Tag: governo

Governo: cosa farà Mattarella?

Un paio di settimane fa mi capitò di osservare, nel corso di un paio di occasioni Tv, che l’ipotesi di un governo del Presidente (o simili) non aveva probabilità alcuna di successo, a meno che non si producesse un evento imprevedibile e drammatico che rendesse impraticabili elezioni anticipare a breve termine. E feci l’esempio dell’esplodere di una grave crisi bancaria, di un attentato jhiadista in Italia o di un terremoto, eventi per i quali sarebbe apparso folle andare a votare e tenere il paese senza governo ancora per molti mesi durante una simile emergenza. Ora l’evento imprevedibile e drammatico si è verificato: la crisi siriana con il brusco peggioramento della situazione internazionale. I missili volano e noi non abbiamo un governo nella pienezza dei suoi poteri.

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M5s a un metro dal governo?


Beppe Grillo ha chiesto ai suoi di serrare i ranghi in vista delle politiche, e sin qui siamo perfettamente d’accordo: è naturale che il leader di un movimento chiami all’unità in vista di uno scontro decisivo. Dove sorge qualche perplessità è sulla dichiarazione successiva: siamo a pochi metri dal governo. E’ così? A me può anche far piacere che accada, ma è realistico puntarci? L’unica speranza in questo senso è che la legge elettorale resti quella che è e che il M5s prenda il 40%. Il M5s parte dal 25% delle politiche scorse, dunque dovrebbe di un balzo prendere il 15% in più. In nessuna delle elezioni che ci sono state da allora (europee, regionali, amministrative) il M5s ha mai superato il 30% salvo le amministrative dell’anno scorso, nei ballottaggi di Torino e Roma. Torino ha retto egregiamente alla prova, ma Roma…

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Genesi del giustizialismo di sinistra.

Per tutti gli anni cinquanta e sessanta (per non dire prima) a sinistra era coltivata una fiera diffidenza nei confronti della magistratura: Togliatti, una volta, si lasciò andare a dire che un giudice era più pericoloso di un generale e, quando la stampa di destra attaccava un dirigente comunista, accusandolo di una qualche nefandezza, il Pci suggeriva sempre di ignorare sprezzantemente la cosa, senza dare querela, nella convinzione che il magistrato di turno avrebbe usato il caso solo per screditare ancor più il suo dirigente.

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Il mito della governabilità.

A metà anni ottanta Bettino Craxi sollevò il problema della “governabilità”, prontamente soccorso dal prof. Giancarlo Miglio che, statistiche alla mano, dimostrò che l’Italia era un paese patologicamente instabile: la durata dei governi era fra le più basse d’Europa, il processo decisionale fra i più lenti, il Parlamento fra i meno produttivi quanto a  riforme di grande portata, mentre eccelleva per la produzione di interesse microsettoriale ecc.

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Fortunati i liberi, perché saranno felici.

C’è al giorni d’oggi, e in un posto davvero per niente lontano, una sinistra che ai più diversi livelli s’è fatta governo, e mal sopporta pur le più piccole voci che stiano un pochino fuori dal coro. Voci che innocenti abbozzino appena appena una critica, una smorfia, o che soltanto suggeriscano un piccolo, piccolissimo cambiamento di rotta.

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La strategia di Grillo…ed i suoi rischi

Con la sua strategia del ”Niet” ad oltranza, Grillo sta spingendo  in direzione di una qualche forma di maggioranza Pd-Pdl (magari non un governissimo, ma  un “governo di scopo” o “del Presidente”, comunque appoggiato dai due principali partiti, perché altrimenti non ci sarebbero i numeri) o verso elezioni anticipate a brevissima scadenza. In entrambi i casi, Grillo si ripromette la spallata decisiva al sistema: se si forma una maggioranza di convergenza, lui potrà gridare che i due partiti sono sostanzialmente equivalenti e sono la finta alternativa l’uno all’altro, per presentare il conto alle elezioni europee fra un anno ed incassare una ulteriore ondata di voto di protesta. Se, invece, si dovesse andare al voto già a giugno o, al massimo a settembre, sfruttando il “vento in poppa” delle recenti elezioni e denunciando l’incapacità dei partiti a formare un governo (soprattutto il Pd) potrebbe puntare ad un nuovo salto in avanti nella speranza di arrivare primo e prendere il premio di maggioranza. Insomma, Grillo sta puntando ad un collasso del sistema politico in tempi brevi, per affermare la sua egemonia. Semplice, lineare, plausibile. Ma non fa i conti con l’oste. Anzi con “gli osti”.

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Cosa conviene fare a Grillo con il Pd?

Ho scritto su queste pagine -e lo confermo- che in caso di nuove elezioni a breve termine, Grillo con ogni probabilità andrebbe ancora avanti e, dunque, avrebbe tutto l’interesse a far fallire qualsiasi ipotesi di governo per votare entro giugno. Ugualmente, converrebbe a Grillo un governissimo Pd-Pdl, così, al più tardi alle europee fra 15 mesi, avrebbe un salto in avanti spettacolare. Però, questo non vuol dire che le cose siano così semplici e non possano esserci soluzioni tattiche diverse, magari di cortissimo respiro, ma che servano al Pd (ed anche al Pdl) a prendere fiato.

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Cronaca di un paese allo sfascio

Ormai è evidente anche ai ciechi, ai sordi ed ai paraplegici che, in Europa, di Berlusconi non ne possono più, e che la richiesta all’Italia di un supplemento di manovra è solo un modo per rendergli difficile la vita, nella speranza che se ne vada. D’altra parte hanno ragione: voi discutereste delle misure per salvare la moneta comune, con uno che di giorno pensa solo alle sue vicende giudiziarie personali e di sera alle escort che deve incontrare? L’immagine del paese è a pezzi ed all’estero di parla di Berlusconi solo per ridere.
La bordata delle 100.000 intercettazioni da Bari fa emergere un liquame da ribrezzo, in un altro paese con un millesimo di quella roba non potrebbe resistere in carica neppure un consigliere comunale, figuriamoci il Capo del Governo. Qui non succede quasi nulla.

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GOVERNO DEL RIBALTONE E LEGGE ELETTORALE.

E’ evidente che si sta tessendo la trama per rovesciare Berlusconi con una “rivoluzione parlamentare”. Mettere insieme una maggioranza, anche risicatissima, anche di un solo voto, potrebbe segnare la fine politica di Berlusconi.
L’obiettivo principale di un governo simile (ovviamente giustificato prima di tutto dalla crisi economica e dall’esigenza di stabilità del paese e via dicendo…) sarebbe il  nuovo sistema elettorale. Che il Porcellum sia un sistema  elettorale folle è cosa che dice il suo stesso autore, ma il punto non è questo.

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