Tag: giustizialismo

L’ossessione dell’onestà: quando il M5s esagera.

Il tribunale ha dato ragione a De Magistris sulla sua sospensione in base alla legge Severino: resta sindaco sino a quando la Corte Costituzionale si pronuncerà. Stesso risultato per De Luca che è stato reintegrato. La cosa ha destato un certo scandalo in giornali come “Il Fatto” (che teme, peraltro fondatamente, che questi precedenti possano riaprire la strada a Berlusconi) e nel M5s che reclama la testa di tutti i condannati in primo grado.

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Il caso Azzolini e la riforma del Parlamento.

Come prevedevo, il mio pezzo sul caso Azzolini ha provocato diversi dissensi fra i lettori, cosa comprensibilissima, dato il giustificatissimo odio per i politici che, però, può abbagliare.  Ovviamente io credo che se un parlamentare ha fatto reati è giusto che paghi, su questo non si discute, ma secondo quanto stabiliscono le leggi. E’ bene che ci ricordiamo una cosa: non si può chiedere, insieme, legalitarismo e giustizia sommaria. Se protesti contro Mafia Capitale, chiedi la punizione dei corrotti ecc. in nome del rispetto della legalità, ecc. poi non puoi essere “disinvolto” nell’applicazione delle norme di procedura: se vuoi il rispetto delle leggi devi essere il primo a rispettare la legge. Insomma: sbatteteli pure tutti in galera e buttate via la chiave, ma dopo un processo regolare. Ci siamo? Ed allora qualche precisazione può essere utile.

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Dalla Prima alla Seconda Repubblica in Italia.

1- L’antefatto.

Il crollo della I repubblica avvenne fra il 1992 ed il 1993, ma la frana iniziò almeno cinque anni prima, nel 1987. Lo scioglimento anticipato delle Camere fece sì che, cinque anni dopo, si sarebbe creato l’“ingorgo istituzionale” per la coincidenza delle elezioni del Parlamento e del Presidente della Repubblica. E tutti iniziarono a manovrare in vista di quella scadenza, perché il nuovo Presidente sarebbe stato scelto dal Parlamento eletto nel 1992.

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Pietro Scaglione: quando la sinistra non amava i magistrati

Scrivendo una serie di cose in merito alla nascita del giustizialismo, mi è tornata alla mente la storia del giudice Pietro Scaglione. Così ho chiesto all’amico e stimatissimo giornalista Francesco La Licata, se avesse avuto il tempo di ricostruirne in un pezzo per il sito la storia. Ecco l’articolo, di cui consiglio la lettura, non prima di aver ringraziato con grande affetto e stima l’autore. Buona lettura! A.G.

Di Francesco La Licata. (Nella foto, a sinistra Pietro Scaglio, a destra il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa) Il procuratore della Repubblica di Palermo, Pietro Scaglione, fu ucciso dalla mafia la mattina del 5 maggio 1971.

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Chi si rivede! L’onesto ragioniere di Giannini!

Cari amici, spero che non pensiate che io non mi aspetti certe reazioni e sia sorpreso di certi toni. Anzi, vi dico sinceramente che scrivo certe cose proprio per provocare quelle reazioni e, quando ho raggiunto il mio obbiettivo e vedo arrivare certi interventi esattamente come me li ero immaginati, la cosa mi diverte molto (salvo qualche insolenza alla quale rispondo mandando al diavolo l’incauto che si permette di offendere).

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Che facciamo: amnistia, indulto, o lasciamo tutto come sta?

Alla sensibilità umana di chi ha scoperto all’improvviso che le carceri sono ridotte ad inferni, non crederemo mai. A luglio avevo scritto su questo blog che una delle manovre per salvare il Cavaliere sarebbe stata l’amnistia e, puntualmente, Pannella, Napolitano, Letta ecc, stanno recitando un copione prevedibilissimo. Chissà come mai, una situazione notissima da anni ed ignoratissima da altrettanto tempo, all’improvviso inumidisce l’augusto ciglio del Capo dello Stato… Dunque, la cosa non ci incanta.

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Emma Bonino for President?

Sta prendendo rapidamente consistenza una candidatura Bonino al Quirinale: a parlarne per prima è stata Mara Carfagna, sottolineando quanto sarebbe auspicabile una donna al Quirinale. Da allora si è iniziato a parlarne discretamente e, nei sondaggi on line del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore, la Bonino è nettamente in testa alla graduatoria con gradimenti oltre il 30% staccando nettamente il secondo (Prodi, che non raggiunge il 15%). Anche esponenti politici delle due sponde hanno preso a parlarne con una certa deferenza, ricordandone le battaglie per i diritti civili, il garantismo, la competenza dimostrata negli incarichi internazionali (fu commissario europeo e docente all’Università americana del Cairo). Per di più non è mai stata sfiorata da scandali e, essendo stata parlamentare sia con il centro destra (che la indicò come Commissario Europeo) che con il Centro sinistra (per il quale fu ministro per il Commercio estero prima, poi vice presidente del Senato, candidata alla Presidenza della Regione Lazio dopo ancora) può essere fatta passare per abbastanza di destra o abbastanza di sinistra o, anche, abbastanza indipendente, a seconda dei gusti di chi ascolta.

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Alcune risposte sulla questione del giustizialismo

Al di là delle questioni tecniche, devo dire che questo modo di rispondere non singolarmente ma a gruppi mi sembra più soddisfacente ai fini della discussione, perché evita di confinare nella casellina delle risposte ai singoli commenti cose che invece meritano di essere messe in primo piano, per cui proseguo nell’esperimento, sperando che funzioni.

Ad Angelo Iannaccone, Pierluigi Tarantini, Gianni, Vincenzo Cucinotta e Giandavide sul GIUSTIZIALISMO:

Un venusiano che scendesse dalla sua astronave e leggesse la nostra piccola polemica sui reati bagatellari (perché tali sono nella sostanza la diffamazione, l’ingiuria le percosse ecc) penserebbe che questo professor Giannuli è proprio un estremista irresponsabile; non si rende conto che in questo modo si passa all’insulto ai cazzotti, dai cazzotti alle gomme delle auto tagliate, poi ai vasi da fiori in testa e via via ai coltelli, alle pistole, ai kalashnikov, al mortaio e (perché no?!) all’atomica.

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Mettere un freno al “giustizialismo”

Cosa hanno in comune notizie come quella del bambino di Padova prelevato di peso dalla polizia, e quelle delle querele di Carofiglio a Ostuni e di Serra a Bersani? E cosa c’entra tutto questo con la legge anticorruzione che è un ovvio fallimento annunciato? O la condanna di Sallusti e la nuova legge limitativa della libertà di stampa? O con il sempre più frequente ricorso della Fiom a forme di lotta legali piuttosto che propriamente sindacali? Apparentemente nulla, ma se ci fate caso c’è un filo rosso che le lega: l’irragionevole aspettativa di risolvere qualsiasi conflitto in sede giudiziale. Non si tratta di un fenomeno solo italiano ma di una tendenza culturale in qualche modo commessa con l’ondata neo liberista, ma su questo ritorneremo a breve, qui limitiamoci all’orticello di casa.

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