Tag: iran

Siria, quali scenari dopo gli ultimi giorni?

Il raid compiuto da Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti in risposta al presunto e finora non dimostrato attacco chimico delle forze del legittimo governo siriano a Douma si è risolto più in uno spettacolo a uso e consumo mediatico che in un evento di reale portata strategica (stante anche la limitatezza conclamata dell’azione), ma permette di comprendere alcune linee di tendenza del conflitto che sta dilaniando il Paese mediorientale.

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Corea del Nord e Iran: due scenari, nessuna strategia

La recente scelta del Presidente statunitense Donald J. Trump di bloccare la certificazione del Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA), l’accordo sul nucleare iraniano raggiunto tra Teheran e la comunità internazionale nel 2015, e di aprire la strada verso la reintroduzione di sanzioni statunitensi contro la Repubblica Islamica testimonia l’assoluta mancanza di una vera e propria linea guida strategica nell’azione nei confronti dell’Iran.

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Libia, Siria, Iraq: intervento militare o no?

La situazione in Libia ed in Siria ed Iraq ormai sta andando in metastasi: non solo la guerra c’è, e con essa il dramma dei profughi, ma minaccia di estendersi in un gigantesco braciere che riassorba Turchia, Israele, Egitto, Giordania, mescolando terrorismi, guerre civili, guerre tradizionali, crisi sociali, collassi di stati ecc. Insomma, è ora di fare qualcosa, prima che sia troppo tardi.

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Guerra all’Isis: i conti che non tornano

Che strana guerra questa al Califfato! Non si capisce se qualcuno la sia combattendo, curdi a parte. In primo luogo pare che le intelligence di tutto il Mondo stiano dormendo. Avarissime le informazioni sulla composizione del gruppo dirigente, sulla situazione interna alle zone occupate, ma, durante l’offensiva verso Mossul, si era parlato di circa 30.000 uomini armati con quanto avevano rastrellato durante la guerra in Siria.

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Caso Nisman: l’anno elettorale in Argentina inizia col botto!

DA BUENOS AIRES, Dario Clemente. Lo scorso 18 Gennaio Alberto Nisman, il procuratore che stava investigando sull’attentato alla “Amia”, la mutua ebraica assaltata nel 1994 con un’autobomba, e che costo’ la vita a 85 persone con 300 feriti, viene trovato morto nel suo appartamento. Il proiettile che l’ha ucciso e’ uscito dalla pistola che giace di fianco a lui, ma non c’e’ polvere da sparo sulle sua mani.

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Ma Di Battista vuole tendere una mano all’Isis? Non credo.

Alessandro Di Battista è stato coperto di insulti per il suo post a proposito dell’Isis: l’accusa corrente è quella di  “sdoganare terrorismo ed Isis” aprendo la strada ad un riconoscimento del “Califfato”. Avendo letto due volte il pezzo di Di Battista mi sono reso conto che ci sono molte forzature in queste reazioni basate spesso su estrapolazioni di frasi dal loro contesto. A proposito del terrorismo, Di Battista dice chiaramente che non lo giustifica “e manifesta apertamente la propria preferenza per le forme di lotta non violente”. Si limita a dire che si può “capire” chi, avendo visto il suo villaggio e la sua famiglia sterminate dai droni americani, poi reagisce facendosi saltare in una metropolitana e facendo così una strage. Quel “capire” non sta per “approvare” (e lui dice chiaramente di non condividere questa scelta), ma è un modo per dire che certe reazioni sono il risultato di una logica di guerra come quella condotta dagli Usa. Si può discurtere questo punto di vista, ma, nel suo lungo (forse troppo lungo) pezzo, questo è un aspetto marginale, un inciso, mentre il sugo politico è altro ed è così sintetizzabile:

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L’Iran, la sua Politica Estera e il Programma Nucleare

Come sempre molto volentieri ospito questo articolo di Lorenzo Adorni sullo scenario mediorientale. Appuntamento a domani per un commento del voto in sicilia!

Il costante allarmismo per una possibile azione militare israeliana, contro gli impianti nucleari iraniani, ha caratterizzato il dibattito mediatico nei mesi appena trascorsi. In realtà sono fermamente convinto che così come oggi non è imminente un’azione militare contro Teheran, non lo sarà nemmeno nei prossimi mesi. La complessità della situazione richiederebbe un’analisi approfondita, su questioni specifiche come la politica estera iraniana (effettivo contesto all’interno del quale deve essere considerato e commisurato il programma nucleare iraniano), le caratteristiche specifiche di tale programma nucleare, nonché le strategie di contenimento attuate da Stati Uniti e Israele e le conseguenze che un Iran dotato delle tecnologia nucleare miliare causerebbe sulla scena politica internazionale. Per motivi di spazio suddivideremo questa analisi in più articoli. Oggi ci limiteremo a trattare alcuni aspetti fondamentali della politica estera iraniana, doverosa premessa ad ogni futura considerazione.

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Le guerre di Bush: un bilancio

Con i ritiro delle truppe americane, nei giorni scorsi, si è chiusa (almeno per ora) la guerra in Irak. Per il ritiro dall’Afghanistan occorrerà attendere qualche tempo, ma, a quanto pare, non oltre il 2014. Dunque, è tempo di un bilancio a partire dagli obiettivi che gli Usa si ripromettevano di conseguire. Partiamo dall’Afghanistan. Il motivo ufficiale era la cattura di Osama Bin Ladin e del Mullha Omar oltre che la distruzione di Al Quaeda. Come è noto, Bin Ladin è stato ucciso il 2 maggio 2011, ma il Mullha Omar è ancora uccel di bosco, mentre Al Quaeda, pur seriamente e ripetutamente colpita non è del tutto sconfitta.

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L’Iraq, dagli attentati alle nuove sfide regionali

Come sempre molto volentieri, ospito questo interessante contributo di Lorenzo Adorni. Buona lettura!

La Crisi Politica Interna

Nel dicembre scorso, a diversi anni di distanza dalla seconda invasione americana, l’Iraq è stato scosso da una lunga serie di attentati. Baghdad, a poche ore di distanza dal quasi definitivo ritiro delle truppe americane, è stata dilaniata da una serie di quindici attentati coordinati estremamente gravi e cruenti.
L’ instabilità politica dello stato iracheno, già notevolmente accresciuta, rischia di aggravarsi di fronte alla nuova fase di cambiamento, estremamente complessa, che sembra ora prospettarsi.
Il ritiro statunitense ha dato il definitivo via libera ad una serie di attori, che in maniera assolutamente conflittuale fra loro, mirano ad ottenere il controllo politico del paese.

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