importanza.

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Gaza: come vincere una battaglia e perdere la guerra.

L’offensiva israeliana su Gaza sembra terminata, anche se colpi di coda continuano a verificarsi, e l’esercito israeliano sta uscendo dal suo territorio. Stando ai bollettini dello Stato Maggiore israeliano l’operazione sarebbe stata coronata da successo avendo raggiunto l’obbiettivo di distruggere tutti i tunnel e catturato una grande quantità di armi. Dunque vittoria delle armi di Tel aviv. Siano scuri che le cose stiano così?

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Il vuoto strategico americano.

Quando crollò l’Urss, e con essa l’ordine mondiale bipolare, le valutazioni furono in generale assai ottimistiche e molti si spinsero a prevedere che tutto ciò avrebbe portato ad un crollo nelle spese militari, non essendoci più alcuna gara negli armamenti, dirottando ingentissime cifre verso investimenti sociali. Si parlò addirittura di un incombente “Nuovo Rinascimento”. Non pare che le cose siano andate in questo modo: dopo un relativo calo nei primi anni novanta, la spesa militare è invece sensibilmente aumentata, a danno di quella sociale e, quanto al “nuovo Rinascimento”, chi lo ha visto?

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Noi accusiamo.

Con convinzione ho sostenuto e segnalo questo appello lanciato dal Prof. Angelo D’Orsi, storico dell’Università di Torino, sul sito della rivista da lui diretta, Historia Magistra.

Aldo Giannuli

Noi accusiamo.

Noi firmatari di questo Appello, sgomenti per gli avvenimenti in corso nella “Striscia di Gaza”,

accusiamo  i governanti attuali di Israele, che nei confronti del popolo palestinese stanno portando avanti una politica all’insegna dell’espansionismo coloniale, della pulizia etnica, del massacro;

noi accusiamo i precedenti governanti  dello Stato di Israele, i quali hanno avviato la spoliazione della terra, dei beni, della stessa memoria di un popolo vivente nella Palestina da millenni;

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Riflessioni su quel che accade in Palestina e le le premesse di un disastro senza precedenti

Ha ragione Lucio Caracciolo, che ha sottotitolato così un suo pezzo sulla crisi palestinese nell’edizione on line di “Limes”:  “La storia non si ripete mai: lo scontro odierno tra Israele e Hamas è diverso da quelli precedenti, anche perché è cambiato il quadro regionale: il Medio Oriente si sta disintegrando.” In apparenza, quello che sta accadendo è l’ennesima replica dello  spettacolo che vediamo almeno dal 2005: Hamas attacca con i razzi ed Israele replica con brutalità, invadendo Gaza, massacrando la gente con bombardamenti indiscriminati ecc. Questa volta la variante è stata l’innesco: l’assassinio dei tre ragazzi israeliani, disinvoltamente attribuito ad Hamas (quando si sa bene che i colpevoli più probabili sono elementi  della tribù dei Qawasameh, che da tempo compie attentati per screditare di Hamas e scalzarla), cui ha fatto seguito l’altrettanto orribile linciaggio del ragazzino palestinese, ucciso per “rappresaglia”. Siamo alla bestialità pura, ma stigmatizzare serve a poco, occorre capire.

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La questione della lingua.

Una delle cose più irritanti della vague culturale neo liberista (a proposito: il neo liberismo non va confuso, come qualche interventore fa, né con il liberalismo né con il liberismo classico) è l’approccio semplicistico ai problemi sociali e culturali: i neoliberisti sono convinti di aver scoperto la pietra filosofale, per cui tutto è facilmente risolvibile una volta accettati i dogmi base del loro culto religioso. E questo “facilismo” produce una banalizzazione del modo di pensare di un po’ tutti, che si esprime a volte in forme assolutamente sconcertanti. L’assoluta inconsapevolezza dei problemi e della loro complessità è tale che lascia completamente disarmati di fronte a questa fiera dell’ovvio e del superficiale. E’ così siamo finiti a parlare di una cosa delicata come i sistemi elettorali con un’intellettuale della forza di Maria Elena Boschi…

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