Tag: islam

L’afasia degli intellettuali europei.

Nella vicenda dello scontro con gli islamisti si distingue con nettezza quel fenomeno che definiamo  “afasia degli intellettuali” e che cercheremo di spiegare proprio a partire dalla vicenda di  Charlie.

Ovviamente, rimane fermissima la condanna morale del massacro ed il rifiuto intransigente di ogni censura alla satira, ma, superata l’immediatezza del fatto, chiediamoci: “Le vignette di Charlie erano politicamente opportune? Quale è stata la loro oggettiva funzione politica?”.

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L’attentato di Tunisi e l’intervento in Libia.

Con l’attentato di Tunisi è ormai chiaro che siamo tornati alla situazione del 2004-2006, quando gli attentati terroristici si susseguivano a livello mondiale (Madrid, Londra, Bali, Sharm el sheikh ecc.), con la differenza che ora, oltre con Al Quaeda, ce la dobbiamo vedere con l’Isis e con la concorrenza fra i due che spinge a moltiplicare il loro attivismo.

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Guerra all’Isis: i conti che non tornano

Che strana guerra questa al Califfato! Non si capisce se qualcuno la sia combattendo, curdi a parte. In primo luogo pare che le intelligence di tutto il Mondo stiano dormendo. Avarissime le informazioni sulla composizione del gruppo dirigente, sulla situazione interna alle zone occupate, ma, durante l’offensiva verso Mossul, si era parlato di circa 30.000 uomini armati con quanto avevano rastrellato durante la guerra in Siria.

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L’attentato di Parigi ed il mutamento delle relazioni internazionali.

Siamo in piena tempesta nel campo delle relazioni internazionali che sono entrate in fibrillazione già dal tempo della “primavera araba” e che hanno registrato forti divaricazioni nell’anno appena concluso. Le maggiori si sono aperte con la crisi ucraina, prima con l’annessione della Crimea alla Russia e poi con la nascita della repubblica del Dotensk, parimenti sostenuta dalla Russia. Questo ha prodotto un doppio ordine di divisione: da un lato la contrapposizione fra Russia e fronte occidentale che ha condannato e sanzionato l’annessione. Dall’altra una divisione intra-occidentale e intra-europea fra il fronte anti-russo – Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Svezia e Regno Unito – e quello che pur sanzionando Putin vuol dialogare –Germania ed Italia in testa-.

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Strage di Parigi: breve guida al Mondo Islamico

L’attentato parigino ha portato allo scoperto molti nervi sensibili della nostra società: la paura del diverso nel quale si vede una minaccia alla propria identità, l’opportunismo dei leader populisti che prosperano su questa paura, lo smarrimento degli intellettuali, l’incapacità della classe politica, la pochezza di idee degli apparati dell’antiterrorismo, la sciatteria dei mass media, troppo sotto il livello che sarebbe necessario, l’infantilismo di una certa sinistra che ragiona come Salvini e Ferrara, ma cambiando il segno iniziale da meno a più, l’incapacità di affrontare la discussione evitando toni da tifoseria da stadio, il livello di informazione infimo dell’opinione pubblica sul tema dell’Islam.

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Strage di Parigi: noi e gli islamici.

La strage parigina è stato uno straordinario reagente che ha portato in chiaro quello che l’inchiostro simpatico del taciuto (o del parzialmente detto) aveva scritto nel subconscio di molti: l’immagine indistinta dell’ “islamico”, che appiattisce tutto nella paura, o, all’opposto, il senso di colpa verso gli immigrati che spinge ugualmente ad un acritica incapacità di distinguere.

Parlo, ovviamente, del “sentire” mediano, non di chi fa aperta professione di fede in un senso o nell’altro e, tantomeno, di quelli che vivono e lucrano sull’ “industria della paura come la Lega.

Solo una capra come Salvini può dire un’enormità del tipo che “ci sono milioni di islamici pronti ad ucciderci sul pianerottolo di casa”!

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Che limiti ha la “libertà di espressione”?

Nell’immediatezza del fatto era inopportuno qualsiasi distinguo sul merito delle vignette di Charlie Hebdo, così come ha fatto il “Financial Times”. Sul momento, il punto da tenere fermo era la difesa intransigente della libertà di espressione ed in questo senso mi sono espresso partecipando ad una puntata di Tgcom24. Ora il fatto si allontana ed è possibile una riflessione più sfaccettata, in parte sollecitata dalla dichiarazione del Papa sui limiti della libertà di espressione.

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