Tag: intelligence

Qualche altra considerazione sull’anatomia di una strage.

A distanza di un giorno dalla strage, brancoliamo nel buio più totale: non sappiamo quanti uomini hanno partecipato alla mattanza, di conseguenza non sappiamo quanti siano riusciti a sottrarsi alla cattura, nelle mani ci restano solo otto cadaveri con i loro passaporti, non siamo sicuri della genuinità della rivendicazione, non sappiamo nella sua presenza di un reticolo di solidarietà in loco che può aver assistito i “terroristi in trasferta”, non sappiamo se c’erano altri obiettivi mancati…

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Spigolature dagli archivi di polizia: l’affaire “piccioni viaggiatori”

L’11 novembre 1951, un anonimo operatore dello Uaarr, stendeva questo appunto (Uaarr 224-26380) : <<Secondo notizie raccolte in Ferrara, i partiti di estrema sinistra stanno organizzando un loro collegamento interprovinciale con colombi viaggiatori da impiegare nel caso di disordini e moti insurrezionali… Sta di fatto che in provincia di Modena esiste un rilevante numero di colombofili, raggruppati in varie associazioni facenti capo alla federazione provinciale di Modena>>.

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Lotta al terrorismo ed intelligence.

Quello che sta accadendo ha dell’incredibile: da mesi l’intelligence americana sapeva (ma non sappiamo se lo ha comunicato ai paesi interessati) che l’Isis stava preparando una offensiva di estate e si citava espressamente la Tunisia, i servizi tunisini avevano individuato uno degli attentatori sin dal 2006, i servizi segreti occidentali hanno a disposizione un fracasso di mezzi tecnologici, decine e decine di  migliaia di uomini, fiumi di denaro e gli jihadisti si muovono lo stesso come se girassero per il lunapark. E c’è anche qualcuno che dice che i servizi non hanno abbastanza mezzi e uomini per combattere il terrorismo. Cosa vogliono? La sfera di cristallo, la bacchetta magica, l’elenco nominativo degli jihadisti gentilmente fornito dalle organizzazioni di appartenenza?

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Ministero della Difesa e comandi militari intercettati. Di cosa si può trattare?

A quanto pare, da un mese il sistema di comunicazioni elettroniche del Ministero della Difesa e dei comandi militari è sotto attacco informatico. Sarebbero state “rubate” migliaia di e-mail sia ordinarie, che di livello riservato, ma non top secret (cioè, oltre le ordinarie, i “riservato” e forse qualche riservatissimo, ma non i “segreto” e “segretissimo”).

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Che succede nell’Isis?

Il 1° maggio,  “The Guardian” annunciava che Abu Bakr Al Baghdadi, Califfo dello Stato Islamico (Isis) sarebbe stato colpito nel corso di un bombardamento americano accaduto in marzo. A causa della serietà delle ferite alla schiena, non sarebbe stato in grado di reggere il califfato, per cui sarebbe stato sostituito dal suo vice Abu Alaa al-Afri, un professore di fisica membro della prima ora dell’Isis. E questo avrebbe spiegato l’assenza di Al Baghdadi dalla scena pubblica che durava da diverse settimane.

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Che succede in Russia?

Dopo l’omicidio di Nemtsov (del quale continuo a credere che Putin non sia il mandante) in Russia è diventato tutto molto meno intellegibile. La polizia si è avventata sulla pista cecena, sbandierando la confessione del principale accusato, che, però, tre giorni dopo ha smentito tutto sostenendo di essere stato torturato. E, per la verità, un po’ tutta la ricostruzione dell’omicidio, in base alla pista cecena, non sta granché in piedi. Anche perché, poi, il principale indiziato è un ex decorato di Putin per la lotta contro i separatisti. Per cui, se l’accusa fosse vera, si dovrebbe indagare, non verso gli islamici adirati per le dichiarazioni di Nemtsov su Charlie, ma verso gli ultranazionalisti che avrebbero voluto mandare un “avvertimento” a Putin ritenuto troppo debole sulla questione ucraina. Ma questo non quadra con molti altri aspetti della versione di polizia.

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Guerra all’Isis: i conti che non tornano

Che strana guerra questa al Califfato! Non si capisce se qualcuno la sia combattendo, curdi a parte. In primo luogo pare che le intelligence di tutto il Mondo stiano dormendo. Avarissime le informazioni sulla composizione del gruppo dirigente, sulla situazione interna alle zone occupate, ma, durante l’offensiva verso Mossul, si era parlato di circa 30.000 uomini armati con quanto avevano rastrellato durante la guerra in Siria.

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Libia: per una volta Renzi la stia facendo giusta?

Non sono un pacifista per principio, detesto il Califfato e i suoi fanatici tagliagole, tengo ben distinte le ragioni della politica da quelle dell’etica, come mi ha insegnato zio Nicolò, sono per il realismo politico e mi sforzo sempre di considerare con  occhio non prevenuto le ragioni di chi dice cose opposte alle mie, ma, devo confessare che, per quanto rigiri la questione da tutte le parti, non riesco a trovare un solo motivo serio per un intervento italiano in Libia, in questo momento.

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Caso Nisman: l’anno elettorale in Argentina inizia col botto!

DA BUENOS AIRES, Dario Clemente. Lo scorso 18 Gennaio Alberto Nisman, il procuratore che stava investigando sull’attentato alla “Amia”, la mutua ebraica assaltata nel 1994 con un’autobomba, e che costo’ la vita a 85 persone con 300 feriti, viene trovato morto nel suo appartamento. Il proiettile che l’ha ucciso e’ uscito dalla pistola che giace di fianco a lui, ma non c’e’ polvere da sparo sulle sua mani.

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