Tag: grillo

Il nazareno è risorto?

Il Cavaliere annuncia che, nonostante lo schiaffo preso per il Quirinale, lui starà ai patti e continuerà sul cammino delle riforme istituzionali. Dunque, evviva: il Nazareno è risorto! E’ davvero così? Direbbe un noto personaggio storico “Ma quante divisioni ha il Cavaliere?”. Forse fare l’inventario dei danni subiti potrebbe essere utile al Napoleone di Arcore.

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Ma che fine ha fatto il quindicesimo giudice della Corte costituzionale?

Come si sa, in settembre sono scaduti due giudici della Corte Costituzionale di designazione parlamentare ed, a novembre, due di nomina presidenziale. I secondi sono stati prontamente rinnovati da Napolitano, invece per i due di competenza del Parlamento, dopo oltre venti votazioni andate a vuoto, è stata eletta Silvana Sciarra, grazie ai voti determinanti del M5s, mentre è stata bocciata la candidata di Fi, la Bariatti, cui quei voti erano mancati.

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Sciarra alla Consulta?

Il M5s ha indetto una consultazione on line sull’opportunità di votare la candidata proposta dal Pd, prof. Silvana Sciarra, alla Corte costituzionale. Ricordo che il M5s aveva indicato dei criteri per l’elezione dei magistrati della Consulta, in omaggio ai quali non aveva presentato alcun candidato di partito: i quattro proposti erano tutti esterni al M5s e scelti sulla base del loro valore professionale e scientifico.

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Ma quante possibilità di risorgere ha Berlusconi?

L’assoluzione in appello per il caso Ruby ha galvanizzato il Cavaliere e la sua ciurma che progettano apertamente l’ennesima resurrezione dell’uomo di Arcore, le cui tappe dovrebbero essere:

-ricompattamento di Fi e riforma del Senato ed elettorale a braccetto con Renzi

-riavvicinamento ad Alfano ed alla Lega

-abolizione della legge Severino oppure grazia, magari in cambio di un voto favorevole al governo

-campagna antifisco per recuperare i consensi perduti

-nuova egemonia del Cavaliere sul polo di centro destra che tornerebbe ad essere competitivo con il Pd nelle prossime elezioni.

Vediamo cosa può esserci di vero e quanto stia nel libro dei sogni.

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Il dialogo Pd-M5s sulle riforme è finito? Tutto dipende da che ha promesso Renzi a Berlusconi.

All’inizio della scorsa settimana il Pd sembrava propenso a continuare il dialogo iniziato con il M5s al punto che il suo segretario indirizzava una lettera (per la verità un po’ confusa e con qualche bestialità costituzionale) nella quale poneva 10 domande, senza accennare alla richiesta di una risposta scritta, al punto che si parlava di un incontro per giovedì. Poi, silenzio sino a tutto mercoledì. Giovedì la proposta di spostare l’incontro a lunedì senza alcuna richiesta di risposta scritta preliminare, al punto che viene fissata  la richiesta della sala per l’incontro. Poi sabato si inizia a parlare di risposta scritta, al punto che Di Maio concede una intervista al Corriere per dire che la risposta del M5s sono “8 si su 10” lasciando in parte impregiudicata la questione dell’entità del premio di maggioranza mentre si dice che è accettato anche il doppio turno. Una risposta chiara, direi, che dovrebbe sostituire ad abbundantiam la letterina richiesta, visto che eventuali chiarimenti sarebbero potuti venire nell’incontro. Invece si registra un improvviso irrigidimento del Pd, attraverso la bocca di uno dei vice segretari, che pone la richiesta della lettera come ultimativa: o richiesta scritta o niente incontro, che in effetti salta con particolari tragicomici di cui si dirà in altra occasione.

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Le origini dell’ondata populista in Italia.

Questo articolo è tratto da un mio intervento ad un convegno del marzo 2013 presso l’Università Guglielmo Marconi sul populismo. Buona lettura.

Il recente successo della lista del Movimento 5 stelle è stato variamente interpretato, ma, nel complesso, si è registrata una vasta convergenza nella sua definizione come movimento populista, il che, peraltro ha un fondamento, dato che lo stesso movimento ha fatto sua questa definizione, un po’ riconoscendosi in essa, un po’ per ritorsione polemica.
Ovviamente si tratterebbe di un “populismo sui generis”, che meriterebbe un’analisi particolareggiata, che, a sua volta, richiederebbe una soddisfacente definizione della categoria “populismo”.

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Fissiamo prima dei criteri per leggere i risultati elettorali

Il commento ai risultati elettorali somiglia molto da vicino al “lunedì dello sport”: discussioni infinite fra gli spericolati giustificazionismi dei perdenti impegnati e i crassi trionfalismi dei vincitori. E‘ un copione già scritto: chi perde si arrampicherà arditamente sugli specchi cosparsi di vetril per lamentare il fuorigioco che l’arbitro (quel venduto!) non ha voluto vedere e la solita sfortuna che si accanisce, con l’ala destra che alla ripresa aveva la caviglia dolorante; chi vince vanterà la sicura superiorità atletica della sua squadra, l’impeccabile tecnica di gioco, la passione dei giocatori e via tifando. E, infatti, caratteristica del tifoso è la fede incrollabile che resiste a qualsiasi evidenza. D’altra parte, con il tifo, come con il cuore, non si ragiona. E nel calcio si può capire. Ma in politica il tifo fa solo danni, perché così non si impara mai niente dall’esperienza fatta.

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Scandalo Expo: che facciamo contro la corruzione sistemica?

Partiamo da una considerazione: questa volta non c’entra  la giustizia ad orologeria al solito invocata da Berlusconi (chiedo scusa con uno degli interventori per non aver compreso l’ironia della sua affermazione), con disegni di condizionamento del potere politico, come il non toccare gli stipendi dei magistrati. Da questo scandalo chi ha da guadagnare è il M5s e chi ha da perdere più degli altri è il Pd, che potrebbe vedere deluse le sue aspettative di trionfo. E voi credete che la procura milanese possa avere di questi disegni?

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