Tag: globalizzazione

Politica estera: l’eterna Cenerentola

Una campagna elettorale diversa.

Avevo criticato l’assenza della politica estera nel programma del M5s e, giustamente, mi si fece notare che esso non era l’unico a snobbare quel tema. E, infatti la politica estera è proprio sparita dal dibattito e non compare nei programmi dei vari partiti. Quelli, per così dire, tradizionali (Pdl, Pd, Monti) danno per scontate le attuali appartenenze dell’Italia a Nato e Ue (forse la sola Lega balbetta qualcosa contro la Ue) e non hanno altro da dire. Ma chi fa di peggio sono le cosiddette liste “alternative” (Sel, Rc, M5s) che semplicemente non si pongono il problema.

Continua a leggere

Appunti per una discussione su Modernità, Modernizzazione, Globalizzazione

Vi propongo la pubblicazione degli appunti che ho scritto per gli studenti del mio corso su Modernità, Modernizzazione e globalizzazione. L’articolo è lungo e forse un po’ insolito per un blog del genere, ma spero possa essere di vostro interesse comunque.

Aldo Giannuli

Usiamo il termine globalizzazione con riferimento al periodo di trasformazioni sociali, politiche e soprattutto economiche, iniziato fra la fine degli anni ottanta ed i primi anni novanta. Non ci sembra corretto, infatti, antedatare la globalizzazione agli anni settanta (come sembra sostenere SOROS  1999 p.146) o al periodo precedente alla prima guerra mondiale (ROGARI 2007) o alla conquista inglese dell’India (come sostiene ELLWOOD 2003 forse influenzato dall’affermazione di Marx che, troppo ottimisticamente, ritenne che essa segnasse l’”unificazione mondiale del mercato”) o addirittura al cinquecento dopo la scoperta dell’America (OSTERHAMMEL – PETERSON 2005) facendo così coincidere tutta l’epoca moderna con la globalizzazione.

Continua a leggere

Alcuni aspetti trascurati della crisi globale

Ringrazio Andrea SPANU per la traduzione del pezzo di Alberto Martinelli che avevo pubblicato nel testo originario in inglese a luglio scorso e del quale molti mi avevano chiesto, appunto, l’edizione italiana.

Aldo Giannuli

ALCUNI ASPETTI TRASCURATI DELLA CRISI GLOBALE

Lo scopo di questo paper è analizzare alcuni aspetti fondamentali della crisi economica e finanziaria globale, che vengono trascurati o che non sono sufficientemente studiati nella maggior parte dei resoconti in sede scientifica e mediatica in una prospettica sociologica. Mi concentro sugli Stati Uniti – visto che la crisi è nata nel Paese che è il nucleo del capitalismo di mercato contemporaneo – e discuto due aspetti basilari:

a) la cornice cognitiva che ha profondamente influenzato le decisioni fondamentali prese dagli attori istituzionali e privati, sia nei mercati che nell’arena politica,

b) i meccanismi di pressione politica e gli scopi e le strategie di importanti gruppi d’interesse economico.

Continua a leggere

Ripensare la globalizzazione

Quando si ragiona sulla crisi e sui possibili rimedi, accade spesso di sentirsi dire che questa o quella misura da assumere sono impossibili perchè la globalizzazione lo impedirebbe,  con tutto quel che ne consegue.
Altrettanto spesso capita di sentir dire che processi come la decadenza dello stato nazionale o la delocalizzazione delle imprese industriali nei paesi emergenti o il connesso peggioramento delle condizioni di lavoro nella residua impresa manifatturiera nel nord del Mondo, sono fenomeni ormai scontati ed irreversibili.
In altri termini, la globalizzazione viene identificata con quello che essa è stata concretamente in questi 20-30 anni e fatta coincidere con il progetto neo liberista. Per cui, non c’è globalizzazione possibile al di fuori di quella di ispirazione neo liberista e, siccome non c’è Mondo immaginabile al di fuori di quello della globalizzazione, l’ordine mondiale neo liberista è l’unico possibile e definitivo.
Siamo sicuri che le cose stiano così?

Continua a leggere

Dopo lo Choc della Globalizzazione serve una Storiografia Mondiale

David Bidussa (Corriere del 30 giugno) ha ricordato che la storia contemporanea italiana è nata dallo stretto rapporto fra storiografia e politica. Una stagione conclusa, che ha avuto il vizio ideologico d’origine, ma ha lasciato notevoli eredità culturali. Fin qui non si può che essere d’accordo. Ciò che non convince è la conclusione: consumato il divorzio fra storia e politica, agli storici non resterebbe che preparare gli insegnanti per i nostri figli. Quello che, pensiamo, stia finendo è il legame degli storici con le direzioni dei partiti  -e meno male!- ma il rapporto fra storia e politica è vivo e vegeto e passa per altri canali, come i mass media, i think thank, i centri sperimentali ecc.

Continua a leggere