Tag: intelligence

Servizi d’Intelligence e crisi Finanziaria. Intervista per Rainwes24

Un recente rapporto al Copasir (Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica), praticamente il comitato di controllo sui servizi segreti, gli 007 italiani hanno lasciato un allarme per le infiltrazioni cinesi nell’ambito dell’attività economiche italiane. La notizia è apparsa, recentemente, sul quotidiano la Repubblica. Abbiamo voluto approfondire il tema allargando l’orizzonte al ruolo che hanno i Servizi Segreti nella crisi finanziaria attuale. Ne parliamo con Aldo Giannulli, storico ed esperto d’Intelligence.

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Allarme: cinesi si stanno comprando l’Italia!

Cappuccino, brioche e intelligence n° 34

Nella scorsa settimana, i servizi segreti hanno presentato un rapporto al governo nel quale lanciano un allarme: i cinesi si stanno comprando l’Italia. Hanno messo gli occhi sull’enorme area dismessa della Falck di Sesto San Giovanni, dove pensano addirittura di aprire una filiale della Bank of China; fanno man bassa azionaria nel settore della automazione industriale, della nautica da diporto, delle tecnologie ambientali, ecc. I brevetti sono a rischio, la posizione concorrenziale dell’Italia pure. Infine –suprema infamia!- nell’anno prossimo, sbarcherà in Italia la temibile Dagong, l’agenzia di rating cinese, per valutare la fattibilità degli investimenti in Italia! Orrore! Scusate ma dove è il problema?

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Come i servizi segreti usano i media? Il mio nuovo libro

Cari amici,

dal 22 novembre è in libreria il mio nuovo libro. “Come i servizi segreti usano i media”, edito dal “Ponte alle grazie”. Avendo limitati mezzi per pubblicizzare questo lavoro, non posso che affidarmi al “passaparola” dei lettori, chiedendovi di sfogliare questo volume in libreria e, se dovesse risultare di vostro interesse, di darmi una mano nel farlo conoscere. Grazie e non dimenticate di segnalarmi problemi, omissioni, dissensi: mi farà piacere discuterne con voi!

Aldo Giannuli

L’indice del volume

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Sull’ondata di proteste per il film su Maometto

Vi propongo il testo di un’intervista che ho rilasciato qualche giorno fa sul caso delle rivolte scoppiate per il film su Maometto.

L’intervista è di Michele Marelli

Nella misteriosa vicenda che riguarda il film blasfemo sul Profeta Maometto, le cose che non tornano sono parecchie. La sensazione che si sia cercato di provocare una reazione a tutti i costi è forte…

Camilleri definirebbe l’autore di questo film ‘mastro d’opra fina’. Come prodotto artistico è una schifezza irripetibile, ma come operazione di guerra psicologica è assolutamente impeccabile, da manuale direi.

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L’ Intelligence Francese e Mohammed Merah

Come sempre con piacere e grande interesse pubblico questo articolo di Lorenzo Adorni.

Mohammed Merah, secondo le informazioni di cui disponiamo in queste ore, si era addestrato nei campi dei mujahidin afghani. L’attentatore di Tolosa, quindi, non era un neonazista ma, un fondamentalista islamico jihadista. Noto sia alle forze dell’ordine che all’ intelligence francese. La sua giovane età, 24 anni, è un aspetto non secondario e particolarmente interessante, infatti, lo colloca all’interno di una “terza generazione” di mujahidin addestrati in Afghanistan.
Per comprendere il caso di Mohammed Merah è necessario compiere alcuni passi a ritroso, nella storia degli scorsi anni, attraverso un percorso complesso, di assoluto interesse.

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Presentazione alla libreria Feltrinelli di Roma

Mercoledì 12 ottobre ‘11
ore 18, libreria Feltrinelli,
via V.E. Orlando, Roma

presentazione del libro

“Il Noto servizio, Giulio Andreotti e il caso Moro”

Marco Tropea Editore

ne parleranno
Aldo Giannuli, autore
Miguel Gotor, storico dell’Università di Torino
Giuseppe De Lutiis, Presidente del Cedost

una bella occasione per discutere con due importanti ospiti e con i lettori romani, ascoltare critiche, appunti e consigli…non mancate!

I dolori del giovane Assange

Cappuccino, brioche e intelligence n°30

“Panorama Difesa” ottobre 2011: “Wikileaks, la misteriosa pazzword del “cablegate””. Assange aveva predisposto le cose in modo da pubblicare i report delle ambasciate americane, intercettati illegalmente, senza i nomi delle persone a rischio, ma in rete hanno iniziato a circolare anche le versioni “non censurate” cioè con i nomi in chiaro.
Wikileaks accusa il giornalista inglese David Leigh del “The Guardian”  di aver diffuso la pw che dava accesso alle versioni integrali. In effetti Leigh, in un suo libro sull’affaire, aveva inserito la pw in questione, ma si è difeso dicendo che essa era stata diffusa dalla stessa Wikileaks con l’avvertenza che sarebbe stata cambiata in poche ore.

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Rivoluzione araba: qualche ipotesi sul caso libico (prima parte)

Parlando delle rivolte arabe, l’atteggiamento degli osservatori oscilla fra quanti sottolineano i caratteri unitari del fenomeno, e quanti, al contrario parlano di una sincronia più o meno casuale fra contesti completamente diversi, che stanno generando fenomeni politici altrettanto diversi, resi simili più dall’eco mediatica che dalla dinamica reale.
I primi tendono un po’ grossolanamente ad assemblare fatti e cose molto diversi fra loro, tracciando linee troppo dritte e ipotesi interpretative troppo semplicistiche, gli altri, all’opposto, si esercitano a spaccare il capello in otto per dimostrare che è tutto diverso da caso a caso.

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Breve risposta sul caso Strauss Kahn

Rispondo brevemente a chi si è risentito a proposito del caso Strauss Kahn. Credo a torto perchè su molte cose non siamo affatto in dissenso: se c’è una cosa chiara come il sole che nessuno discute (e non certamente il sottoscritto che lo ha detto a chiare lettere nei pezzi precedenti) è che DSK è un personaggio ripugnante e, più che per la sua sessuomania che lo porta a gesti disgustosi come questo, per il fatto che si avvalga della sua collocazione sociale per abusare delle donne. Quindi, su questo, non  c’è nessun dissenso.

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La morte di Osama Bin Laden: perchè ora?

Cappuccino, brioche e intelligence n°27

Partiamo da questo assunto: Bin Laden era effettivamente un nemico degli Usa e non un “agente della Cia”, come molti sospettano. Diversamente non si spiegherebbe una guerra durata 10 anni: se  Osama era un agente americano, vuol dire che anche il Mullah Omar lo era, perchè sarebbe stato impensabile che uno ignorasse chi era l’altro. D’altra parte Al Quaeda ha combattuto in sintonia con i talebani. Ma, allora,  se gli americani avessero avuto dalla loro Osama e magari anche Omar, la guerra sarebbe durata molto meno, sarebbe costata meno morti e, cosa più importante per gli americani, meno dollari, perchè ci avrebbero pensato i loro agenti a portare al disastro la guerriglia afghana.
Dunque, era effettivamente un nemico, ma un “nemico funzionale”.

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