Tag: grecia

Podemos: fenomeno internazionale?

Martedì 8 dicembre all’Universidade Nova de Lisboa si è tenuto un seminario sul linguaggio politico di Pablo Iglesias. Lo stesso giorno è uscito in Italia “Podemos, la sinistra spagnola oltre la sinistra”, un libro dei giornalisti Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena. Semplice casualità? Certo. Ma questi due fatti dimostrano una cosa: Podemos non è solo un fenomeno spagnolo, ma sta diventando un fenomeno di interesse internazionale.

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La Grecia nazista minaccia l’europa?

Mercoledì 9 ottobre 2013
Ore 18, Libreria Feltrinelli Duomo
Piazza Duomo, Milano

Presentazione del libro
Alba Dorata
di Dimitri Deliolanes

ne parlano
Aldo Giannuli, docente di Storia Contemporanea Unimi
Marta Ottaviani, corrispondente da Grecia e Turchia per La Stampa

La scheda del libro

Sono entrati in Parlamento a passo di marcia.
Hanno scatenato un’ondata senza precedenti di aggressioni razziste, antisemite e xenofobe.

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Grecia, ci risiamo: che si fa dell’Euro?

Si avvicina la scadenza dei titoli trimestrali greci e, come da copione, inizia il solito teatrino: i conti non tornano, i tedeschi giurano che di altri aiuti alla Grecia non se ne parla e che Atene è ora che esca dall’Euro, i greci replicano che loro non vogliono uscire dall’euro, Draghi media, i tedeschi mostrano qualche svogliata disponibilità e via di questo passo. Può darsi che questa sia la volta definitiva o che, invece, troveranno l’ennesima toppa per arrivare al prossimo trimestre, non importa, tanto il finale di commedia è già scritto e non ci sono santi: prima o poi, la Grecia farà default. D’altra parte, i termini della questione non sono cambiati. Non potevano cambiare e non cambieranno in tempi così brevi. L’unico salvataggio della Grecia (come degli altri paesi mediterranei) avrebbe potuto essere la messa in comune dei debiti europei, accompagnata da un forte programma di investimenti e ripresa economica; ma questa strada è stata preclusa dai tedeschi che ormai non sono più interessati al progetto europeo (motivo non ultimo del fallimento definitivo di ogni progetto di Unione).

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Prossime elezioni: uno scenario greco?

Fare delle previsioni sulle elezioni, quando non si sa quando si voterà, con quale sistema elettorale e con quali partiti e coalizioni è come azzeccare il superenalotto del secolo. Però bisogna provarci perché è sulla base di queste aspettative che lorsignori cercheranno di imbastire una qualche legge elettorale a loro uso e consumo. Partiamo supponendo che la legge resti quella attuale. In primo luogo identifichiamo i poli che, grosso modo, potrebbero essere tre:

1-Destra (Pdl, civiche collegate, Destra di Storace forse, ma è poco probabile, la Lega)

2-Centro sinistra (Pd, Udc, eventuali civiche come quella dei sindaci o quella ispirata da Repubblica, di cui si parla)

3-M5 Stelle.

Restano fuori, da collocare:
Lega, Fli-Fini, socialisti, radicali, Sel, Idv, Rifondazione, Pdci ed alcune possibili novità come la lista di Cordero di Montezomolo, Alba o una lista di ispirazione Fiom. Allo stato dei fatti, una lista Cordero-Monti sembra una ipotesi tramontata.

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Berlusconi propone di uscire dall’Euro: attenti a non cadere nella trappola

Era nell’aria: Berlusconi prepara la sua campagna elettorale sul tema dell’uscita dell’Italia dall’Euro e spera che l’euro affondi da solo già entro l’anno, in modo da potersi presentare come il primo che aveva proposto di prendere il largo dall’insicura moneta comune. Ma punta anche sull’attuale impopolarità della moneta comune, vista come la ragione della crisi italiana: “in altri tempi avremmo dato fiato alle esportazioni con una bella svalutazione”, “L’Euro è la causa delle tasse con cui Monti ci sta massacrando”, “Restare nell’Euro significa accettare la dittatura della Germania”. Sono discorsi che sentiamo tutti i giorni. Discorsi che hanno dentro molta verità, ma anche molto semplicismo e molta fede nei miracoli. Il punto è che una uscita improvvisa dall’Euro –o peggio ancora un suo crollo improvviso- determinerebbe molti più mali che benefici e rischieremmo di spezzarci la schiena. Detto questo, attenzione a non cadere nella trappola che il Cavaliere ci sta tendendo: presentare la sinistra come gli ultras dell’Euro, scaricandogli addosso tutta l’impopolarità che da questo deriva, soprattutto in caso di naufragio della moneta. Ed allora che si fa? Calma e gesso, ragioniamoci su.

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Fallimento dell’Euro: perché?

La fine dell’Euro non è più fantascienza, ma una ipotesi considerata nel campo del possibile (anche se deprecata) da tutti i politici europei e dai banchieri di tutto il Mondo. Non è detto che finisca necessariamente così, ma tutti pensano che possa accadere. O perché ne esca la Grecia, avviando un processo a catena, o perché ne esca la Germania, facendo perdere senso a tutta l’operazione e spingendo tutti a tornare all’ovile della moneta nazionale. Nessuno più esclude che questo possa accadere. I presupposti ci sono tutti e anche il più sprovveduto capisce che:

a-la Grecia non sarà mai in grado né di restituire il suo debito né di pagare gli interessi che man mano si accumulano, in una dinamica  di ammortamento negativo

b-che il Portogallo non è in condizioni migliori

c-che il sistema bancario spagnolo non è in grado di reggere la pressione dei mercati internazionali

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Euro e Grecia

Come era nella logica delle cose, la Grecia è sempre più vicina  al default e, di conseguenza all’uscita dall’Euro. La Grecia ha un debito di oltre 320 miliardi di Euro ed interessi che si mangiano intorno ai 30 miliardi l’anno, vale a dire circa il 10% del Pil. Messa in termini di debito pro capite significa circa 3.000 euro per ciascun cittadino, compresi lattanti, carcerati e moribondi e senza per questo intaccare il capitale da restituire. Questo in un paese in cui il reddito pro capite è di 23.000 Euro all’anno. Dunque, gli interessi si mangiano circa 1/7 del reddito pro capite, andandosi ad aggiungere al prelievo fiscale ordinario. In queste condizioni, quale persona sana di mente può pensare che il debito sarà mai restituito e, più semplicemente, che la Grecia possa sopportare a lungo anche solo il pagamento di questi interessi, considerando che la politica di rigore ha stremato il paese facendo calare il Pil di quasi il 15%?

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