Nelle scorse settimane abbiamo analizzato come la relazione, oltremodo complessa, che unisce Cina e India sia destinata a permeare in profondità, nei decenni a venire, gli equilibri geopolitici asiatici e planetari. La gamma del rapporto tra Pechino e Nuova Delhi è stata ispezionata alla luce degli elementi di competizione, collaborazione e coesistenza che ne costituiscono la struttura.
L’India vede la “Nuova Via della Seta” come un progetto rivale, ma la storia recente insegna che in Asia la geoeconomia è più forte della geopolitica: vediamo come la connettività potrebbe giocare un ruolo nel futuro rapporto sino-indiano.
Il mondo contemporaneo è il mondo delle alleanze a geometria variabile, della contrapposizione strategica che si accompagna alla cooperazione economica, della geopolitica che si accompagna necessariamente alla geoeconomia nell’elaborazione delle mosse di lungo termine di governi, Paesi e attori non statuali.
Ancora oggi, l’opinione più diffusa fa coincidere i problemi della sicurezza dello Stato con quelli di natura militare: la parola guerra è ancora associata all’idea di scontri di aerei, carri armati. Ma da oltre mezzo secolo le cose sono andate mutando.
La crisi non è solo finanziaria e coinvolge anche aspetti politici, sociali e militari in un gioco di rimandi continuo. Dunque, la sua soluzione non può prescindere dall’esame anche degli aspetti non strettamente finanziari, per capire cosa stiamo rischiando.
Da New Delhi, Daniele Pagani. Delhi, sessione estiva del parlamento: il governo Modi incassa una netta vittoria politica e, nonostante i numeri sfavorevoli alla camera alta, riesce a far approvare lo Undisclosed Foreign Income and Assets (Imposition of Tax) Bill.
La crisi, come si sa, ha avuto origini finanziarie, ma questo non spiega tutto. Ci sono ragioni molto più profonde che si riferiscono all’evoluzione dell’economia reale. Dalla fine degli anni settanta, si è manifestata a livello mondiale una tendenza al calo dell’occupazione manifatturiera, nonostante un forte incremento assoluto di produzione industriale; e questo è in larga parte spiegabile con il “salto” tecnologico prodotto dalla combinazione fra robot ed informatica, che ha ridotto la domanda di forza lavoro.
Da New Delhi, Daniele Pagani. Altro giro insulare per il premier Indiano Narendra Modi che la settimana scorsa è partito alla volta di Mauritius, Seychelles e Sri Lanka. Senza dubbio la tappa più attesa era la vicina isola del sud che non riceveva la visita di un primo ministro indiano da 28 anni, da quando Rajiv Gandhi fu aggredito in aeroporto durante l’ispezione alla Guardia d’Onore (il filmato dell’epoca merita).