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Recensione de “I malriusciti”

Molto volentieri pubblico la recensione del romanzo di Mirco Dondi, segnalatovi alcuni giorni fa, di Giorgio Sandrolini, amico dell’autore e non proprio estraneo a quanto narrato nel romanzo…

Recensione de “I malriusciti”
di Giorgio Sandrolini

I malriusciti è un romanzo di formazione e di informazione. Il processo di postmaturazione di un gruppo di adolescenti è descritto in pagine incorniciate in una linea del tempo, talora utile talora un po’ forzata. Ma è il prezzo da pagare a uno storico di professione. Si tratta senza dubbio di un romanzo generazionale, ma affermarlo è tautologico. Chi non scrive di/ e secondo i canoni della/ generazione d’appartenenza? E la nostra, proprio perché generazione mancata, scippata, malriuscita, cerca di marcare quei territori che non ha avuto (o di cui ritiene, nel congenito vittimismo, di essere stata privata). È una recherche proustiana che esplora l’immaginifico, immaginando quell’immaginazione al potere gridata e adesso a tutti gli effetti in mano a quelli che ci hanno preceduto e che, precedendoci, nunc et semper staranno davanti a noi, potenti e invidiati.

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I malriusciti

Con molto piacere vi segnalo il romanzo dell’amico e collega Mirco Dondi, storico vivacissimo e, a mio avviso, romanziere promettente, di cui pubblicherò una recensione nei prossimi giorni.

I malriusciti

di Mirco Dondi

Siamo a Bologna, all’inizio degli anni Ottanta. Laura, Paolo, Lino e Sti sono quattro adolescenti che covano amori segreti, ambizioni e condividono la passione per la musica. Per loro l’amicizia che li unisce è la cosa più importante, un bene da salvaguardare a ogni costo. Poi però la vita impone delle scelte e diventa necessario proseguire in solitaria, ciascuno per la propria strada, anche se il ricordo di quel legame resta, forte e indimenticabile. Attraverso l’alternarsi del racconto in prima persona da parte di ciascuno dei quattro amici, seguiamo il loro viaggio verso la maturità, in luoghi di lavoro e rifugi impossibili segnati dal marchio dei tempi: una Napoli ambigua divisa tra underground e camorra, i salotti buoni del generone romano rapace e corrotto, le piste ciclabili in una Melbourne sconfinata e aliena, la Pisa dei massoni e dei baroni universitari, la Mosca al crepuscolo del comunismo.

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