Tag: governabilità

Riforma Costituzionale e globalizzazione.

In una recente trasmissione televisiva, Luciano Violante (esponente del Pd troppo noto perché si debba dire chi è) ha giustificato la riforma costituzionale con le necessità del momento: “Nel mondo della globalizzazione la democrazia deve essere decidente”. (Come se qualcuno volesse una democrazia non decidente) sottintendendo con questo che il governo deve avere le mani libere dai troppi impacci del confronto con l’opposizione.

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Il mito della governabilità.

A metà anni ottanta Bettino Craxi sollevò il problema della “governabilità”, prontamente soccorso dal prof. Giancarlo Miglio che, statistiche alla mano, dimostrò che l’Italia era un paese patologicamente instabile: la durata dei governi era fra le più basse d’Europa, il processo decisionale fra i più lenti, il Parlamento fra i meno produttivi quanto a  riforme di grande portata, mentre eccelleva per la produzione di interesse microsettoriale ecc.

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I sistemi elettorali e l’equivoco della governabilità

Spesso si sente il ritornello della “governabilità: ”Bisogna che il sistema elettorale assicuri la governabilità”. Ed in nome di questo si caldeggiano premi di maggioranza, collegi uninominali, soglie di sbarramento e trappole varie. Lasciamo da parte se la governabilità sia un bene in sé e concentriamoci sul significato del termine: che significa governabilità?

Grosso modo, possiamo definire il termine in questo modo: la stabilità di governo possibilmente per tutta la durata della legislatura. Dunque, garantire che non ci siano crisi di governo che interrompano l’attuazione dei programmi decisi.

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