Consigli di lettura #12: di droni, Medioriente e diritti umani
Nuovo appuntamento con i consigli di lettura. Questa settimana ci concentriamo su tre articoli tutti dedicati alla guerra, sotto tre diversi aspetti: tecnologico, storico ed umano.
Nuovo appuntamento con i consigli di lettura. Questa settimana ci concentriamo su tre articoli tutti dedicati alla guerra, sotto tre diversi aspetti: tecnologico, storico ed umano.
Questo anno sono caduti insieme due anniversari: il 70° della Liberazione e della fine della II Gm e il centenario dell’entrata dell’Italia nella I Gm. Quattro anni fa, cadde il centocinquantesimo anniversario dell’Unità italiana. Questi tre anniversari così vicini nel tempo mi suggeriscono alcune riflessioni più generali sulla funzione della storia nel nostro tempo.
Sin dagli anni sessanta, chi si è trovato in condizioni di inferiorità, nel confronto in mare con una task force ostile presente in acque che ritiene di propria influenza e non ritenga sufficienti i suoi sottomarini ed aerei per riequilibrare il rapporto di forze, ha pensato di trovare una soluzione nei Missili balistici anti nave (in gergo Absm). Questa è la condizione classica delle grandi potenze continentali (come Russia e Cina) nei confronti di quelle che dispiegano una marina particolarmente potente (come gli Usa).
Per chi fosse interessato, segnalo il video della lezione che ho tenuto venerdì scorso, 28 marzo, all’interno del laboratorio “Crisi e conflitti nel ‘900” intitolata “Il ruolo della guerra nei processi di modernizzazione”. Una bella iniziativa dei ragazzi dell’Associazione Lapsus di cui potete leggere il programma completo e vedere i video delle lezioni sul loro sito.
Sono giornate molto intense e purtroppo non riesco a rispondere a tutti coloro che mi scrivono ne a dedicarmi a tutto ciò su cui sarebbe interessante intervenire. Con grande piacere e gratitudine però, pubblico il contributo di Lorenzo Adorni sulla crisi ucraina, che offre, come sempre, svariati punti di riflessione ed approfondimento. Buona lettura!
Nella crisi ucraina Putin entra sconfitto, ma da sconfitto non vorrà uscirne
Di Lorenzo Adorni
I balaclava coprono i volti dei giovani soldati russi d’istanza in Crimea. Soldati che in queste ore ultimano l’occupazione dei centri nevralgici della penisola, aiutati da alcuni “volontari” locali.
Spesso si sente: “Ma visto che sono così in crisi, gli americani non potrebbero tagliare le spese militari?”. In effetti, il bilancio degli Usa devolve un po’ più del 19% alle spese militari, ma si tratta di una stima inferiore alla realtà, perchè una parte considerevole delle spese militari è “spalmata” su altre voci del bilancio (esattamente come fanno i cinesi): ad esempio è noto che buona parte delle spese per Ricerca & Sviluppo
(58 miliardi di dollari) è destinata in gran parte (40 miliardi di dollari) a progetti di interesse militare, così come lo è una parte dei fondi per “missioni umanitarie” (5% circa del bilancio). Inoltre, frazioni limitate ma non trascurabili delle voci di spesa per i trasporti, telecomunicazioni, ecc. hanno impiego militare.